TRIBUNALI ABRUZZESI A RISCHIO: COSTA (AZIONE) PRESENTA SUB-EMENDAMENTO PER PROROGA A 2023

23 Maggio 2021 10:23

Regione - Abruzzo, Politica

AVEZZANO – C’è anche un subemendamento a firma dell’onorevole Enrico Costa di Azione, tra gli emendamenti presentati dai parlamentari abruzzesi alla Legge di conversione del Decreto Proroghe che sarà discusso inizialmente alla Camera nei prossimi giorni, nei quali si chiede la proroga a settembre 2023 della chiusura dei tribunali minori delle circoscrizioni di L’Aquila e Chieti.

L’interessamento di Costa per i Tribunali minori abruzzesi, ed in particolare di quelli di Avezzano e Sulmona, è stato sollecitato dal coordinatore regionale di Azione Giulio Cesare Sottanelli, a seguito di una dettagliata relazione a firma del coordinatore provinciale Azione L’Aquila, nonché Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Avezzano, Giovanni Fracassi e del Consigliere Comunale di Avezzano e Presidente della Camera penale di Avezzano, Gianluca Presutti, sulle ripercussioni economiche e sociali che scaturirebbero da questo provvedimento. Ricordiamo che, in base al Decreto Legislativo 155 del 7 settembre 2012, è prevista la riforma delle circoscrizioni giudiziarie, con la soppressione dei presidi non ricadenti nei capoluoghi di provincia.

In Abruzzo i tribunali interessati sono quelli di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto. A seguito di una serie di proroghe, dovute principalmente alla precarietà conseguente il devastante terremoto del 2009, si è giunti al termine ultimo di settembre 2022.





Per questo, diversi deputati eletti in Abruzzo, hanno presentato o si sono impegnati a presentare la proroga fino al 2023 in sede di emendamenti alla Legge di conversione del Decreto proroghe che sarà discusso inizialmente alla Camera nei prossimi giorni.

Tutti i parlamentari abruzzesi intervenuti si sono inoltre dichiarati disponibili gli emendamenti proposti dai Colleghi.

“Per quanto riguarda le ragioni che sono alla base della necessità di salvaguardare questi presidi giudiziari occorre sottolineare che i Consigli degli Ordini degli Avvocati interessati, in collaborazione con esperti di economia, di viabilità e di altri settori – spiega Giovanni Fracassi – hanno prodotto una serie di studi che comprovano come il peraltro irrisorio risparmio di spesa ipotizzato dal Ministero della Giustizia con gli accorpamenti sia in realtà inesistente e come, in ogni caso, a fronte di questo, vi siano enormi ricadute negative sia sotto il profilo della tutela dei diritti dei cittadini che sotto il profilo economico e sociale per le città interessate”.

“Tra l’altro la ricostruzione post terremoto ancora in corso (ed anzi ancora in uno stadio ancora arretrato) a L’Aquila – prosegue Fracassi -, con le difficoltà enormi da punto di vista della viabilità e la situazione pandemica ancora in essere, renderebbe certamente fallimentare un accorpamento in questo momento storico dei Tribunali di Avezzano e Sulmona con quello di L’Aquila. Si aggiunga che, ove i Tribunale di Avezzano e Sulmona fossero accorpati con quello di L’Aquila, tutto l’Abruzzo occidentale si troverebbe ad essere servito da un unico Tribunale in una provincia molto vasta dal punto di vista geografico e caratterizzata da una rete viaria assolutamente deficitaria, da paesi e città montani e da un clima invernale molto rigido.”





Una possibile strada per il salvataggio del Tribunale di Avezzano e di tutti gli altri sopprimendi Tribunali Abruzzesi (sulla quale concentrarsi dopo aver ottenuto la proroga) è rappresentata dal comma 4- bis dell’art. 8 del D. L.vo 155/2012 che prevede che , in via sperimentale, il Ministro della Giustizia possa disporre, nell’ambito di apposite convenzioni stipulate con le Regioni e le province autonome, che vengano utilizzati, per il tempo necessario, gli immobili adibiti a servizio degli uffici giudiziari periferici e delle sezioni distaccate soppressi per l’esercizio di funzioni giudiziarie nelle relative sedi. Le spese di gestione e manutenzione degli immobili e di retribuzione del personale di servizio oggetto delle convenzioni sono integralmente a carico del bilancio della Regione.

“Il problema sollevato da questa norma – fa notare Gianluca Presutti – è che sembrerebbe porre a carico delle Regioni non solo le spese per il funzionamento delle strutture ma anche quelle del personale nonostante queste ultime non siano certamente abbattute con la soppressione delle strutture giudiziarie.”

La Regione Abruzzo con una risoluzione approvata nel settembre dello scorso anno si è dichiarata disponibile a sostenere i costi per la gestione delle strutture. E’ stato altresì approvato dalle Commissione Regionali competenti un progetto di legge contenente una proposta di legge da sottoporre alle Camere ai sensi dell’art. 121 della Costituzione con la quale si chiede di precisare che le sole spese a carico delle Regioni sono appunto quelle per il funzionamento delle strutture e non quelle del personale che comunque rimarrebbe in servizio.

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