UCRAINA, CROSETTO A CONTE: “STIA SERENO, SU INVIO ARMI CONFRONTO CON CAMERE”

5 Novembre 2022 17:39

Italia - Politica

ROMA – “Giuseppe Conte dice che ‘non mi devo azzardare’ a un nuovo invio di armi senza passare dal Parlamento. Conte può stare sereno, il Ministero, non il Ministro (che non dispone delle istituzioni né delle organizzazioni, ma le rappresenta e le serve) seguirà le leggi come ha sempre fatto dalla sua istituzione in età Repubblicana. Per quanto riguarda l’invio di armi all’Ucraina, il Ministero sta dando attuazione e darà attuazione a quanto previsto dai 5 decreti già approvati in base all’autorizzazione data dal Governo precedente, il governo Draghi, sostenuto da una maggioranza di cui Conte ed il suo partito, i 5Stelle, erano il principale gruppo e sostegno in Parlamento”.





Lo dichiara il ministro della Difesa, Guido Crosetto, replicando al presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte.

“I 5 Stelle e Conte hanno detto cinque volte sì ai cinque invii di armi all’Ucraina che nei mesi passati e prossimi abbiamo inviato e invieremo. Evidentemente i 5 Stelle e Conte – afferma Crosetto – oggi hanno cambiato idea, ma solo a partire da oggi. Arriva giusto in tempo, questo cambio ‘radicale’, per strumentalizzare le ragioni e il corteo delle associazioni pacifiste che, come ho detto in una intervista rilasciata ieri ad Avvenire, rispetto e comprendo e con cui sono e sarò sempre disponibile a interloquire. Con chi, come Conte, invece, cerca solo di lucrare sul pacifismo e sugli ideali dei pacifisti, dimenticandosi che le armi di cui critica l’invio oggi sono state autorizzate dal suo partito e dal governo che sosteneva, ogni dialogo e’ francamente complesso”.





Per ciò che riguarda il futuro “posso comunque rassicurare il presidente Conte che – continua il ministro della Difesa – saranno utilizzate le stesse procedure che lui ha accettato, approvato e avvallato, nei mesi scorsi. Segnalo infine che la frase minacciosa e intimidatoria del presidente Conte (‘Crosetto non si azzardi’) ha evidentemente come presupposto culturale un approccio alle istituzioni privatistico e autoritario: non mi azzardo a fare nulla, ma agisco in nome e per conto dello Stato, ottemperandone tutte le leggi”.

“Ma forse – conclude – chi ha vissuto la ‘compressione democratica’ creatasi a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza e dell’utilizzo dei Dpcm, durante la pandemia, ha maturato un’idea sbagliata sulle istituzioni ed il loro potere”.

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