L’AQUILA – Aveva assicurato che non avrebbe parlato, il sindaco Massimo Cialente, limitandosi a mostrare a giornalisti e direttori di testate nazionali invitati all’Aquila le condizioni in cui è ridotto il centro storico dopo il terremoto del 6 aprile 2009. Alla fine ha parlato quasi solo lui, stimolato dalle domande dei cronisti nazionali e locali, e facendo da “cicerone” tra le rovine nel cuore della città.
Bianca Berlinguer (nella foto, con Cialente) del Tg3 e Corradino Mineo di Rai News 24 sono stati gli unici direttori di testata nazionale presenti. C’erano direttori di testate regionali, altri media hanno mandato i vice direttori, qualcun altro infine un inviato. Le assenze di spicco notate sono state due: quella del Tg1, che si è appoggiato alla Rai regionale, e quella del Tg5. “Clemente Mimun mi ha chiamato per dirmi che non sarebbe potuto venire, visto che è in Sudafrica, ma una troupe poteva mandarla, mi dispiace”, ha svelato Cialente.
L’esordio non è stato soft. Giunti in pullman davanti alla Basilica di San Bernardino, i giornalisti hanno raggiunto i Quattro Cantoni, dove sono stati subito raggiunti dagli strali di un gruppetto di aquilani, che ce l’hanno in particolare con il Tg1, che accusano di aver oscurato mediaticamente il corteo di protesta delle tasse di mercoledì 16. Tra gli amministratori era presente anche il vice sindaco, Giampaolo Arduini, e l’assessore alle Pari opportunità, Pierluigi Pezzopane, anche loro intenti a illustrare agli ospiti i danni provocati dal sisma e le esigenze del territorio.
Le tappe del giro in centro sono state piazza San Pietro, via Paganica, piazza Santa Maria Paganica, dove c’è la chiesa semidistrutta dal sisma. Poi via Sallustio, la Cattedrale di San Massimo e per finire piazza della Prefettura, dove c’è il palazzo del Governo il cui crollo è stato mediaticamente uno dei simboli della tragedia. Gli ospiti sono rimasti impressionati dal degrado e dall’abbandono, specialmente quelli che venivano per la prima volta nel capoluogo.
Saltata all’ultimo momento la visita al Comune di Villa Sant’Angelo, uno dei tanti messi in ginocchio dalla scossa delle 3.32, la comitiva di giornalisti ha fatto visita in conclusione a uno degli insediamenti di alloggi antisismici del Progetto C.a.s.e., in località Sant’Antonio, nella zona Ovest della città, prima di tornare al punto di partenza, la sede degli uffici comunali a Villa Gioia.
BERLINGUER (TG3): ”C’E’ PAURA CHE L’AQUILA NON RINASCA”
L’AQUILA – “Ero già venuta a un anno dal terremoto, e quindi già sapevo che L’Aquila era in queste condizioni”. Lo ha detto il direttore del Tg3, Bianca Berlinguer, che ha accettato l’invito del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, di visitare la “zona rossa” del capoluogo, devastata dal terremoto del 6 aprile 2009.
“Abbiamo sempre seguito la situazione dell’Aquila – ha aggiunto – sappiamo che c’è ancora tutto da fare. Ricostruire il centro dell’Aquila è un’opera lunga e difficoltosa, ma se non si comincia non si ricostruirà mai. Quello che colpisce è che a più di un anno dal terremoto in certe zone hai la sensazione di essere come il giorno dopo, non è stato spostato neanche un sasso. Credo che più vengono lasciati in abbandono, questi bellissimi palazzi antichi, e più si deteriorano. Nessuno pensa che si possa fare in tempi brevi, tutti, a cominciare dagli aquilani, sanno benissimo che i tempi saranno lunghi, ma qui il problema è cominciare. La vera paura è che L’Aquila non rinasca”.
