L’AQUILA – Due serate da tutto esaurito e con i parcheggi stracolmi.
Due serate come ai vecchi tempi, con quella musica che non tramonta mai, che faceva ballare chi trent’anni fa, forse, non avrebbe mai immaginato di celebrare quelle feste senza fine trent’anni dopo.
All’Aquila, un venerdì ed un sabato sera di fine luglio si sono trasformati in un clamoroso revival capace di andare oltre se stesso: il ritorno del “Cica Cica Boom”, a tre decenni dall’ultima edizione, sempre negli impianti sportivi del Cus L’Aquila del prof Francesco Bizzarri a Centi Colella, ha fatto riemergere ciò che non cede mai, ossia un pezzo di memoria collettiva. Che si è dimostrata ancora viva, fatta di disco music, di volti amici, di abbracci che hanno sfidato e mandato a quel paese lo scorrere del tempo, tra disco music (e non solo) anni ’70, ’80 e ’90 lo spirito di un’epoca in cui l’estate all’Aquila aveva il sapore dell’attesa, della condivisione e della libertà.
A guidare la squadra che ha riacceso una vecchia ma ancora inimitabile scintilla è stato Marcello Di Giacomo, che ha voluto non solo ricordare ma rimettere in movimento la magia delle edizioni 1993-1995, quelle volute e costruite con passione – oggi gonfia di lacrime per chi di loro non c’è più – da Mauro Zaffiri, Enrico Di Paolo, Berardino Del Tosto ed Enrico “Jeff” Gianforte, figure centrali di una stagione che oggi appartiene alla leggenda cittadina.
In consolle sono tornati i dj storici di quelle notti indimenticabili: Angelo D’Eramo, Oscar Grimaldi, Emanuele Nusca, padroni della scena dance e house, e Carlo Scimia per la pista balera, che ha fatto ballare intere generazioni al ritmo del liscio e del latino americano; presente, inoltre, Christian Di Palma, dj che trent’anni fa era un’adolescente che nel giro di pochi anni sarebbe diventato strepitoso in consolle crescendo proprio con chi era già un mago esperto e rodato.
Non poteva mancare la mai doma Alessia Spezza, vocalist di gran classe, sempre bellissima e sempre capace di trascinare nella gioia della musica a palla persino chi è abituato a poltrire. E a sorpresa – e tra gli applausi – sono tornati anche alcuni dei mitici buttafuori di quegli anni, tra cui Luca Vacca, Vincenzo Diomedi e il greco Sotiris, vere e proprie icone della notte aquilana, protagonisti silenziosi ma indelebili delle serate più movimentate e leggendarie.
L’apertura dell’evento era stata affidata a un talk condotto dal giornalista Rai ed ex caporedattore di AbruzzoWeb.it, Alberto Orsini, il quale ha saputo dare direzione e significato a quell’intreccio di ricordi, emozioni e testimonianze in un racconto corale capace di dare un volto a quegli anni e al significato profondo del ritrovarsi.
Non sono mancate pure altre sorprese: dal volo vincolato in mongolfiera, per godere del tramonto a trenta metri d’altezza, alla presenza del principe Pignatelli con le sue carte divinatorie, fino al ritorno ovviamente in grande stile della storica troupe di “Tele Tazze”, i ragazzi di Scoppito che hanno ripreso a intervistare con ironia e affetto i partecipanti, proprio come trent’anni fa. Geniale, poi, la scelta di mettere in mostra alcune auto di quella epoca irribipetibile coinvolgendo Mirko Ciabini, per tutti Mirko Garage.
“Cica cica boom” non è stato dunque un evento, ma la rievocazione di un sentimento. A dimostrazione che c’è ancora una comunità pronta a ritrovarsi, a ballare insieme, a riconoscersi anche dopo una vita intera. Due notti che hanno lasciato il segno tra nostalgia e vitalità, facendo il verso agli acciacchi, ai capelli bianchi, insomma, all’età che corre come una forsennata.
I giovani presenti, ne siamo sicuri, hanno capito e non soltanto perché ogni tanto spuntava una hit dei loro tempi, cioè di questi tempi. E ora che le luci si sono spente e i fuochi nel cielo non hanno più fiato, resta un desiderio condiviso: che questo ritorno non resti isolato. Che la musica continui. Che ci si possa rivedere, ancora.
PROSPEROCOCCO, “QUELLO DI OGGI È UN EVENTO DIVERSO, UNA COVER. NOSTRO PROGETTO È DEL 1978”.
