VOTO AVEZZANO: PD SOSPENDE DI PANGRAZIO, QUAGLIARIELLO, “A CENTRODESTRA SERVE LOGICA COALIZIONE”

24 Settembre 2020 20:36

L'Aquila - Abruzzo

AVEZZANO – Mentre il centrodestra apre a riflessioni sulle evidenti “spaccature” che si sono manifestate a tutto campo in occasione delle sfide elettorali, il Pd valuta ricorsi e prende provvedimenti disciplinari.

A pochi giorni dal ballottaggio ad Avezzano, che vedrà sfidarsi Gianni Di Pangrazio, e Tiziano Genovesi – candidato della coalizione composta da Lega, Fratelli d’Italia, Udc e Cambiamo Futuro – il Centrosinistra, che con il candidato sindaco Mario Babbo ha sfiorato il ballottaggio, ottendendo il 21,06 per cento per 4.940 preferenze, a favore di Genovesi (22,18 per cento e 5.204 preferenze), per voce dei vertici regionali del Pd, il segretario, Michele Fina, il presidente, Manola Di Pasquale, e il capogruppo in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, ieri ha fatto intendere di valutare il ricorso.

“Il Pd qui si è rigenerato attraverso un percorso molto bello, e anche qui la Lega solo l’anno scorso era al 38 per cento, mentre adesso il candidato sindaco Genovesi, con Lega, FdI e due liste di centro, arriva appena al 20″, ha spiegato Fina.

E oggi lo stesso Pd ha sospeso per un anno Giuseppe Di Pangrazio, ex presidente del Consiglio regionale, nonché membro dell’assemblea regionale del partito e punto di riferimento della corrente base riformista.

La decisione, presa il 16 settembre dalla Commissione regionale di garanzia presieduta dall’avvocato Carlo Benedetti, ex presidente del Consiglio comunale dell’Aquila, è stata però resa nota solo ieri, a urne chiuse.





Il motivo è che nelle elezioni comunali di Avezzano (L’Aquila), la sua città, Giuseppe Di Pangrazio non avrebbe sostenuto come ci si sarebbe aspettati, il suo partito, schierato con il candidato civico Mario Babbo, arrivato terzo, ma il fratello Gianni Di Pangrazio candidato sindaco che a capo di 8 liste è arrivato in testa al primo turno e che ora dovrà affrontare al ballottaggio il leghista Tiziano Genovesi candidato del centrodestra.

In realtà che Giuseppe Di Pangrazio avrebbe aiutato il fratello Gianni, rivelano fonti interne al Pd, era cosa nota, oltre che comprensibile, tanto che l’ex presidente del Consiglio regionale si era autosospeso dal partito, proprio per questa ragione.

La Commissione ha però ritenuto l’autosospensione non sufficiente, anche perché non prevista nel regolamento, e dunque ha deciso per il provvedimento disciplinare.

Dal centrodestra, intanto, il senatore Gaetano Quagliariello, di “Cambiamo”, rivendica il proprio ruolo all’interno della coalizione e invita alla riflessione: “Voglio dire anche agli amici e agli alleati della destra che dovrebbero comprendere che i nostri voti ad Avezzano sono stati decisivi. E non erano voti scontati, li abbiamo presi uno a uno con il ‘forcipe’, perché oggettivamente c’erano altre coalizioni che rispondevano di più alle nostre esigenze. Per questo bisogna avere una logica di coalizione. Io mi auguro che questa sarà la logica che si affermerà nelle prossime due settimane”.

“Sono state elezioni molto significative – ha detto Quagliariello – sia a livello nazionale che abruzzese. In Abruzzo si è andati un po’ oltre una tendenza che si è manifestata a livello nazionale. Il centrodestra, anzi, la destra si è rivelata oggettivamente forte, ha vinto una regione in più di quelle che aveva, ma le manca per vincere una partita anche nazionale e candidarsi al governo della nazione quell’area centrista, liberale, conservatrice, moderata, che ha una cultura di governo e che ha buon senso. Quell’area che un tempo era rappresentata da Forza Italia. E che ora, è oggettivo, elezione dopo elezione perde una parte dei suoi voti”.

Per Quagliariello, “Qui in Abruzzo quell’area si è addirittura staccata. A Chieti non è stata presente, ad Avezzano ha fatto una candidatura alternativa. Ecco, di fronte a questo ci sono due cose: una che si riferisce al passato, un’altra che si riferisce al futuro. Per il passato, noi abbiamo fatto delle liste in Italia e in Abruzzo. Noi di Cambiamo. E i risultati sono soddisfacenti: in provincia dell’Aquila abbiamo vinto alcuni comuni e abbiamo preso qualche sindaco, ma soprattutto ad Avezzano, dove c’erano due coalizioni centriste – la coalizione della Taccone e la coalizione di Gianni Di Pangrazio che hanno preso complessivamente circa il 50 per cento dei voti – noi che crediamo ancora che sia un bene che in Italia esista un centrodestra e un centrosinistra, abbiamo portato, assieme alla lista dell’Udc quegli 800, 900 voti, anche se mancano ancora due sezioni, che sono stati decisivi per consentire al candidato Tiziano Genovesi di andare al ballottaggio”.