Sul problema della copertura mediatica, “parlo solo dell’informazione del Tg3, che ha seguìto continuamente questa situazione, come avevamo promesso il giorno dopo il terremoto. L’abbiamo seguita sempre – ha ribadito la Berlinguer – sia quando c’era direttore Antonio Di Bella che quando sono diventata direttore io. Credo sia importante non spegnerli, i riflettori su questa città. Sarebbe meglio se fossero un po’ più accesi, qualche lampadina in più non farebbe male! Noi oggi ci siamo, chi non viene, chiedetelo a loro”.
MINEO (RAI NEWS 24): ”RIACCENDIAMO I RIFLETTORI”
L’AQUILA – “Accendiamoli, i riflettori sull’Aquila!”. È propositivo il commento di Corradino Mineo, direttore di Rai News 24, che ha partecipato oggi all’incontro organizzato dal sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, con gli organi d’informazione.
“È chiaro – ha aggiunto – che i riflettori un po’ si spengono sempre dopo la prima fase, la sensazione di sentirsi tutti vicini all’Aquila, poi si dimentica e si passa ad altro. Questo è sbagliato, ora più che mai la città ha bisogno di attenzione, per quel che possiamo a Rai News ne continueremo a parlare sempre. L’importante è che lo facciano anche gli altri”.
“Non ho fatto un monitoraggio di come i telegiornali hanno trattato l’argomento – ha commentato sul rapporto tra media e terremoto – mi pare in generale che ci sia una rimozione. Ci siamo tutti vantati di esser stati vicini all’Aquila nei primi mesi, e poi ce ne siamo tutti un po’ dimenticati. Se è stato fatto bene quanto fatto nell’imminenza del terremoto, si vede chiaramente in questo giro che è ancora più difficile quello che c’è da fare ora”.
BOTTA (LA REPUBBLICA): ”SERVE UNO SFORZO NAZIONALE”
L’AQUILA – “Un dramma enorme, che ha una dimensione tale per cui c’è bisogno veramente di uno sforzo nazionale affinché questa città possa tornare a vivere”. Così il vice direttore della Repubblica, Gregorio Botta, ha commentato oggi durante la visita al centro storico dell’Aquila.
“Dispiace – ha aggiunto – che mi sembra che non ci sia adesso nella coscienza del Paese la dimensione del problema. Alcuni riflettori sono spenti, non tutti quanti, d’altronde se si è arrivati a fare la protesta delle carriole, la protesta in autostrada per il fisco e questa protesta qui, vuol dire evidentemente che un problema c’è: rispetto agli sforzi iniziali che ci sono stati l’onda si è spenta, il governo sembra dimenticarsene”
Sul fatto che all’incontro con i media organizzato dal primo cittadino Cialente dovessero essere tutti presenti, Botta ha commentato “mi pare evidente: il fatto che manchino i telegiornali Mediaset la dice lunga su com’è la situazione qui”.
VICINANZA (IL CENTRO): ”E’ DIVENTATO UN PROBLEMA SOLO REGIONALE”
L’AQUILA – “Temo che nel momento in cui la Protezione civile ha passato i poteri al commissariato regionale, cioè a Chiodi e a Cialente, il 30 gennaio scorso, da allora è come se il problema fosse diventato non più un grande problema nazionale ma solo un problema degli aquilani e degli abruzzesi e degli aquilani in particolare”.
Così ha commentato il direttore del Centro, Luigi Vicinanza, la situazione attuale del capoluogo durante l’incontro in “zona rossa” organizzato dal sindaco Massimo Cialente.
“Basti pensare – sottolinea Vicinanza – che l’ultima volta che Berlusconi è venuto all’Aquila è stata il 29 gennaio, all’atto della consegna dei poteri. Da allora non è più venuto”.
Alle osservazioni sul fatto che all’incontro sarebbe stato giusto partecipassero tutte le testate nazionali, Vicinanza ha risposto “credo di sì, in particolare per quanto riguarda il servizio pubblico. Al di là della rappresentanza ufficiale, che lascia il tempo che trova – aggiunge – , sarebbe opportuno che il servizio pubblico, e penso al principale telegiornale di questo Paese, penso al Tg1, raccontasse la drammaticità della situazione aquilana. Non si tratta di fare propaganda, non si tratta di stare pro o contro Berlusconi, pro o contro Bertolaso, pro o contro Cialente: si tratta di stare dalla parte degli aquilani e fare il nostro mestiere, quello di testimoniare”.