Sul Cica Cica Boom è intervenuto Massimo Prosperococco, attraverso un post sul suo profilo Facebook.
Dopo trent’anni è tornato il nome Cica Cica Boom, e questo non può che farci piacere, perché significa che ciò che facemmo allora ha lasciato una traccia profonda. Ma serve chiarezza, quello di oggi è un evento diverso, una cover. E come tutte le cover, rimane sempre una cover.
Il Cica Cica Boom originale nacque alla fine di un lungo percorso iniziato nel 1978 con la cooperativa Radio Città Futura. Dopo qualche anno, nasce Radio Città.
Per vent’anni portammo in questa città innovazione straordinaria, fondammo l’ARAC con cui organizzammo concerti memorabili di Vasco Rossi, Zucchero, Francesco Guccini, Pino Daniele, Lucio Dalla, Gianna Nannini, Ligabue, Francesco De Gregori, i Litfiba, arrivammo anche a piazzare all’Aquila nel 1992 (anteprima del Rolling Stones il 17 luglio allo stadio Flaminio) i mitici Pretenders di quell’epoca splendida, e molto altro ancora, in assoluto senza musica italiana.
A questi si aggiunsero rassegne come Jazz sotto le Stelle, spettacoli a Collemaggio, eventi con Roberto Murolo e decine, forse centinaia di altri artisti che portarono nuova vita culturale all’Aquila.
Da quel percorso prese forma l’idea folle del Cica Cica Boom, grazie a un piccolo gruppo di visionari, l’indimenticabile Mauro Zaffiri, Antonella Rossini, Gabriele Ciuffetelli, Enrico De Pietra e altri compreso il sottoscritto.
Fummo noi a crederci, a finanziarlo senza mai aver ricevuto un aiuto pubblico, a progettato e costruito mattone dopo mattone.
Coinvolgemmo decine di collaboratori, di artisti e dj comprese le discoteche Mythos con Enrico Di Paolo e il Roxy, molti dei quali retribuiti, e creammo qualcosa di unico, un locale all’aperto con un’anima sociale e culturale, un simbolo di vita per i giovani. Memorabile la consolle del dj, posta sulla tolda di una nave pirata grazie all’idea di Roberto Castri un’icona che ancora oggi fa parte dell’immaginario di chi c’era.
Il Cica Cica Boom non era solo musica, era un progetto sociale, culturale e persino politico.
Portava migliaia e migliaia di persone all’Aquila, dalla costa, da Roma, da altre città, dando vita a una nuova energia. L’obiettivo era civico: rigenerare i giovani, dare loro un motivo per rimanere a L’Aquila, per vivere senza fuggire.
Purtroppo quella storia si concluse bruscamente. Colpa del rancore e della miopia di alcuni. I gestori del locale all’epoca erano quotidianamente assediati da controlli, denunce pretestuose, permessi che si perdevano nella burocrazia, persino i “rumori” che, è della loro, si sentivano fino a Pettino da Centi Colella, nonostante una collina ci separasse dal quartiere. Fu un accanimento, per sfinirci.
Alla fine, l’esperienza si chiuse anticipatamente lasciandoci con i debiti, frutto degli enormi investimenti fatti, ma non i pentimenti mai di nulla.
Perché quello che insieme avevamo realizzato, lo avremmo e lo rifaremmo oggi cento volte, con lo stesso entusiasmo e la stessa follia creativa.
Un grazie speciale va al compianto Zaffiri Mauro, indimenticabile compagno di sogni e battaglie, che non smetteremo mai di ricordare e ringraziare.
Buona fortuna a chi oggi ha ripreso quel nome. Ma non dimenticate, il Cica Cica Boom “originale” è stato un pezzo di storia, irripetibile, perché nato da un’idea, da una visione, da un gruppo che ha creduto davvero di poter cambiare questa città e forse quelle poche persone coinvolte non andrebbero dimenticate.
p.s. un ringraziamento particolare al prezioso Luca Frascaria memoria storica e per aver conservato la locandina.
—
- CICA CICA BOOM, L’AQUILA SI RISCOPRE VIVA: RITORNI, ABBRACCI E DISCO MUSIC CHE BATTE ANCORA FORTEL’AQUILA – Due serate da tutto esaurito e con i parcheggi stracolmi. Due serate come ai vecchi tempi, con quella musica che non tramonta mai, c...