UCRAINA, DAI NEGOZIATI SI’ AI CORRIDOI UMANITARI. TRIPLICA FLUSSO PROFUGHI VERSO L’ITALIA

3 Marzo 2022 20:16

Mondo - Cronaca

ROMA – Ci si aspettava ben poco da questa seconda tornata di negoziati ed infatti il vertice in Bielorussia non ha sortito novità sostanziali.

L’incontro fra la delegazione russa e quella ucraina ha partorito solamente l’apertura di qualche corridoio umanitario ma non è stata sottoscritta una vera e proprio tregua se non un cessate il fuoco temporaneo e forse neanche in tutto il Paese.

Anzi, il presidente russo Vladimir Putin ha ulteriormente tuonato contro i “neonazisti” di Kiev ribadendo ancora una volta che le due nazioni rappresentano un unico popolo.

Intanto la potenza di fuoco non si è arrestata nemmeno un attimo e ha continuato a sprigionarsi anche su Mariupol, il porto sul Mare d’Azov, dove mezzo milione di persone sono ormai senz’acqua, elettricità e riscaldamento. Anche Odessa, la città sul Mar Nero ricca di storia e cultura, potrebbe finire sotto tiro a breve: la marina russa si starebbe preparando per lo sbarco, quattro navi di Mosca sono già al largo e l’attacco sarebbe questione di ore. Kiev resiste: non ci sono stati particolari avanzamenti delle truppe russe da nord ed oggi nel centro, in particolare attorno a Maidan, non sono rimbombate le esplosioni verificatesi nei dintorni i giorni precedenti.

Ma la sensazione è che la calma della Capitale sia solo apparente, anche perché, non lontano da qui, i bombardamenti sono proseguiti incessanti.





Intanto, alla mezzanotte di martedì erano 3.840, alle 8 di oggi sono diventati 6.680 gli ucraini in fuga dalla guerra arrivati in Italia dall’inizio dell’invasione.

Tremila in un giorno oggi, dopo viaggi di 20 ore su camion, van, pullman, auto, attraverso il valico di Trieste. Il flusso è triplicato, si intensifica di ora in ora e raggiungerà livelli imponenti, viste le previsioni di 7-8 milioni di profughi. Per dare l’idea, si pensi che quest’estate con l’evacuazione da Kabul giunsero a Roma 5mila afgani.

“I numeri sono elevatissimi, ma siamo pronti”, ha assicurato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, da Bruxelles, dove ha partecipato al Consiglio Gai che ha approvato la direttiva europea sulla protezione temporanea per chi scappa dall’Ucraina. Si muove il ministero, ma anche Regioni, Comuni, imprese, ong, industriali e tante famiglie si sono mobilitate per l’accoglienza.

Mentre Mosca e Kiev trovano l’accordo su un temporaneo cessate il fuoco per consentire l’apertura di corridoi umanitari, al Viminale si susseguono riunioni per mettere a punto la macchina dell’accoglienza, con la ricerca di strutture, come ad esempio Covid hotel, ostelli, alloggi privati.

Una circolare ha sottolineato ai prefetti in particolare “l’urgenza di assicurare la disponibilità di soluzioni di accoglienza, che tengano conto della peculiarità dei cittadini in ingresso (prevalentemente donne e bambini)”. Già, perché il grosso degli uomini non può lasciare il Paese, ma deve restare a combattere.

A fuggire sono così per la grande maggioranza donne e bambini: sui 6.680 giunti in Italia le prime sono 3.286 e i secondi 2.518. Le destinazioni preferite sono le grandi città: Roma, Milano, Bologna e Napoli. Dove vive il grosso della comunità ucraina della penisola (240mila persone). In molti si sono ricongiunti a parenti che lavoravano nella penisola. Ma presto si dovrà ricorrere alle soluzioni indicate dal decreto legge di venerdì scorso: 5mila nuovi posti nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e e 3mila nel Ssi stema di accoglienza ed integrazione (Sai).





È stata estesa inoltre ai profughi ucraini la riserva di posti (complessivamente 5.000) del Sai già prevista per gli afghani evacuati la scorsa estate.

“L’Italia – ha detto Lamorgese – è abituata a gestire situazioni anche emergenziali, con la rete delle prefetture, il mondo dell’associazionismo, i comuni, faremo fronte a tutte le necessità che si presenteranno”.

La Lombardia si prepara così ad accogliere fino a 100mila persone. “Dovremo prepararci – osserva il sindaco di Milano, Giuseppe Sala – ad un’accoglienza massiva e probabilmente con tanti minori con grandi disagi di varia natura. Il punto è fare un censimento di tutte le strutture”. La Caritas Ambrosiana ha finora raccolto dal territorio 150 disponibilità – numero in grande crescita negli ultimi giorni – per dare vita a una rete di accoglienze diffuse in appartamenti, spazi parrocchiali, locali appartenenti a istituti religiosi o a privati cittadini.

A Roma è attiva da oggi una task force del Comune per la gestione dell’emergenza Ucraina ed il telefono della sede operativa è già in fibrillazione: 30 chiamate in poche ore da parte di cittadini che offrono accoglienza e aiuti.

In Campania la Regione ha messo a disposizione come hub di prima accoglienza il ‘Covid residence’ dell’Ospedale del Mare, con 168 posti immediatamente disponibili. Successivamente per chi ne avrà bisogno sarà organizzato il trasferimento nei Cas del Comune di Napoli, da altri comuni metropolitani o da enti/associazioni religiosi e di solidarietà. Il presidente di Confindustria Alto
Adriatico, Michelangelo Agrusti, ha rivolto un appello agli associati affinché segnalino la disponibilità di appartamenti da destinare temporaneamente ai profughi.

Il Gimbe lancia intanto l’allarme sulla scarsa copertura contro il Covid di chi arriva: il 64% degli ucraini, infatti, non è vaccinato. Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri annuncia una circolare per prevedere il tampone e possibilità di vaccinazione ai profughi. “Ma non ci sarà nessun obbligo di super green pass”, sottolinea.

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