L’AQUILA: STRISCIONE CONTRO BIONDI, MAGGIORANZA VA VIA, OPPOSIZIONE, “VENITE A LAVORARE!”

27 Ottobre 2025 13:20

L'Aquila - Politica

L’AQUILA – “In seguito ai gravi episodi di violenza verbale verificatisi durante la scorsa seduta del Consiglio comunale – quando, dopo aver preteso di ascoltare il sindaco, alcuni esponenti dell’opposizione hanno scelto di urlargli contro in modo offensivo e irrispettoso durante il suo intervento, impedendogli di parlare – noi consiglieri comunali di maggioranza abbiamo deciso di non continuare la seduta odierna di consiglio comunale.

Lo annunciano i capigruppo di maggioranza in Consiglio Comunale dell’Aquila Leonardo Scimia, Fratelli d’Italia, Daniele Ferella, Lega, Alessandro Maccarone,  L’Aquila Protagonista, Fabio Frullo, Udc  e Daniele D’Angelo di Forza Italia.





La bagarre in aula è scoppiata in seguito al posizionamento, da parte dell’opposizione, di uno striscione con su scritto, “Biondi, parlaci delle dogane”, per protestare contro il declassamento dell’Agenzia delle Dogane e soppressione della sede aquilana con il trasferimento a Pescara.

Questa decisione, prosegue la nota, “condivisa da tutti i gruppi della maggioranza, rappresenta un atto di responsabilità in un momento in cui il clima politico locale necessita di un immediato ritorno al rispetto e alla compostezza istituzionale. Riteniamo infatti che ciascun rappresentante eletto debba contribuire a mantenere il dibattito entro i limiti del confronto civile, adeguando i toni e i comportamenti alla dignità del ruolo che ricopre”.

Invitiamo pertanto l’opposizione a una seria riflessione sul proprio atteggiamento. Il confronto politico è e sarà sempre parte della vita democratica, ma le offese e le aggressioni verbali non appartengono a quel confronto e le respingiamo con fermezza al mittente. Il rispetto reciproco e la responsabilità istituzionale devono essere valori condivisi da tutti coloro che hanno l’onore di rappresentare la città”.

Durissima l’opposizione che replica a stretto giro, per il quale verità però è un’altra, non avevano abbastanza consiglieri presenti, il numero legale sarebbe caduto ugualmente





“Questa mattina all’arrivo del sindaco Biondi in aula per lo svolgimento del Consiglio comunale, abbiamo esposto uno striscione per ricordare che i lavoratori dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli stanno subendo un nefasto countdown sul loro futuro, con lo striscione — “Biondi, parlaci delle Dogane” — abbiamo voluto lanciare un messaggio chiaro: solidarietà e vicinanza a lavoratori e sindacati, ma anche ribadire che intendiamo combattere per il mantenimento di un presidio strategico per il nostro territorio, che verrà cancellato in favore di Pescara. Basta silenzi, è il momento che il centrodestra dica la verità su cosa è accaduto da marzo 2024, cioè dall’ultimo comunicato congiunto di Biondi e Liris che promettevano soluzioni alla vicenda; oppure l’amministrazione abbia il coraggio di ammettere che avalla la peggiore riorganizzazione d’Italia toccata a un capoluogo di regione”.

“Ma il sindaco ha preferito non rispondere, probabilmente perché non aveva nulla da dire sul tema, preferendo parlare di tutto fuorché delle Dogane senza alcun rispetto nei confronti della città e dell’assise. Anzi. Ha usato la vecchia tattica di insultare l’opposizione per spostare l’attenzione dalle sue mancanze, puntando il dito in maniera provocatoria e arrogante solo su fatti del passato senza mai toccare il problema delle Dogane. Come se noi parlassimo della Metropolitana di superficie o dei debiti della Perdonanza invece di discutere i problemi di oggi”.

“E mentre i sindacati stanno, di fatto, inviando lo stato di agitazione con preghiera di farsi audire dal Prefetto, la Giunta non risponde e il Sindaco si nasconde dietro gli insulti. Bisogna chiedere una proroga dell’entrata in vigore della riforma, come già avvenuto per i tribunali minori e poi lavorare a una modifica complessiva dell’impianto. L’Aquila non può diventare una semplice sede periferica, svuotata di competenze e centralità. Chi governa la città deve smettere di scaricare responsabilità e agire, finalmente, per difendere il ruolo istituzionale e strategico del capoluogo d’Abruzzo. Come se non bastasse, dopo una breve sospensione dei lavori, al rientro in aula il centrodestra ha abbandonato il consiglio. Ovviamente racconteranno che si è trattato di una scelta forte per redarguire le opposizioni (evidentemente colpevoli solo di aver chiesto conto del destino delle Dogane), la verità però è un’altra, non avevano abbastanza consiglieri presenti, il numero legale sarebbe caduto ugualmente. Quindi il bilancio della giornata è quello di un sindaco che non risponde di un presidio che viene tolto alla città, con relative unità occupazionali a rischio, e di una maggioranza che viene in aula per non discutere nemmeno uno dei punti all’ordine del giorno, prende il gettone e poi fa rinviare il consiglio. C’è solo un commento: venite a lavorare in aula a risolvere i problemi della città”.

 

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