PESCARA – “Il fatto che più impressiona della seduta di oggi della Commissione Vigilanza è la completa mancanza di conoscenza dei vari lotti del progetto di velocizzazione ferroviaria non solo da parte dei sindaci dell’aquilano auditi, come quelli di Avezzano, Sulmona e Pratola, ma anche di enti di rilevanza sul fronte della fattibilità della Regione stessa, come l’ERSI, presente con il neo presidente Luigi Di Loreto, nominato da Marsilio e ad oggi privo delle “carte”. Cosa che mi ha spinto a fare un accesso agli atti alla Regione in modo da poterli mettere a disposizione di soggetti che non possono restare all’oscuro su interventi che riguardano i territori di loro competenza. A fronte di tale situazione non posso che ringraziare il presidente, il collega Sandro Mariani, per avermi concesso tale opportunità e per aver fatto di questi lavori un vero e proprio luogo di conoscenza e condivisione da cui non sarà escluso nessuno”.
Così il consigliere regionale PD Antonio Di Marco, vicepresidente della Commissione Ambiente e territorio alla fine dei lavori di stamane. “Abbiamo così continuato l’esplorazione delle criticità del secondo lotto, alla luce anche di aspetti sconosciuti, rivelati e illustrati da RFI proprio durante le varie sedute, arricchendole con le riflessioni dell’ingegner Francesco Ramella ingaggiato due anni fa dal Comitato Comferr per fare un’analisi dei costi-benefici del progetto – continua Di Marco – . Il tecnico ha ribadito le criticità dei primi lotti e detto chiaramente che l’opera è più utile nella Marsica che sul versante che va dalla costa al Morrone, sia per l’impatto ambientale, sia per il traffico che nell’altro bacino è più intenso su rotaia, nonché per le fattibilità. Questo, esattamente come noi stessi abbiamo asserito durante le sedute, riaprendo uno scenario su cui, grazie alla Commissione, in questi giorni ci si è tornati a confrontare soprattutto in terra marsicana. Un salto nel buio quello dei lotti 1 e 2, in pratica, ma su cui si spinge senza sentire ragioni pur di andare avanti, nonostante pure un ente come l’ERSI, con competenze ambientali tanto sensibili, non abbia avuto le carte da RFI, come è emerso oggi, necessarie a capire l’impatto sull’ambiente, come è emerso oggi”.
“Non è stata fornita loro documentazione alcuna in merito alla tratta che comporterebbe l’intervento sul Morrone, cosa necessaria per informare chi sa quali porzioni di territorio non possono essere toccate senza danni permanenti. Né i sindaci di Avezzano, Sulmona e Pratola, che hanno chiesto alla Commissione attenzione e il coinvolgimento fin qui mancato da parte regionale, ribadendo come essa stia assolvendo a un ruolo istituzionale fondamentale, diventando il luogo di una sorta di “dibattito pubblico” allargato, dove tutti i soggetti vengono convocati e ascoltati, a partire dai sindaci, che saranno tutti coinvolti, senza l’esclusione di nessuno. La finalità di queste sedute non è politica, come qualcuno vorrebbe fare intendere, ma è popolare, un livello mancato a questo progetto, in forza della priorità nazionale che esso ha, cioè la forza di poter andare avanti a prescindere dai no che incontra”.
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