L’AQUILA – L’urban center dell’Aquila, dopo due anni di impasse, è pronto finalmente a decollare e trovare un protagonismo che compete ad un organismo pensato come un efficace strumento di partecipazione e proposta dal basso nelle scelte nel campo delle politiche sociali, culturali ed economiche e della ricostruzione post-sisma.
L’attesa svolta è frutto di un’assemblea auto-convocata il 31 gennaio scorso in cui si è convenuto che i consiglieri dimissionari del comitato scientifico rimarranno in carica finché non saranno sostituti, al fine di garantire la continuità dell’organismo.
Il consigliere anziano, il professor Antonio Gasparrini, ricoprirà pro tempore la funzione di presidente, riempiendo il vuoto che si è venuto a creare dal marzo 2017 a seguito della morte improvvisa del compianto architetto Maurizio Sbaffo.
Il comitato scientifico così ricomposto convocherà l’assemblea ufficiale in cui sarà presentato il rendiconto 2017, sarà aggiornato l’elenco soci effettivi, di quelli cioè che hanno pagato le quote e si fisseranno la data dell’elezione del nuovo presidente.
Con la volontà di stringere i tempi, ma non prima si suppone delle elezioni politiche del 4 marzo.
Tra gli obiettivi, senz’altro quello di essere pienamente operativi entro il festival della partecipazione, la cui terza edizione è prevista a luglio prossimo.
Organismo riconosciuto dal Comune dell’Aquila, l’Urban center è nato nel 2015 per dare la possibilità a tutti cittadini di avere a disposizione un punto di informazione e di incontro con le istituzioni e con i loro rappresentanti.
Un luogo fisico per discutere sulle scelte importanti per la città, un laboratorio di idee proposte.
Peccato però sia rimasto finora sostanzialmente ai box di partenza, dilaniato da conflitti intestini, bloccato da regolamenti di funzionamento forse troppo complessi e farraginosi.
La riunione del 31 gennaio ha fatto seguito a quella auto-convocata il 4 ottobre scorso, a cui ha preso parte anche l’assessore comunale Francesco Bignotti, che ha la delega alla partecipazione.
In quella sede si è scoperto anche che molti soci non avevano pagato la quota di 50 euro l’anno, che dà diritto ad essere parte dell’assemblea.
Tra queste, anche Istituto nazionale di Urbanistica (Inu) e l’Università dell’Aquila, che assieme e a Policentrica rappresentano la minoranza dell’Urban center visto che la candidata Antonella Marrocchi, di Policentrica, è stato sconfitta da Sbaffo, sostenuto dal variegato mondo dell’associazionismo.
Una spaccatura mai sanata che ha contribuito non poco a determinare la situazione di impasse. A peggiorare le cose la morte di Sbaffo, con la carica di presidente rimasta vacante e le dimissioni di quattro membri su cinque del comitato scientifico.
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