VERSO IL VOTO A SULMONA, ORTONA E CARSOLI: POLI IN RITARDO, BRACCIO DI FERRO TRA FDI E ALLEATI

di Filippo Tronca

24 Gennaio 2025 08:45

Regione - Politica

L’AQUILA  – La politica anche in Abruzzo è in costante campagna elettorale, e archiviate le regionali di marzo e le europee e comunali di giugno 2024, all’orizzonte ci sono già tre importanti appuntamenti alle urne, ad Ortona, 22mila abitanti, in provincia di Chieti, a Sulmona, 22mila abitanti​, e a Carsoli, 5mila abitanti in provincia dell’Aquila, tutte e tre commissariate per la caduta anticipata delle rispettive giunte. Con i poli in ritardo quasi ovunque nella scelta dei candidati. Con il centrodestra che governa la Regione, dopo la storica riconferma del presidente Marco Marsilio di Fdi, dove a ripetersi è sempre lo stesso canovaccio, per il quale Fdi vuole fare la parte del leone, imponendo il candidato sindaco, in contrapposizione agli alleati di Forza Italia e Lega, creando fibrillazioni anche in seno al consiglio regionale.

Sono quelle di Sulmona, Ortona e Carsoli, tre sfide che faranno da trampolino di lancio per le ​prossime ​e ancor più pesanti ​elezioni della primavera del 2026, posticipate rispetto alla scadenza del settembre di quest’anno, a Chieti, Avezzano, Celano e Montorio al Vomano. E poi​, neanche il tempo di tirare davvero il fiato​, ci saranno le elezioni ​di primavera 2027, anch’esse posticipate, a Vasto​, Lanciano, Francavilla al Mare, Roseto degli Abruzzi, e si voterà soprattutto nel capoluogo L’Aquila, senz’altro la partita più importante, in una delle roccaforti di Fdi con il due volte sindaco Pierluigi Biondi, che non sarà ricandidato non essendo previsto un terzo mandato consecutivo.

Appare chiaro dunque che le sfide imminenti di Ortona, Sulmona e Carsoli vanno contestualizzate nelle trattative già serrate tra i partiti di entrambe le coalizioni nella scelta dei candidati delle prossime partite.

E’ quello che accade ad esempio a Sulmona e Ortona, e non a caso il centrodestra ancora non riesce a sciogliere i nodi.

Nella città peligna si torna alle urne dopo che il sindaco di centrosinistra Gianfranco di Piero è caduto il 3o dicembre a causa delle defezioni di tre consiglieri,  i civici Maurizio Proietti e Caterina Di Rienzo e della ex dem Teresa Nannarone,  che si sono poi dimessi assieme a ai consiglieri dell’opposizione. Ed ora la città è retta dal commissario prefettizio Ernesta D’Alessio.

Di Piero non sarà della partita: anche se è stato tirato con forza per la giacchetta ha declinato  l’invito, e nel campo largo del centrosinistra, che ha visto in questi anni insieme Pd ed M5s,  è ancora tempo di far rimarginare le ferite. Nella consapevolezza che serve ora un candidato forte, tenuto conto che Di Piero nel 2021 aveva preso molti più voti dei partiti e liste che lo appoggiavano, dunque non molto competitive, vincendo contro l’ex assessore regionale Andrea Gerosolimo, marito della vicepresidente del consiglio regionale di Noi moderati, e sindaco di Prezza, Marianna Scoccia, ritiratosi clamorosamente al ballottaggio avendo capito che la partita era persa,

Per ora sono stati nominati due coordinatori per la composizione delle liste e la formazione del programma, Attilio D’Andrea ex assessore del MoVimento 5 stelle e Matteo Puglielli esponente di Sbic. Unico nome in circolazione è quello dell’ex sindaco della città di Ovidio Peppino Ranalli, dell’ex sindaco di Pacentro e candidato con il Pd alle ultime elezioni regionali,  Guido Angelilli, e dell’ex vicesindaco dem Franco Casciani.





Il centrodestra, fortemente determinato a riconquistare Sulmona, dovrà volente o nolente allearsi con i civici di Gerosolimo, il cui gruppo politico e sociale, consolidatosi negli anni sarà in termini di voti determinante, tenuto conto che il primo partito in città alle regionali è risultato essere in piena controtendenza Noi moderati, con la moglie Scoccia candidata, con il 18,5%​  superando Fdi al 17%.

Ma il problema è che la candidatura a sindaco è contesa appunto tra Fratelli d’Italia e Forza Italia.

La situazione è dunque di stallo e intanto ​ci sarebbe in cantiere​ anche la costituzione di un terzo Polo che possa diventare ago della bilancia, il cui factotum ​sono Nicola De Simone marito della consigliera regionale di Forza Italia Antonietta La Porta, ex leghista, e l’ex presidente del Cogesa​, la società dei rifiuti ultra indebitata, Nicola ​Guerra.

Tanti finora i nomi saliti alla ribalta come possibili candidati del centrodestra, e che hanno rifiutato ​cordialmente gli endorsement, sono stati ​quelli di Maurizio Gentile, sulmonese di origine ed ex numero uno di Rete Ferroviaria Italiana, come pure l’ex presidente del tribunale Giorgio Di Benedetto.

E’ uscito fuori poi il nome, pesantissimo, dell’attuale presidente della Provincia dell’Aquila, Angelo Caruso nonché vice presidente nazionale dell’U​nione province italiane (Upi) appena riconfermato, sindaco di Fdi di Castel di Sangro che però ha liquidato la proposta affermando che “si è trattato di una chiara provocazione e le indicazioni degli ultimi giorni denotano il fatto che le forze politiche fanno fatica a trovare una figura valida”

Ci sono infine in ballo nel totonomi l’ex sindaco Fabio Federico l’ex   presidente del Consorzio di bonifica, Adelina Pietroleonardo.

Passiamo ad Ortona: un candidato in corsa da tempo già c’è, è l’avvocato Ilario Cocciola, sostenuto dal centrosinistra unito, in campo da ottobre. Cocciola è stato già candidato a sindaco nel 2022, finito al ballottaggio contro il primo cittadino uscente Leo Castiglione, sostenuto da liste civiche fino al discusso apparentamento con il candidato del centrodestra, Angelo Di Nardo. La consiliatura, a metà tra il civico e il politico di Castiglione, è stata però un calvario, e a seguito delle dimissioni di nove consiglieri comunali, il sindaco ad aprile scorso ha dovuto gettare la spugna, con la nomina del commissario prefettizio Gianluca Braga.

Ad appoggiare Cocciola nel 2022 erano state formazioni civiche e l’Udc, con il Partito Democratico che non aveva presentato liste, mentre questa volta sarà in prima fila nel “Patto per Ortona”, che vede in campo tutte le forze ​del centrosinistra, con il nome della coalizione che richiama esplicitamente quella che alle regionali del marzo 2024 ha candidato il professor Luciano D’Amico per la presidenza.

Il centrodestra è chiamato dunque a serrare le fil​e e scendere in campo, ma molti sono i nomi in ballo​ e nessuno riesce a prevalere.





Fratelli d’Italia spinge ​per Franco Vanni, medico di base, già candidato non eletto alle regionali. Invece Lega, ​Forza Italia, Noi moderati, Udc, Alleanza per Ortona e Ortona Popolare punta​no sull’ex assessore Gianluca Coletti,  figlio dell’ex senatore, consigliere regionale e presidente della Provincia Tommaso Coletti , esponente del Pd poi passato nel centrodestra, eletto nel 2020 con una lista civica.

Nome di sintesi tra i due contendenti potrebbe dunque essere l’ex sindaco di centrodestra in carica per 15 anni, e fino al 2011,​ Nicola Fratino, ma l’ipotesi sembra remota.

Era spuntato anche il nome di Enrico Dolfi direttore della divisione ferroviaria di Tua, manager romano ortonese d’adozione, uomo di fiducia del presidente della Regione Marsilio, ma che inizio dicembre ha detto che vuole restare al suo posto, tirandosi fuori dalla partita.

E veniamo infine a Carsoli, dove ad ottobre è caduto il sindaco Velia Nazzaro, con l’arrivo del commissario prefettizio Maria Cristina di Stefano.

Fatale per la due volte sindaco il mancato appoggio alle elezioni regionali dell’esponente di Fratelli d’Italia Gianpaolo Lugini, eletto consigliere con la lista Marsilio presidente. Lugini, ex vicesindaco e poi consigliere sosteneva civica bipartisan di Nazzaro, e se l’è legata al dito, facendo cadere la maggioranza, dimettendosi assieme a tre consiglieri di maggioranza e a quelli di opposizione.

Ad oggi appare certo che Nazzarro intende ricandidarsi magari tornando nel campo del centrosinistra, da cui proviene. Ma questo significa ricucire con Rosa De Luca riconducibile al Partito Democratico, uno dei consiglieri dimissionari.

Mentre dall’altra parte si lavora ad una candidatura espressione dello stesso Lugini, che però non sarà candidato sindaco, visto che resterà in consiglio regionale. Ma va detto che dentro Fdi in molti non hanno approvato il disarcionamento messo in atto da Lugini.

In provincia dell’Aquila a giugno​ si vota infine a Bisegna, 207 abitanti, dove è caduto il sindaco Antonio Mercuri, in provincia di Pescara a Bussi sul Tirino, 2.296 abitanti, comune commissariata per la morte a 70​ anni del compianto sindaco Salvatore Lagatta, in provincia di Teramo si vota infine a Castilenti 1.373 abitanti, dove è invece tragicamente scomparso a 58 anni ​l’amato sindaco Alberto Giuliani.

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