L’AQUILA – Avrebbe negato di aver venduto o diffuso foto e filmati pur ammettendo le sue responsabilità nell’uso delle webcam per spiare gli inquilini che vivevano nei suoi appartamenti del condominio di via degli Acquaviva alla periferia dell’Aquila.
È quanto trapelato dall’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale, Giulia Colangeli, del 56enne, A.G., accusato di aver installato microcamere negli alloggi dati in locazione a studenti, studentesse e allievi della Scuola di ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza ma anche professionisti.
Il gip si è riservato di decidere sulla richiesta degli arresti domiciliari invocata dalla Procura della Repubblica temendo il pericolo di inquinamento delle prove.
Dall’esame dei dispositivi avviati dagli investigatori, si scoprirà se le sue dichiarazioni sono veritiere.
Le indagini sono in corso su due fronti: interferenza illecita nella vita privata (per aver collocato dispositivi di ripresa in ambienti privati) e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, ipotesi aggiunta in un secondo momento e legata alla possibile circolazione dei filmati registrati.
Ma ci sono altri sviluppi. Infatti una coppia non aquilana che ha vissuto in quello stabile negli anni passati, tramite l’avvocato Maria Leone, ha presentato una denuncia penale nella quale si ipotizza che le telecamere abbiano filmato anche la loro figlia minorenne, ma si tratta di sospetti ancora al vaglio della perizia e tutti da provare.
Gli esiti della perizia chiesta dalla Procura della Repubblica rappresentata dal pm Andrea Papalia, saranno completati fra 3 mesi.
CASE SPIATE CON WEBCAM ALL’AQUILA: TITOLARE APPARTAMENTI, “MAI DIFFUSI FILMATI”L'AQUILA - Avrebbe negato di aver venduto o diffuso foto e filmati pur ammettendo le sue responsabilità nell'uso delle webcam per spiare gli inquilin...








