VOTO SARDO CASO ISOLATO O INIZIO EFFETTO DOMINO? REGIONALI IN ABRUZZO DIVENTANO ARMAGEDDON

28 Febbraio 2024 09:27

Regione - Politica

L’AQUILA – Un effetto domino, le elezioni in Sardegna lo hanno intanto ottenuto: il voto delle regionali in Abruzzo del 10 marzo si è imposto alla ribalta nazionale, come una sorta di armageddon. Nel quale, dovesse rivincere, come nell’isola, il campo largo a trazione Pd ed M5s, allora per il centrodestra sarebbe uno psicodramma, e come molti cronisti politici asseriscono, sarebbe la fine della luna di miele degli italiani con il governo di Giorgia Meloni, una mazzata terrificante per i sogni egemonici di Fratelli d’Italia, il divampare dei conflitti interni alla coalizione.

Al contrario, con la riconferma in Abruzzo di Marco Marsilio, fedelissimo di Giorgia Meloni, al pari dello sconfitto in Sardegna, Paolo Truzzu, il centrodestra potrà tirare un sospiro di sollievo, dopo un semplice passo falso dovuto a dinamiche interne dell’isola. Non solo: la formula del campo largo, che in Abruzzo è anzi larghissimo, visto che in coalizione ci sono anche Azione e Italia viva, subirebbe una battuta d’arresto, e riprenderanno fiato coloro che nel Pd e non solo, guardano ai moderati, piuttosto che ad una alleanza organica con i pentastellati.

Mettiamoci pure che oramai la forbice tra Marsilio e D’Amico è tutt’altro che incolmabile, di pochi punti percentuale, e c’è la forte incognita rappresentata da quella metà degli abruzzesi che per ora ha dichiarato di non andare a votare, non ha ancora deciso chi, e non è stata direttamente, o indirettamente, beneficiaria dei fondi a pioggia distribuiti a piene mani dai consiglieri di maggioranza e non solo, il cambio del voto.

Ci sono insomma tuti gli ingredienti per rendere pirotecnici gli ultimi dieci giorni di campagna elettorale, con l’invasione di big di tutti i partiti e schieramenti. E anche i candidati si preparano finali con il botto, con gli oramai tradizionali bagni di folla, cooptando tutti gli altri componenti delle liste che devono a loro volta ciascuno portare il proprio contingente di simpatizzanti e truppe cammellate.





Nel centrodestra c’è senz’altro nervosismo, perché la vittoria non è più data per scontata come qualche mese fa.  Ma ancora non scatta la mobilitazione come coalizione e coordinamento della stessa. Neppure nel campo largo è andato in scena il summit di coalizione.

A suonare la carica è intanto la segretaria nazionale del Partito democratico Elly Schlein: “il risultato alle regionali in Sardegna ci regala speranza ed entusiasmo per le prossime scadenze, a iniziare dal 10 marzo in Abruzzo, su cui chiameremo alla mobilitazione l’intera coalizione che lì è ancora più ampia va da Calenda a Fratoianni,  per vincere con Luciano d’Amico. Anche qui vale il metodo che ci siamo dati: mettere in campo sui territori non accozzaglie ‘contro’, ma progetti concreti ‘per’. Ovunque partendo dall’ossessione per la sanità pubblica, per spendere i fondi europei, con una visione opposta al corporativismo della destra”.

“Lo squillo di tromba è arrivato! Adesso, tutti in Abruzzo!”, afferma l’esponente Pd Pier Luigi Bersani. Fiducioso anche Giuseppe Conte: “Giovedì mi sposto in Abruzzo, c’è un progetto molto chiaro con obiettivi condivisi”.

Previsioni opposte, come ovvio quelle del vicepremier e segretario nazionale della Lega, Matteo Salvini,  che ieri a Chieti ha tuonato: “Qui ci sono solo due candidati e non c’è voto disgiunto che : o vince uno o vince l’altro. Secondo me qui vinciamo, e non di poco, con la Lega sopra il 10%”

Non ha dubbi il senatore e segretario regionale di Fdi, Etel Sigismondi: “Il centrosinistra abruzzese festeggia la vittoria della Sardegna perché sa di non poterlo fare in Abruzzo il prossimo 10 marzo, quando verrà sonoramente bocciato dai cittadini. L’Abruzzo, infatti, ha già conosciuto il malgoverno del centrosinistra e, come si respira sui territori, certamente dalle urne emergerà la volontà di proseguire la fase di crescita che il presidente Marco Marsilio è riuscito ad imprimere alla nostra regione. In Sardegna c’era consapevolezza che la competizione sarebbe stata difficile per il centrodestra e questo aspetto ha comportato anche il cambio del candidato alla Presidenza. In terra d’Abruzzo la situazione è completamente diversa”, ha affermato.

Per quanto dunque riguarda gli appuntamenti con in  big, e solo per citare quelli ufficializzati: per il centrodestra  il 5 marzo, per chiudere insieme, come fatto in Sardegna, la campagna elettorale, ci saranno Meloni, che tra le altre cose è stata eletta deputato nel collegio L’Aquila-Teramo, Salvini, e Antonio Tajani, leader di Forza Italia.





E Salvini ha in programma visite anche il 2, 3, 7 e 8 marzo.

Oggi a L’Aquila c’è il sottosegretario al Cipess Alessandro Morelli, il 5 marzo è atteso il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni.

Per il Movimento 5 stelle Conte giovedì sarà al Castello Orsini di Avezzano, altre visite sono i programma il 2 e 3 marzo. Ha annunciato che verrà in Abruzzo anche la neogovernatrice della Sardegna, la pentastellata Alessandra Todde.

Schlein, più volte in Abruzzo nella passate settimane, sarà a Pescara il 7 marzo e altre date saranno annunciate a breve.

Il leader di Azione, Carlo Calenda, sarà all’Aquila il 4 marzo.

 

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