BUCO SANITÀ: MARSILIO VS PRIVATI, “FALSI ALLARMI”, “FANGO SU PUBBLICO PER RIMBORSI A PIE’ DI LISTA”

QUARTA E ULTIMA PUNTATA DEDICATA ALL'INTERVENTO DEL PRESIDENTE IN CONSIGLIO REGIONALE. "LA MOBILITA' PASSIVA PROBLEMA DI QUASI TUTTE LE REGIONI, A VANTAGGIO EMILIA E LOMBARDO VENETO". "MAI NEGATI MEDICINALI AI PAZIENTI, CAMPAGNE VERGOGNOSE". "CON CENTROSINISTRA LISTE DI ATTESA ERANO ANCORA PIU' LUNGHE"

28 Maggio 2025 09:06

Regione - REGIONE

L’AQUILA – “Speciose denunce allarmistiche gettano fango a piene mani sul sistema sanitario pubblico, si traducono sulle televisioni nazionali in trasmissioni scandalistiche che fanno molta audience, e ho il sospetto che dietro ci sia qualche gruppo di interesse che le alimenta, se l’obiettivo è quello di far andare i pazienti a curarsi a pagamento, con il rimborso a piè di lista”.

Ha lanciato anche un siluro alla sanità privata il presidente della Regione, Marco Marsilio, di Fdi, nell’ultimo Consiglio regionale, dove  si è reso protagonista di un lungo e articolatissimo intervento dedicato alla sanità, e al deficit che nella stessa seduta è stato appianato con una dolorosa manovra da 131 milioni di euro.

Intervento raccontato a puntate – questa è la quarta e ultima – da Abruzzoweb, e che ha toccato vari punti caldi, con aperture alle opposizioni, ma anche accuse di sciacallaggio e demagogia, e Marsilio ha soprattutto messo al centro la vertenza nazionale di cui si è fatto promotore per un maggiore gettito nella nuova ripartizione del Fondo sanitario nazionale, battaglia che lo vede alla testa delle regioni più piccole e meno densamente popolate, che chiedono diversi criteri di ripartizione, visto che gli attuali, favoriscono oltremodo regioni del Nord, come innanzitutto Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Ha annunciato che c’è una vertenza in corso per ottenere 490 milioni dal pay back per i dispositivi medici, vantati dalle imprese fornitrici, che sarebbero manna dal cielo, è entrato nel merito della rete ospedaliera, chiedendo alle opposizioni di fare proposte, che ovviamente non possono essere, a seconda dell’appartenenza territoriale, quattro Dea di secondo livello, i super ospedali, in ciascuno dei capoluoghi di provincia.

Nei passaggi qui relazionati, Marsilio invece ha insinuato che dietro le campagne diffamatorie ci sia la longa manus dei potentati privati, senza specificare quali, se nazionali, o anche abruzzesi. Nell’ultimo caso il convenzionamento costa alle casse regionali oltre 200 milioni di euro l’anno, e recentemente la giunta ha approvato regole più stringenti per verificare l’appropriatezza delle cure, con controlli più stringenti affidati all’Agenzia sanitaria regionale.





Marsilio ha poi affrontato anche il tema della mobilità passiva, ovvero dei pazienti che vanno a curarsi in altre regioni, costata all’Abruzzo nel 2023 circa 1oo milioni di euro, dal 2014 830 milioni di euro. Ha respinto sdegnato le polemiche sui casi di farmaci negati ai pazienti, costretti a portarseli da casa. Ha fatto notare poi che per quanto riguarda l’inappropriatezza delle visite, la politica ha le mani legati, sono i medici, “in piena autonomia e in scienza e coscienza” a decidere.

La mobilità passiva, è un problema ha sottolineato però il presidente, “non colpisce certo solo l’Abruzzo, ma l’intera Italia, tranne qualche microscopica eccezione, come il Molise. E se la mobilità attiva fosse sintomo evidente della buona salute di cui gode la sanità in quella regione, il Molise sarebbe un modello e mi pare che, insomma, non si possa dire esattamente questo”.

Mobilità passiva di cui traggono grande beneficio, come una “sorta di calamita, un triangolo ben delimitato da Emilia Romagna e Lombardo Veneto, che quasi prosciuga la sanità di tutte le altre regioni, quasi nessuna esclusa a conferma di un sistema squilibrato, visto che quelle regioni hanno una sovrabbondanza di risorse economiche che gli consente non solo di garantire i servizi, ma di attirare paziente da tutte le altre regioni d’Italia”.

Si è accalorato dunque Marsilio: “smettetela con la propaganda, lo so che capisco che è una propaganda facile per carità, anche io nel 2019 ho fatto la campagna elettorale sui pronto soccorso e sulle liste di attesa”.

A proposito di un altro aspetto critico, quello delle liste di attesa, che poi alimenta la mobilità passiva, Marsilio ha preso di mira l’ex presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, ora deputato del Pd, e l’ex assessore alla Sanità, Silvio Paolucci, ora capogruppo dem in consiglio regionale: “negli anni meravigliosi da voi rimpianti della presidenza di D’Alfonso e dell’assessore Paolucci, le liste d’attesa erano più lunghe e peggiori di quelle attuali. Lo possiamo certificare numeri alla mano, non temiamo confronti​: voi eravate a 400.000 prestazioni contro le 700.000 attuali​, cioè noi abbiamo garantito l’aumento della produzione​, tale da coprire tutto quello che mancava, e anche di più”.

Poi  però, ha ammesso il presidente, sono sopravvenute “dinamiche che non sono gestibili da nessuno di noi, come l’esplosione della pandemia e anche una esplosione di inappropriatezza prescrittiva, di medicina difensiva”.





Ha tenuto dunque a sottolineare su questo ultimo punto Marsilio:  “penso ormai sia esperienza comune che chi va con il mal di testa da un medico esce fuori con una lista di analisi che non finisce mai, e rispetto alla quale c’è poco da discutere, perché i medici che prescrivono sono professionisti che nella loro autonomia, in scienza e coscienza, prescrivono quello che devono, e nessuno di noi può dire a un medico di non prescrivere un’analisi, un farmaco e così via.  Gli unici che possono mettere in discussione una prescrizione sanitaria è un sanitario di livello superiore, mai un direttore generale, un capo dipartimento, figuriamoci un assessore o un presidente di Regione, sarebbe un reato di enorme gravità”.

Infine Marsilio è entrato nel merito dei casi di carenza di farmaci negli ospedali abruzzesi, portati da casa dagli stessi pazienti, definendole “polemiche ignobili”.

“Come se questi farmaci li avessero comprati al supermercato! Sono gli stessi farmaci che noi abbiamo distribuito tramite le farmacie e quindi chi ha diritto non li paga. E comunque non è mai accaduto che a qualcuno sia stato sottratto o negato un farmaco. Mai e poi mai. E’ inutile mandare qualche medico travisato nelle trasmissioni di Parenzo o a Piazza pulita o da qualche altra parte a raccontare queste bugie, rispetto alle quali si nascondono quelli che lo fanno proprio perché non possono sostenere il confronto. Non è mai avvenuto, al massimo è capitato due o tre volte per qualche ora, per difficoltà organizzative e logistiche di una farmacia o di una qualche Asl, ma quel farmaco importante che la mattina non era disponibile, la sera o al massimo il giorno dopo era stato già somministrato”.

Anche su questo, ha chiosato il presidente, però “si sono fatte delle campagne vergognose. A danno degli operatori sanitari innanzitutto perché pensando di fare danno al presidente della Regione si insulta la gente che lavora, salva le persone e cura i malati”.

 

 

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