LANCIANO – Strutture leggere, facilmente amovibili, prive di parti in muratura e calcestruzzo, con ingombro massimo a terra di 70 mq comprensivi di eventuali porticati, pergole, tende e qualsiasi altra forma di copertura esterna, con un’altezza massima di 3,50 metri ed un lotto minimo di 2mila mq, realizzate a distanza l’una dall’altra non inferiore a 400 metri secondo caratteristiche tecnico-costruttive e profilo estetico tali da ridurre al minimo l’impatto visivo e da armonizzarsi con il contesto ambientale e naturale in cui si inseriscono.
Dovrebbero ospitare bar, ristoranti, attività di vendita, noleggio o manutenzione di attrezzatura sportiva le strutture che potrebbero presto affacciarsi lungo i 42 chilometri della Via Verde della Costa dei Trabocchi grazie ad un subemendamento presentato da Nicola Campitelli, consigliere regionale di FdI con deleghe a Rifiuti, urbanistica e territorio, demanio marittimo, energia e paesaggio, le stesse che aveva nel primo mandato Marsilio ma in qualità di assessore in quota Lega.
“Se questa norma venisse approvata, potrebbe essere costellata da oltre cento nuove strutture, una ogni 400 metri, che potenzialmente scaricherebbe sulla Costa dei Trabocchi circa 6.000 mq di superfici commerciali equivalenti a 4 supermercati di grandi dimensioni. Sarebbe la nascita di una vera e propria barriera speculativa”, evidenzia il M5S.
La questione, che ha già sollevato numerose polemiche, arriverà giovedì 15 maggio nella seduta della Seconda Commissione consiliare “Territorio, ambiente e infrastrutture” con il Pdl “(…) Modifiche alle leggi regionali 15 ottobre 2012, n. 49 e 3 novembre 2022, n. 29. Disposizioni per favorire il recupero, la riconversione e la riqualificazione delle aree produttive”.
Per il capogruppo del M5S in Consiglio regionale, Francesco Taglieri: “È evidente la confusione di chi lo ha presentato, che continua a creare disagi anziché semplificare, con soluzioni ambigue e non condivise – dice ad AbruzzoWeb – Si tratta dell’ennesimo emendamento inserito nella legge ‘Salva casa’, senza senso. È solo propaganda alla vigilia della stagione estiva che non porterà a nulla di buono per la costa e lascerà gli esercenti con il cerino in mano”.
“Siamo assolutamente favorevoli ad ampliare i servizi ma vogliamo capire di che tipo e come dovrebbero essere garantiti, a tutela di frequentatori ed imprenditori. Già in passato la Lega ha creato confusione con altri emendamenti, ci chiediamo quali siano i criteri di queste iniziative”, aggiunge.
Lo scorso anno un altro duro scontro in Consiglio regionale per un subemendamento al testo unico in materia di commercio, presentato dall’allora consigliere Fabrizio Montepara, della Lega, definito un tentativo di “privatizzazione di fatto della via Verde”, con il quale, secondo le opposizioni, “con il pretesto delle ‘circostanze eccezionali’”, sarebbero state autorizzate “le strutture temporanee terziarie, destinate a servire i territori di particolare interesse turistico-ricettivo, a diventare permanenti”.
In questo nuovo caso, evidenzia la consigliera M5S Erika Alessandrini, si tratterebbe di “un colpo di mano gravissimo contro l’ambiente, il paesaggio e la volontà dei territori: l’emendamento presentato in Commissione dal consigliere Campitelli, che autorizza la realizzazione di strutture lungo la Via Verde della Costa dei Trabocchi, è una scelta scellerata, miope e autoritaria, che rappresenta l’ennesima prova della cieca arroganza della destra abruzzese”.
Alessandrini, che ha chiesto il ritiro immediato dell’emendamento, per consentire l’apertura di un confronto trasparente e partecipato, fondato su audizioni dei Comuni interessati, della Soprintendenza e di tutti i soggetti competenti e portatori di interesse, ha poi sottolineato: “Non è pensabile che si possa legiferare con tale leggerezza su un tratto costiero vincolato, delicatissimo e ad altissimo valore ambientale e paesaggistico. Se l’emendamento non verrà ritirato, siamo pronti a una battaglia durissima in Aula. Nessuno pensi che si possa calpestare il territorio senza conseguenze”.
“Una violazione palese delle norme di pianificazione. Non si tiene conto degli scarichi dei reflui, degli impianti, dei parcheggi, della viabilità ciclabile, degli standard collettivi, della sicurezza e accessibilità. Un’imposizione unilaterale, senza alcuna visione d’insieme, che compromette l’equilibrio tra tutela ambientale e sviluppo locale”. E ancora: “Nessuna valutazione ambientale strategica (VAS), senza coinvolgimento dei Comuni, in deroga al Piano di Assetto Naturalistico e ai Piani Regolatori che non prevedono edificabilità e con nuove volumetrie che non rispettano gli standard urbanistici”.
Ma c’è di più, osserva Taglieri: “Gli imprenditori si troverebbero a montare e smontare strutture con costi altissimi, circa 20mila euro, per una sola stagione. Praticamente rinunciando agli incassi di due o tre mesi di attività. Come si fanno a garantire servizi senza guadagni? Abbiamo già dimenticato le difficoltà dell’anno scorso, con i controlli e i vari impedimenti che hanno ritardato le aperture?”.
“In questo caso gli imprenditori dovrebbero fare domanda, ricevere le autorizzazioni, aspettare che la Regione stabilisca il calendario. Perché affrontare la questione a maggio e non stabilire un programma a inizio anno o addirittura prima? È il solito caos che non agevola nessuno e crea disorientamento”.
“Ci sarebbero tanti altri quesiti da sollevare su questo emendamento-manifesto redatto, anche male, forse per lanciare qualche messaggio non meglio precisato. Non è più tempo di spot, non possiamo rischiare di mettere a rischio la stagione”, conclude Taglieri.
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