UNIVAQ: “L’ACQUA E’ UN BENE SCARSO, AGIRE PER TUTELARLO”, LE ANALISI DI CERVALE E MARINELLI

29 Marzo 2025 17:08

Italia - Cronaca, Economia, Scuola e Università, Video

L’AQUILA – Il tema delle risorse idriche e dell’importanza dell’acqua è stato il tema al centro del convegno, lo scorso 27 marzo, nella sede della Facoltà di Economia dell’Università dell’Aquila, dal titolo “Tutela e gestione delle risorse idriche”.

L’evento, organizzato su proposta del Rotary club L’Aquila in collaborazione con l’università e l’altro club Rotary, è stato coordinato da Fabrizio Marinelli, avvocato, docente dell’Ateneo aquilano e presidente della Commissione cultura del Rotary club L’Aquila.

L’iniziativa rientra nell’ambito dei lavori del “Centro studi sulle proprietà collettive e la cultura del giurista Guido Cervati” del DIIE, nonché tra lei attività di dottorato del curriculum giuridico del DIIIE.





AbruzzoWeb.it ha intervistato Marinelli, già docente di Diritto privato all’Università dell’Aquila, e Maria Cristina Cervale, anch’ella docente di Diritto privato all’Università aquilana, su un tema fondamentale anche per l’Abruzzo, regione in cui la dispersione idrica è una vera e propria emergenza.

“Si tratta di un tema delicatissimo – spiega Cervale – dato che l’acqua rappresenta un bene qualitativamente prezioso ma quantitativamente scarso. A livello di territorio abruzzese gli aspetti sono vari, ad esempio penso al bacino del lago di Campotosto e quindi alla possibilità che l’acqua possa essere sfruttata a livello economico per la produzione e la distribuzione di energia elettrica. Tuttavia si presentano delle questioni di carattere giuridico, ad esempio sulla proprietà del terreno dell’invaso su cui il bacino insiste e quindi sulla titolarità di questa proprietà che nel caso specifico è una proprietà collettiva”.

“Da qui la visione dell’acqua in senso interdisciplinare – prosegue – perché l’acqua esprime da parte del Diritto pubblico, da parte del Diritto amministrativo ma anche da parte del Diritto privato che è poi la materia che più sento vicina ai miei studi e alle mie riflessioni”.

“L’acqua rimane un bene pubblico – continua Cervale – ed anche all’interno della trama del codice civile riusciamo a trovare delle norme che parlino, che colleghino la proprietà privata fondiaria all’acqua. Più che diritto dell’acqua o sull’acqua è un diritto di utilizzazione delle acque e in più andando a fondo nella riflessione sembrerebbe emergere più una distinzione tra acque pubbliche ed acque non pubbliche, anziché una distinzione tra acque pubbliche ed acque private”.





“L’importanza dell’acqua – le parole del professor Marinelli – discende già dal mondo dell’antica Roma, quando il Dio dei fiumi e dell’acqua era chiamato Fons, da cui la nostra fonte, ed i fiumi avevano sempre come protettrice una divinità, una ninfa, per esempio la ninfa Egeria o altre simili divinità”.

“Nel Medioevo – continua nella sua analisi – si perde la distinzione tra acque pubbliche e acque private e questa mancanza di un’univoca qualificazione comporta che la disciplina delle acque e la loro tutela è affidata in parte allo Stato e in parte alle regioni. Negli ultimi anni si è sottolineata l’importanza dell’acqua come bene che ha delle particolari caratteristiche, è un bene che scorre, cioè un bene che è difficile fermare ed è anche un bene diverso nel senso che dovremmo parlare di acque al plurale non di acqua perché ci sono i fiumi, i laghi, il mare che ha una particolare disciplina, le acque che si trovano sotto terra. Ora questa tutela è in parte affidata alle regioni che non sempre hanno fatto tutto quello che è necessario per dare una tutela effettiva e in parte allo Stato, per esempio la concorrenza, la tutela dell’ambiente”.

“Questo conflitto tra la tutela della Regione e la tutela dello Stato è risolto da una serie di sentenze della Corte Costituzionale che hanno fissato dei paletti, certamente si potrebbe fare molto di più sia da parte della regione sia da parte dello Stato. Cosa si potrebbe fare di più? Intanto bisogna avere la consapevolezza che l’acqua è una risorsa scarsa e che quindi deve essere assolutamente protetta. La disciplina dei consorzi di bonifica potrebbe essere sviluppata proprio nel senso di risparmiare le risorse idriche che hanno una dispersione notevolissima ed utilizzarle per l’agricoltura. In questo senso gli investimenti sulla dispersione idrica sono certamente insufficienti per quella che sarebbe invece il vantaggio di tutta la collettività”, conclude Marinelli. (red.)

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©
  1. UNIVAQ: “L’ACQUA E’ UN BENE SCARSO, AGIRE PER TUTELARLO”, LE ANALISI DI CERVALE E MARINELLI
    L'AQUILA - Il tema delle risorse idriche e dell'importanza dell'acqua è stato il tema al centro del convegno, lo scorso 27 marzo, nella sede della Fa...


Ti potrebbe interessare:

ARTICOLI PIÙ VISTI: