L’AQUILA – “È l’attuale legge elettorale regionale a imporre, a chi vuole davvero battere il centrodestra, la capacità di stare dentro ad un unico progetto politico, a trovare una sintesi di coalizione, che per definizione non può che essere che tra forze dissimili. Il nome del candidato presidente non può che arrivare dopo questo percorso”.
Ad un anno dalle elezioni regionali del 2024, nell’intervista streaming ad Abruzzoweb, il consigliere regionale di Legnini presidente, Americo Di Benedetto detta la linea, uscendo per la prima volta allo scoperto.
Di Benedetto sarà senz’altro della partita anche alle regionali del 2024, con un progetto civico ancora in cantiere, e non crede che il centrodestra accetti la proposta del deputato dem Luciano D’Alfonso, di introdurre nella nuova legge elettorale, al fianco del collegio unico, anche il doppio turno, “ad un anno dalle elezioni mi pare difficile, e dobbiamo ragionare sull’attuale scenario, per il quale chi non si coalizza, ha molte meno possibilità, con un turno unico e con la vittoria che va a chi ottiene anche un voto in più”.
Di Benedetto, ex sindaco di Acciano in provincia dell’Aquila, ed ex presidente della Gran Sasso acqua, è stato candidato sindaco del capoluogo per l’intero centrosinistra nel 2017, battuto al ballottaggio dal centrodestra di Pierluigi Biondi, di Fratelli d’Italia. E poi ancora nella primavera dell’anno scorso, si è ricandidato sindaco ancora una volta contro l’uscente Biondi, questa volta con un cartello civico, con in testa la sua creatura politica, Il Passo possibile, in un campo del centrosinistra però spaccato, visto che il Pd ha candidato la deputata Stefania Pezzopane. Biondi ha vinto nettamente al primo turno, per Di Benedetto almeno la soddisfazione di essere arrivato secondo.
Ora il suo progetto civico, anticipa il consigliere, “darà all’auspicabile coalizione una capacità attrattiva per chi non si riconosce nelle attuali forze partitiche”, necessario dunque per sconfiggere il centrodestra di Marco Marsilio, probabile ricandidato dell’intero centrodestra.
Un Passo possibile “allargato”, aggiunge Di Benedetto, perché “l’attuale civica ha un radicamento nella città dell’Aquila e nel suo territorio, ma stiamo lavorando già per un progetto più ampio, nell’intera regione”.
Tra i sodali di questo progetto potrebbe esserci Gianguido D’Alberto attuale sindaco civico di Teramo e ricandidato a primavera. Ed è proprio quello che è accaduto con l’elezione del presidente della provincia di Teramo a offrire un altro spunto di riflessione a Di Benedetto, visto che il Pd ha appoggiato il candidato di Fdi, Domenico Piccioni, Forza Italia e Lega hanno appoggiato Massimo Vagnoni, ma con parte della Lega che poi ha dato il sostegno a Camillo D’Angelo, che ha vinto le elezioni con il sostegno delle civiche di D’Alberto di Italia Viva ed M5s e parte del Pd. E con Azione, alleata di Italia viva, che invece ha optato per Piccioni.
“Premettiamo che quello che è accaduto è frutto anche del fatto che si trattava di una elezioni di un ente di secondo livello, senza voto popolare, frutto della bizzarra legge Delrio, con l’aggravante della ponderazione, visto che i voti dei consiglieri dei Comuni più grandi hanno più peso. A colpire dell’esito è certo la spaccatura nel centrodestra, che avrebbe potuto benissimo coalizzarsi, invece è andato in ordine sparso. Ma anche nel centro-sinistra non si può che evidenziare che l’indicazione data dal Partito democratico a votare il candidato di Fratelli d’Italia, non sia stato digerito dai suoi stessi consiglieri comunali”.
La morale della favola è dunque è sempre la stessa, e suona come un monito per le prossime elezioni regionali: “occorre lavorare per tempo a creare una squadra coesa, con obiettivi comuni, un programma condiviso, ed evitare personalismi e tatticismi”.
Tenuto conto infine che “le prossime elezioni regionali rappresentano un appuntamento importante anche in ottica nazionale, perché una sconfitta del centrodestra nella regione in cui si è candidata alle elezioni politiche del 25 settembre, l’attuale premier Giorgia Meloni, avrebbe un peso non indifferente. Ma occorre ancor di più una svolta, un girare pagina, soprattutto per gli abruzzesi. Dico solo questo: la Regione si occupa essenzialmente di sanità, che rappresenta l’80% del suo bilancio. Ebbene, non si può che constatare un totale fallimento su questo determinante fronte di Marsilio. In quattro anni non abbiamo ancora un Piano sanitario regionale, un riordino della rete ospedaliera, non è stata riorganizzata la medicina del territorio, non c’è nessuna visione strategica, la mobilità passiva aumenta con i pazienti che vanno a curarsi in altre regioni. E a pagarne le conseguenze è in particolare l’ospedale dell’Aquila in condizioni sempre più difficili anche per quanto riguarda il suo personale”. Filippo Tronca
L’INTERVISTA
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