ROMA – “Per lo stabilimento di Atessa di Stellantis Pro One, la divisione dei veicoli commerciali del gruppo, arriveranno ulteriori novità nel 2030”.
Lo ha annunciato Giuseppe Manca, responsabile Risorse Umane di Stellantis Italia, illustrando il piano industriale per l’Italia, al tavolo convocato dal ministro Adolfo Urso.
Manca ha ricordato che Stellantis Pro One “ha appena innovato interamente la gamma dei van. Lo stabilimento storico in cui si producono i furgoni di grandi dimensioni del gruppo e il più grande impianto europeo di veicoli commerciali leggeri – ha sottolineato – e continua a essere centrale per Stellantis. Nello stabilimento di Atessa è stata avviata la produzione dei nuovi furgoni di grandi dimensioni (Large van) di
Stellantis Pro One, adesso anche in versione Bev”.
Ma al termine del confronto i sindacati restano divisi, con l’azienda che, ancora una volta, ha dichiarato che “non intende chiudere nessun stabilimento in Italia, così come non ha nessuna intenzione di fare licenziamenti collettivi” e di avere “un piano per l’Italia, che è stato condiviso coi nostri partner sindacali, e che oggi condividiamo a questo tavolo”.
All’incontro, che si è tenuto al ministero delle Imprese e del Made in Italy, hanno partecipano i rappresentanti dei sindacati Fim-Cisl, Uilm, Fiom-Cgil, Fismic, Uglm e Aqcfr, delle Regioni sede di stabilimenti produttivi (Piemonte, Lazio, Basilicata, Abruzzo, Campania, Molise ed Emilia Romagna), e dell’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Italiana Automotive). Per Stellantis hanno partecipato Daniela Poggio, vice president Communication and Public Affairs Italy, Giuseppe Manca, responsabile risorse umane per l’Italia, e Antonella Bruno, managing director di Stellantis Italia.
Dall’Ugl Metalmeccanici fanno sapere: “Da Stellantis abbiamo ricevuto la rassicurazione che non c’è l’intenzione di chiudere nessuno stabilimento in Italia e non sono previsti licenziamenti. Il governo conferma di non adottare ecobonus per acquistare auto, ma di voler destinare tutte le risorse del fondo, che si pensa di aumentare nel corso della manovra, sul fronte dell’offerta, a sostegno delle imprese, soprattutto degli investimenti della filiera dell’automotive per la transizione ecologica: 200 milioni per l’Automotive, 200 milioni di fondi nazionali e, 500 milioni da destinare al contratto di sviluppo. È già un segnale che il governo sia pronto a mettere in campo politiche nazionali e europee a sostegno dell’automotive nell’auspicio che il 28 novembre le nostre proposte con altri paesi vengano accolte in Europa per poi confrontarci il prossimo 16 dicembre a Palazzo Chigi”.
Ma la Uilm ribadisce “la richiesta di convocazione di un incontro con Stellantis presso la Presidenza del Consiglio, giacché il tavolo automotive aperto da oltre un anno presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy fino ad ora si è dimostrato non solo inefficace, ma addirittura controproducente. L’aggiornamento al 16 dicembre presso il Mimit, proposto dal Ministro Urso, rischia di rappresentare una ennesima pericolosa dilazione, né si può pensare di coinvolgere Palazzo Chigi solo in caso di esito positivo di una discussione che invece sembra in procinto di naufragare”.
Per Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm: “Le proposte di rilancio del settore automotive, elaborate nelle sessioni tecniche all’unanimità, sono state lasciate inspiegabilmente cadere e anzi il Ministero ha di fatto interrotto le trattative per quasi un anno, permettendo che le cose precipitassero e che la produzione passasse dai circa 800 mila veicoli del 2024 agli scarsi 500 mila attuali”.
Anche secondo Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità e Maurizio Oreggia, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil: “L’annuncio del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, di convocare il prossimo tavolo al Mimit il 16 dicembre per poi arrivare ad un’intesa con l’azienda da siglare a Palazzo Chigi, è insoddisfacente. Abbiamo bisogno nell’immediato della convocazione del tavolo a Palazzo Chigi in quanto è necessario coinvolgere anche gli altri ministeri, altrimenti ci autoconvocheremo”.