“Questa – ha aggiunto il senatore – è la cosa che riguarda il passato. La cosa che riguarda il futuro è che noi abbiamo fatto questo sulla spinta quasi della necessità e del volontariato. Ecco, dopo queste elezioni ci organizzeremo. Abbiamo un consigliere regionale, Roberto Santangelo, consiglieri provinciali, tanti consiglieri comunali e alcuni sindaci. Faremo una forza moderata, liberale, in Abruzzo, aspettando che la stessa cosa avvenga anche a livello nazionale. Vorremmo rappresentare quella forza qui sul territorio abruzzese. Non c’è più da aspettare, non è possibile rimanere all’interno di contenitori che hanno un grande passato dietro le spalle e anche un grande futuro dietro le spalle. Di un grande passato non c’è niente di male, ma è necessario muoversi subito”.

“Io tiro la carretta da ormai cinque, sei anni. Perché faccio questo? Perché da allora credo che quel movimento che ha segnato la storia del Paese, che ha segnato anche la mia storia personale e che ha trovato nell’epifania di Berlusconi l’occasione per diventare maggioritario, per portare la destra ad essere maggioritaria in Italia, aveva bisogno di un rinnovamento e di una rifondazione sia nei contenuti – perché il ventunesimo secolo non è il ventesimo secolo, sia anche nelle persone e nei metodi. Non mi ritengo anziano, però ho una certa età, non inizio una nuova carriera politica in un’altra area politica, che rispetto, ma o c’è un processo di federazione, oppure io rimango in quell’area politica”, ha detto ancora.

“Si è perso tanto tempo – ha quindi dichiarato Quagliariello – ora mi sembra che la realtà sia presente a tutti. E voglio dire anche agli amici e agli alleati della destra che dovrebbero favorire questo processo. Dovrebbero ad esempio comprendere, come ad Avezzano, che quei voti siano stati decisivi. E non erano voti scontati, li abbiamo presi uno a uno con il forcipe, perché oggettivamente c’erano altre coalizioni che rispondevano di più a quelle esigenze. Per questo bisogna avere una logica di coalizione. Io mi auguro che questa sarà la logica che si afferma nelle prossime due settimane, perché se gli elettori di Avezzano e gli elettori di Chieti capiranno che a vincere è una proposta politica nella quale tutti potranno essere rappresentati, soprattutto quelli che hanno fatto dei sacrifici, e si riuscirà a parlare anche a quelli che sono stati sconfitti al primo turno, parliamo di Avezzano, ma molti, moltissimi elettori della Taccone sono elettori che naturalmente avrebbero votato per il centrodestra, se si riuscirà a parlare a quegli elettori si potrà conquistare il comune, si potranno recuperare di gran lunga quei dieci punti di svantaggio”.

“Se, invece, si avrà una logica di parte, per cui, appunto, l’importante non è il tutto, ma il proprio particolare, beh, allora in quella logica si affermerà per forza di cose una sorta di continuità negativa. Perché dico continuità negativa? Questa è la ragione per cui noi abbiamo scelto di stare nel centrodestra anche in una coalizione molto squilibrata. Devo essere sincero, non è che mi sia sentito completamente a mio agio sul palco quando si inneggiava al ‘Capitano’ (Salvini, ndr), ma ho deciso di essere lì perché ritengo che in una città dove negli ultimi anni è accaduto di tutto, tra commissariamento e ‘anatra zoppa’, il fatto veramente rivoluzionario è che ci sia una coalizione coesa che vince. Non è solo un ‘turatevi il naso’, noi siamo stati insieme alle elezioni nazionali ed io sono stato eletto come espressione di una coalizione di centrodestra, alle regionali e governiamo insieme, siamo insieme all’Aquila e ci siamo presentati insieme ad Avezzano. I cittadini, se quella coalizione sbaglia, se governa male, sa dove trovarci. E sa anche come farcela pagare”.

“Nelle altre coalizioni, diciamo quelle centriste, quelle che stanno un po’ qua e un po’ là, è molto difficile andare il giorno dopo a chieder conto se uno fallisce. Quindi, io non mi pento affatto della mia scelta. Credo che se ci fossimo presentati in un’altra coalizione avremmo preso di più, ma non importa. L’importante era affermare una logica di coalizione ed il fatto che all’interno di questa coalizione ci deve essere un’area moderata, liberale e conservatrice che noi rappresentiamo. Abbiamo rappresentato fin qui in maniera, diciamo così, un po’ volontaristica, mi passi il termine, dilettantistica – ‘erano gli amici di Quagliariello, gli amici di Santangelo, gli amici di Srour, ecco, da dopo i ballottaggi noi quest’area la organizzeremo. E saremo quel polo”, ha affermato ancora.

“Chi vince a Chieti e ad Avezzano? In ‘origine’, ero un professore universitario. Quando ho iniziato a far politica, anche un po’ per caso, dopo una settimana ho capito una cosa: che se volevo continuare a farla, mi dovevo dimenticare la cattedra, levarmi l’abito e indossare indumenti di lavoro. In questo momento si lavora, si cerca di spiegare perché la nostra proposta può essere migliore. Non si fanno pronostici. I commenti vengono il giorno dopo”, ha concluso.

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