BARBANO (IL MESSAGGERO): ”LA PREOCCUPAZIONE DEL SINDACO E’ LEGITTIMA”
L’AQUILA – “L’impressione è di una città da ricostruire, ma non c’è la percezione di un abbandono”. Lo ha detto Alessandro Barbano, vice direttore del Messaggero, all’Aquila per partecipare all’incontro con i media organizzato dal sindaco, Massimo Cialente.
“Ovviamente – ha aggiunto – c’è la percezione di una distruzione visibile. Se da questo momento in poi la macchina della ricostruzione fosse veloce com’è giusto che sia, si potrebbe anche dire che finora non si è perso tempo. La preoccupazione del sindaco però è legittima, perché mentre l’operazione di soccorso è stata efficiente e rapida, al momento non si vedono i presupposti per una ricostruzione altrettanto rapida”.
Secondo Barbano, “i riflettori non sono spenti, tant’è vero che siamo qui. Non si può dire che l’Aquila sia stata dimenticata dal resto del Paese, sarebbe obiettivamente ingeneroso, anche a guardare la memoria di altre circostanze simili”.
“Il problema – ha concluso – è avere adesso una visione non a sei mesi, ma a cinque anni e dieci anni. Quella ancora non c’è e presuppone un grande impegno della politica e un grande rapporto fra la politica centrale e quella locale, prescindendo dalle appartenenze. La ricostruzione non può essere né totalmente gestita dal centro, nè totalmente delegata alle periferie”.
BELLU (L’UNITA’): ”ASSENZA TG1 E TG5 VERGOGNA ITALIANA”
L’AQUILA – “La prima volta ho avuto l’impressione sconvolgente di vedere questa rovina, oggi invece il tema è che il sindaco a un anno dalla catastrofe è costretto a improvvisarsi cicerone tra le macerie”. Lo ha detto Giovanni Maria Bellu, condirettore dell’Unità, all’Aquila per partecipare all’incontro con i media organizzato dal sindaco, Massimo Cialente.
“Mi dicono – ha attaccato – che neanche con quest’invito sono venuti qua Tg1 e Tg5, che sono i maggiori organi d’informazione italiani, uno tra l’altro anche pubblico, e questa è una cosa che deve far vergognare tutto il sistema dell’informazione italiana”.
CORALLO (ANSA): ”C’E’ IL RISCHIO DI UNA NUOVA PAESTUM”
L’AQUILA – “Mi sembra che abbia ragione il sindaco, il rischio più grosso è che L’Aquila diventi una grande Paestum, una città fantasma: quell’erbetta nelle stradine mi fa una brutta impressione, quella di una città morta”. È l’amara considerazione di Paolo Corallo, vice direttore dell’Ansa, che ha seguito passo passo il sindaco Massimo Cialente nel tour per i giornalisti in “zona rossa”.
Quanto alla copertura mediatica delle vicende aquilane, Corallo ha ammesso che “ultimamente se ne parla molto meno, sia per la crisi economica, sia per altre questioni. Quindi – ha concluso – ben vengano altre iniziative che richiamino l’opinione pubblica su questa vicenda, che è ancora tutt’altro che risolta”.
CACCIA (CORRIERE DELLA SERA): ”QUI HO CAPITO COS’E’ STATO IL TERREMOTO”
L’AQUILA – “Fermandosi fuori dall’Aquila uno percepisce il dolore, la città depressa e sconvolta, ma dentro L’Aquila per la prima volta mi sono reso conto di che cosa dev’essere successo in quei minuti tremendi”. È stata questa l’impressione di Fabrizio Caccia, inviato del Corriere della Sera.
“È importante quest’iniziativa del sindaco – ha ammesso – perché dà a tutti noi della comunicazione la possibilità di toccare con mano i problemi dell’Aquila”.
“Mi è piaciuta molto – ha aggiunto – la battuta di Cialente: oggi comincia la maturità, il tema in classe per tutti gli italiani potrebbe essere ‘L’Aquila, quattordici mesi dopo, che fare’”.