L'AQUILA – I guai per l'ex rettore dell'Università dell'Aquila, Ferdinando Di Orio, attuale docente di storia della medicina, non sono finiti con la condanna a tre anni di reclusione di lunedì scorso da prte del Tribunale di Roma per aver indotto il professor Sergio Tiberti, docente dello stesso Ateneo, a consegnargli somme di denaro non dovute.
Dopo che la vicenda ha creato sconcerto ed imbarazzo in seno all'Ateneo dove molti docenti, tra cui i grandi elettori dell'attuale vertice, hanno fatto pressing nei confronti del rettore, Paola Inverardi, perché vengano adottati provvedimenti contro il suo predecessore, tra cui la sospensione, il caso dell'ex senatore è approdato all'attenzione del Senato Accademico, prima, e del Consiglio d'Amministrazione dell'Ateno subito dopo.
La decisione adottata per stabilire il da farsi, è stata quella di chiedere un paere all'Avvocatura dello Stato, ma anche, su rischiesta di alcuni componenti del Cda, un parere ad un professionista esterno.
Intanto, in vista dell'udienza del prossimo 5 febbraio (potrebbe andare a sentenza), al Tribunale dell'Aquila relativa al processo sui maxi affitti per ricollocare le facoltà dopo il sisma, che vede alla sbarra insieme a Di Orio, l'ex direttore generale, Filippo Del Vecchio, e l'imprenditore Marcello Gallucci, emerge che il caso è finito nella interrogazione parlamentare presentata dall'Idv, tra l'altro ex partito di Di Orio, con cui si chiede la istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sulla ricostruzione dell'Aquila.
Ieri la Inverardi ha ufficialmente reso edotto i due organismi della sentenza di condanna a tre anni di reclusione e cinque di interdizione dai pubblici uffici, verdetto piombato come una patata bollente sull'attuale governance dell'Ateneo, che deve ora affrontare il caso anche a causa della pressione di molti docenti affinché l'ex rettore venga estromesso dalla cattedra di Storia della Medicina di cui è tutt'ora titolare.
L'Università si appresta ad interpellare l'Avvocatura dello Stato, come conferma la stessa rettrice “anche perché c'è una normativa abbastanza confusa quindi essendo un'amministrazione pubblica è l'Avvocatura il soggetto che ci deve tutalare e ci fornisce supporto giuridico”.
All'organo dello Stato, l'Università formulerà la richiesta di un parere, che rappresenterà un “elemento di giudizio per definire come improntare nel modo più corretto il procedimento amministrativo in modo che tuteli tutti”.Secondo quanto si è appresto, durante la riunione del Cda alcuni componenti hanno chiesto di ricorrere anche ad una consulenza legale esterna, come accadde in passato più volte quando Di Orio guidava l'Ateneo, in un caso fu ingaggiato l'avvocato Franco Gaetano Scoca di Roma. L'istanza sul coinvolgimento dell'Avvocatura dello Stato è stata presentata dal direttore generale, Pietro Di Benedetto, nominato proprio da Di Orio e da molti, tra cui i grandi elettori della Inverardi, considerato suo sodale.
I contenuti del processo sui maxi affitti sono finiti all'interno delle argomentazioni con le quali un gruppo di parlamentari, tra cui Enza Blundo del Movimento Cinque Stelle, e Maurizio Romani dell'Italia dei valori, ex grillino, hanno chiesto l'istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sulla ricostruzione dell'Aquila.
“La facoltà di Ingegneria, spostata in un capannone industriale con un previsto affitto di 900mila euro annui, è arrivata ad 1 milione e 900mila euro. È chiaro che noi non possiamo pensare che una situazione del genere possa andare avanti in questo modo”, spiega Romani. “Bisogna assolutamente fare luce quanto a fondi mal spesi, eventuali infiltrazioni della criminalità e sprechi”, aggiunge.
Intanto, l'ex rettore è atteso nuovamente in un'aula di tribunale, a Rieti il 15 marzo prossimo, quando è calendarizzata una nuova udienza del processo che lo vede imputato per abuso d'ufficio aggravato insieme all'ex sindaco di Antrodoco (L'Aquila) Maurizio Faina, sulle procedure relative al trasferimento ad Antrodoco di sedi universitarie e per la vendita all'allora rettore da parte del Comune di un campo di calcio dove costruire un immobile dove vivere dopo la perdita della residenza per via del terremoto del 6 aprile 2009.
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