L’AQUILA – La paura come costante di tante vite spezzate dalla violenza, cambia tutto eppure niente, ne è testimone quell’invincibile timore di denunciare che non lascia traccia di richieste di aiuto, soffocate da aguzzini e spietata indifferenza.
In occasione del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, abbiamo provato a ricostruire alcuni dei tanti percorsi di lotta e speranza, di sostegno e prevenzione avviati in Abruzzo attraverso il bilancio fornito dai vari enti.
Si parte intanto da alcuni dati, in questo caso quelli del report ‘Il pregiudizio e la violenza contro le donne’ elaborato dalla Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della Pubblica sicurezza e che prende in esame i circa 37 mesi intercorsi dall’entrata in vigore della legge “Codice rosso”. Solo in Abruzzo si contano 151 casi di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, con un incidenza su 100mila abitanti pari all’11,2%, superiore rispetto alla media nazionale del 10%. Per quanto riguarda il “Revenge Porn”, ovvero la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, si contano almeno 57 casi, di cui al 73% le vittime risultano essere donne.
Ieri, la sala consiliare del Comune di Pescara ha ospitato l’annuale incontro promosso dall’assessore alle Politiche Sociali Adelchi Sulpizio per presentare il report dei dati raccolti annualmente dal Centro Ananke (convenzionato con il Comune) e riguardanti le donne vittime di violenza.
La coordinatrice del centro antiviolenza Ananke Anna Murolo ha illustrato nel dettaglio il report 2022: “La differenza che abbiamo notato subito – ha detto – è che, a fronte dell’aumento del 4% dei casi, pur se le utenti sono in maggioranza di età compresa tra i 40 e i 49 anni, sono cresciute nel numero le donne tra i 50 e i 59 anni che si rivolgono a noi. Ciò significa che hanno iniziato a porsi delle domande, e questo è un fatto importante perché purtroppo molte non hanno ancora una corretta percezione del rischio che corrono. Ritengo che già attivare questo ‘campanellino d’allarme’ sia importante, ma certo è che non deve venir meno il nostro impegno per la sensibilizzazione e per la presa di coscienza culturale sul fenomeno”.
Secondo la presidente di Ananke Brunella Capisciotti: “Rispetto al passato, a me pare vi sia una maggiore capacità degli operatori e dei servizi specializzati. Tutti sono tenuti a fare formazione e questo ha fatto sì che le intese che sono in essere con le forze dell’ordine e con il pronto soccorso, sulle base di protocolli ministeriali, stiano dando importanti risultati”.
Nel suo intervento lo stesso sindaco Carlo Masci si è concentrato sull’aspetto della paura di denunciare “che molte donne ancora oggi subiscono. Perché accade questo? Forse perché la società non offre adeguate sicurezze e non tutela la dignità di chi vive il dramma della violenza? Credo che iniziative come questa siano fondamentali per sensibilizzare in particolare i giovani ma non solo. Ringrazio quindi l’associazione Ananke, che dal 2005 offre un contributo essenziale per questa amministrazione, e il nostro assessorato alle Politiche Sociali che molto in questi anni si è impegnato. Ringrazio Ananke per ciò che fa, perché il problema nel problema è che le donne che subiscono maltrattamenti spesso non sanno a chi rivolgersi. Ananke offre loro aiuto, comprensione, è una presenza importante, un “rifugio” psicologico che c’è. Ma noi abbiamo come amministrazione anche cercato di guardare dall’altra parte con il CAM (Centro ascolto Maltrattanti) che è nato un anno fa e che sta crescendo nel numero di utenti assistiti. Noi come Comune ci siamo e ci saremo”.
L’assessore Adelchi Sulpizio ha sottolineato “l’importanza di monitorare e vigilare. Noi lo facciamo 365 giorni all’anno e non solo in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Oggi, nel presentare questo report, Ananke ci conferma purtroppo che il fenomeno della violenza sulle donne è in aumento, quest’anno del 4%. E allora la nostra scelta di varare la campagna #365NOallaviolenzasulledonne vuole divulgare un messaggio preciso: non ci si ricorda solo il 25 novembre di contrastare questo triste fenomeno, ma la soglia di attenzione deve essere alta tutto l’anno. La prevenzione è fondamentale per contrastare la violenza di genere, per questo ho invitato molte associazioni in questo progetto, molte delle quali hanno risposto con entusiasmo. Un caloroso ringraziamento va al Centro Anti-violenza Ananke per il suo fondamentale contributo, e a tutte le associazioni e ai portatori d’interesse, oltre che allo staff delle Politiche Sociali che ha reso possibile la realizzazione e la diffusione di tutte le iniziative”.
A Chieti, e raddoppiato, da novembre del 2021 a oggi, il numero delle donne prese in carico dalla rete del Centro Antiviolenza Alpha: sono 102, per lo più fra i 30 e i 39 anni (36%), fra i 40-49 sono il 26%, fra i 20 e i 29 anni il 18% e poi fra i 50-59 anni il 14%, fra i 60 e 69 il 4 e
il 2 % fra i 70 e 79 anni. E sono per l’84% per cento italiane, con piccole percentuali di donne che provengono da Ucraina, Marocco, Cuba, Romania, Tunisia, Bangladesh e Venezuela.
Autore della violenza per il 43% è il marito per il 18% il compagno, per il 16% l’ex marito, per il 9% l’ex fidanzato, il fidanzato, un conoscente, un famigliare, l’ex compagno, l’autore della violenza è italiano nell’86% dei casi. Le donne che si sono rivolte anche solo telefonicamente al centro antiviolenza per informazioni e consulenze psicologiche e legali sono state 252, di cui 150 per informazioni e 43 per consulenze legali.
Tra i tipi di violenza spicca quella psicologica, 36%; poi quella fisica, il 24%, quella economica, il 16%, il 14% violenza sessuale e il 10% stalking.
“Il numero delle donne prese in carico dal Centro Antiviolenza è aumentato, ma non è un fatto negativo – ha detto la responsabile del Centro
Antiviolenza comunale Marialaura Di Loreto. C’è stato un aumento, perché le donne cominciano ad avere fiducia nell’esistenza di questo Centro e ci chiedono di essere protette. Questo aumento è anche l’onda lunga del Covid, che ha visto esplodere in maniera evidente i casi. L’altro dato è che purtroppo sono aumentate le richieste sulla fascia di età più bassa, sono state tante le donne fra i 19 e i vent’anni di età,
ciò significa che va fatta una sensibilizzazione a tappeto nelle scuole per prevenire i casi e formare le donne. Altro dato positivo è che abbiamo inserito diverse donne nell’empowerment lavorativo che ci consente farle operare nelle aziende che fanno parte della rete e ricominciare”.
“Quando si parla di violenza contro le donne e di femminicidio non parliamo purtroppo di uno stato di eccezione o di emergenza, ma dell’estrema conseguenza della cultura che lo alimenta e lo giustifica – ha detto il sindaco Diego Ferrara – È un fenomeno strutturale e come tale va affrontato anche a livello istituzionale. Bisogna farlo abbattendo gli stereotipi perché soggezione e obbedienza, rassegnazione, sono ciò che l’uomo della società patriarcale si aspetta dalle donne. Disinnescando già in età scolare la bomba in via di fabbricazione della misoginia e sessismo, si arriverà a non farla esplodere. Il Comune collabora con la Rete e Politiche sociali e servizi mirati a questo e concertati con il mondo che opera in questo campo”.
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