ROMA – “Sono particolarmente legato all’Abruzzo. Sono moltissimi anni che ci vado, sin da bambino. Con la regione il rapporto parte più di cinquant’anni fa. Con la Val di Sangro, che è la zona dove ho girato questo e altri film, da venticinque anni”.
A raccontarlo è Riccardo Milani, il regista di “Un mondo a parte” – il film italiano a oggi più visto nel 2024 – ospite del nuovo Ansa Incontra dal titolo La valorizzazione dei borghi italiani, promosso da Associazione Civita in collaborazione con l’Agenzia Ansa, visibile on line su Ansa.it e a cura della redazione Cultura e Spettacolo dell’Agenzia.
“C’è evidentemente un legame, un affetto, un’attrazione da parte mia – prosegue – Ogni volta che mi chiedono il perché non so bene cosa rispondere. Ci ho provato con questo film. Di certo, c’è una parola cui io sono legato da sempre: comunità. Ecco, lì si respira il senso di appartenenza che spesso nelle grandi città non è così usuale”.
“Un segnale che mi pare di cogliere in questo momento, e il film lo racconta – prosegue Milani – è che i ragazzi hanno cominciato a capire che anche economicamente le attività del territorio possono dare una strada, indicare un percorso. L’agricoltura, l’allevamento, il turismo sono motori economici enormi. E lì ma mano questa cosa si sta affacciando. I ragazzi hanno capito che anche eticamente non perdono nulla, anzi forse guadagnano qualcosa”.
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