TRIBUNALE L’AQUILA: ANCORA EMERGENZA. LE CANCELLERIE CIVILI RESTANO A PILE

di Gianpiero Giancarli

16 Luglio 2024 08:47

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – Resta l’emergenza a palazzo di giustizia dell’Aquila di via XX Settembre dopo che un paio di settimane fa un incendio causato da un corto circuito al piano meno 2 ha reso l’aria irrespirabile  e nociva.

Dopo la clamorosa e accorata denuncia dei giudici, firmata anche dal presidente del tribunale Elvira Buzzelli,  preceduta da quella dei sindacati, infatti, è  stato emanato un provvedimento inerente le cancellerie civili del tribunale che sono state rispedite negli uffici di Pile da dove erano tornate per restarci fino all’11 luglio. Ma ci rimarranno ancora.





Infatti  nei locali  a piano terra si sentiva ancora forte l’odore di fuliggine secondo quanto hanno riferito molti cancellieri.  Ma anche nei piani alti la situazione non sembra ottimale.  Uno dei dubbi principali che assilla coloro che operano nel palazzo di giustizia è quello del funzionamento del sistema di areazione.  Ma andiamo per ordine ripercorrendo le ultime battute della vicenda in seguito all’incendio.

I magistrati sono scesi in piazza indirizzando la dura lettera oltre che al Presidente della Corte di Appello, al Procuratore Generale della Repubblica e al Procuratore della Repubblica, anche al Ministero della giustizia e all’ Associazione nazionale magistrati. Nella denuncia dei giudici si chiede “alle SS.LL., al Procuratore della Repubblica, anche quale titolare dell’azione penale, di voler cortesemente fornire con urgenza i chiarimenti richiesti (con la necessaria documentazione di sostegno), per poter garantire che la piena ripresa delle attività lavorative all’interno del Palazzo di giustizia possa avvenire nella massima sicurezza per tutti”.

“Il palazzo di giustizia”, si legge nell’atto, ” è stato riaperto senza una adeguata pulizia generale, senza la sanificazione e senza le certificazioni che attestano la bonifica, anche dei sistemi di areazione, e la salubrità dell’aria, ancora oggi irrespirabile in molti ambienti tanto che è stato necessario l’uso delle mascherine”.





Tra le  perplessità esposte, allo stesso modo, nella denuncia dei sindacati, c’ è come  punto di riferimento di maggior rilievo “la mancata presenza di relazione scritte in merito alla sostituzione di filtri, pulizia, bonifica e igienizzazione del sistema aeraulico, degli ambienti e delle superfici da parte di ditte specializzate e certificate e la ancata indicazione relativamente all’effettuazione dei prelievi dell’aria, in particolare se gli stessi siano stati effettuati a finestre chiuse e con l’impianto aeraulico regolarmente in funzione, visto che il palazzo è servito da aerazione forzata e vi sono numerosi ambienti di lavoro sprovvisti di finestre. In relazione al campionamento di polveri sottili risultate essere prossime ai limiti di legge (effettuato in ambiente corridoio palazzina B in corrispondenza della stanza 18 che di fatto corrisponde al corridoio a servizio di tutte le cancellerie civili del Tribunale di L’Aquila al piano terra, si fa notare che tali concentrazioni non sono state rilevate all’interno della stanza 18 come scritto nella relazione ASL bensì nel corridoio antistante, a servizio di tutti locali della cancelleria civile; per cui si rappresenta la necessità di interdire l’utilizzo di tutte le cancellerie civili al piano terra del Tribunale ed attività da concordare con il datore di lavoro”.

Ora, tornando all’attualità, un recente provvedimento del presidente del tribunale, firmato proprio l’11 luglio dispone che  essendo in corso i rilievi di Arta sulla qualità dell’aria, le cancellerie civili continueranno a operare negli uffici di Pile fino a nuovo ordine che potrebbe scattare anche subito ma al  momento non ci sono notizie. Del resto se alcune zone sono ancora interdette qualche problema ci sta. E coloro che sono rientrati negli uffici di via XX Settembre sono comunque allarmati per il fatto che i locali non sembrano stati sanificati  a  dovere e comunque  c’è ancora sporcizia. Una volta noti gli esami di Arta sarà poi l’Asl, di concerto con i vertici del palazzo di giustizia, a disporre il ritorno alla normalità.

Sulle responsabilità circa le cause dell’incendio è stata aperta una indagine contro ignoti ma senza una contestazione precisa.

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