“Stiamo rischiando un ‘contro effetto domino’ – osservano – nel senso che stanno tutti fermi ad aspettare gli impegni degli altri; ma si avranno effetti negativi, in particolare sulle lavoratrici e sui lavoratori di Stellantis e delle aziende della componentistica, se non si interviene nel breve periodo. Il governo deve agire subito anche prima del confronto in Europa, e Stellantis deve dare risposte senza porre condizioni. Si
conferma il disinvestimento del fondo automotive da parte del governo, occorre rifinanziare le risorse tagliate dell’80% nella manovra. I 200 milioni di euro ripristinati, come annunciato oggi, per il 2025 sono del tutto insufficienti. Le risorse pubbliche, comunque, non devono essere utilizzate esclusivamente per gli incentivi, ma anzi per le nuove tecnologie e per la formazione necessaria ad accompagnare la transizione. E devono essere condizionate a vincoli alla produzione di nuovi modelli negli stabilimenti italiani e garanzie occupazionali. Da Stellantis ancora non è arrivata nessuna novità sul piano industriale, e nessuna garanzia occupazionale. Occorre fermare le uscite incentivate dei lavoratori dagli stabilimenti e dai centri di ricerca e sviluppo. È ora che Stellantis investa davvero in Italia. Serve un pacchetto straordinario di risorse, nazionali ed europee, per rendere la transizione socialmente sostenibile, per garantire le lavoratrici e i lavoratori di Stellantis e della componentistica”.
Per il segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera insieme a Aurelio Melchionno, segretario confederale Ugl, “l’incontro di oggi va nella direzione dall’UglM auspicata della chiusura del tavolo di Stellantis, prevista verso fine anno. Il 16 dicembre avverrà un ultimo incontro di riorganizzazione con le parti sociali, Stellantis e istituzioni per poi chiudere entro fine anno l’accordo, a Palazzo Chigi”.
“Va cambiata da subito la politica industriale nel settore delle auto in Europa –osserva Spera – non si può aspettare la revisione prevista alla fine del 2026 poiché a parere dell’UglM, se così fosse, tra due anni non avremmo più una industria automobilistica: andrebbe fatto subito, nei primi 100 giorni della nuova Commissione magari in sintonia con paesi, come la Repubblica Ceca e altri dell’UE che seguono il nostro appello, chiedendo a loro volta che tale nuove normative siano cambiate per un ‘non paper’ sull’auto discutendolo nel Consiglio Competitività del 28 novembre”.
“C’è bisogno – prosegue Spera – che l’Unione Europea riveda le regole sulle emissioni di CO2 delle auto per cambiare i limiti che saranno introdotti come regolamento europee prevede aggi, al 2025. Questo punto è di fondamentale importanza per iniziare a determinare un nuovo percorso. Abbiamo appreso da Giuseppe Manca, responsabile Risorse Umane di Stellantis Italia, illustrando il piano industriale per l’Italia durante l’incontro che Stellantis non intende chiudere nessun stabilimento in Italia, così come non ha nessuna intenzione di fare licenziamenti collettivi ed ha un piano per l’Italia: in particolare su Melfi arriveranno cinque modelli, nel 2025 uscirà nel primo trimestre la prima Ds e, nel terzo, la nuova Jeep Compass elettrica. Nel 2026 arriverà nel primo trimestre la seconda vettura Ds, nel secondo la Jeep Compass Ibrida e nel terzo la nuova Lancia Gamma che segna il ritorno del marchio in questo segmento di mercato. Per la Regione Piemonte, entro il 2025 sarà effettuato il reshoring della 500 ibrida a Mirafiori, sarà dotata di una nuova batteria anche la versione BEV. Con un investimento di 240 milioni di euro sta nascendo il Mirafiori Automotive Park 2030, che, oltre alle carrozzerie, include lo stabilimento eDCT”.
Per l’Ugl Metalmeccanici “bisognerebbe creare un ammortizzatore sociale specifico per l’automotive, dove – secondo il parere del segretario Spera – il 2025 sarà molto più pesante sul settore produttivo dell’auto e le aziende sono allo scadere totale delle ore a uso degli ammortamenti. Si vada a creare un sistema formativo e riqualificante per i lavoratori che dovranno iniziare e essere pronti a lavorare sui nuovi prodotti elettrificati”.
“Naturalmente – conclude Spera – siamo a attendere il passaggio che approvi la legge di bilancio e le eventuali modifiche per le risorse nazionali da mettere in campo per il settore”.
STELLANTIS: “ATESSA CENTRALE, NOVITA’ PER IL 2030”.
SINDACATI DIVISI DOPO TAVOLO MINISTEROROMA - "Per lo stabilimento di Atessa di Stellantis Pro One, la divisione dei veicoli commerciali del gruppo, arriveranno ulteriori novità nel 2030"....









