L’AQUILA – “Tante operazioni contabili eseguite in modo abnorme”.
Questa la sintesi della deposizione di un investigatore della Guardia di finanza che ha testimoniato ieri in tribunale nel processo sul fallimento della società M&P, che gestiva il terminal di Collemaggio e i parcheggi a pagamento all’Aquila. (Qui il link)
Nel corso della sua deposizione ha passato in rassegna una serie di attività finanziarie svolte da alcuni degli accusati facendo anche riferimento a un sistema di fatturazione perlomeno discutibile con operazioni che avrebbero impedito la ricostruzione della gestione e del patrimonio.
Sono stati ascoltati come testimoni anche il funzionario comunale Carlo Cafaggi e un ex dipendente della società fallita. Le indagini, va ricordato, hanno preso il via dopo la richiesta di fallimento avviata dal Comune dell’Aquila nei confronti della M&P.
Sotto processo per bancarotta fraudolenta, con accuse tutte da provare, sono finiti Lorenzo Santilli, 69 anni, aquilano, ex presidente della Camera di commercio dell’Aquila ed ex amministratore della Bcc Roma all’epoca dei fatti; Mauro Santilli, 65 anni, commercialista; gli avvocati Pierluigi Marramiero, 47 anni, di Pescara, e Antonio Pimpini, 62 anni, di Chieti; Danilo Di Costanzo, 63 anni e Alfiero Marcotullio, 67 anni, di Chieti; Antonio Vittorini, 67 anni, e Raffaele Natuzzi, 64 anni, dell’Aquila.
Il presidente del Collegio, Giuseppe Romano Gargarella, ha fissato due udienze per il 17 febbrao e il 10 marzo del prossimo anno per ascoltare soprattutto i testimoni della difesa in modo da bilanciare accusa e difesa con l’intenzione di fissare in tempi non lontani l’udienza dalla quale uscirà il verdetto.
M&P, fallita nel 2022, era nata all’inizio degli anni Duemila in seguito a un bando comunale che affidava in concessione 1.690 stalli tra centro storico e terminal di Collemaggio, con un contratto che garantiva all’azienda l’80 per cento degli introiti e al Comune solo il 20.
Nel corso del procedimento l’accusa avrebbe rilevato che il fondo consortile a tutela dei creditori sarebbe stato ridotto dagli amministratori della società, poco prima del fallimento, da 500mila euro a soli diecimila e che Lorenzo Santilli avrebbe operato in qualità di amministratore ma anche quando non lo era più. Inoltre la curatela ha chiesto danni per oltre 5 milioni,
Per l’accusa gli imputati, “avrebbero distratto fondi amministrando la M&P, provocando il dissesto della società e omettendo di annotare 2 milioni e 600mila euro dal passivo fallimentare”. Il solo Lorenzo Santilli avrebbe agito “in qualità di amministratore di fatto dell’azienda”, fallita nel 2022 con un passivo di 7 milioni 600 mila euro. Per l’accusa, “i fratelli Santilli, Vittorini e Di Costanzo avrebbero dissipato il credito di 190mila euro della società fallita nei confronti dei soci Geser, riferibile a Santilli Mauro, della Felici costruzioni, riferibile a Santilli Lorenzo, e Blu Parking, riferibile ad Alfiero Marcotullio, adottando una delibera di riduzione del capitale societario”.
Secondo il pm “i soli Lorenzo Santilli e Marcotullio distraevano dalle casse della società 200mila euro a favore della Ecoesse, senza causale e giustificazione commerciale”.
La magistratura contabile ha aperto un’inchiesta parallela per “danno erariale quantificabile in 218mila euro ai danni del Comune dell’Aquila”.
Tra i 38 creditori figurano, tra gli altri, il Comune dell’Aquila (1,4 milioni di euro), quello di Teramo (1 milione 36mila), l’Agenzia delle entrate (1 milione 34mila) e persino la Camera di commercio dell’Aquila (circa 1.000 euro) di cui Lorenzo Santilli era presidente in quel periodo.
Gli imputati sono assistiti dai legali, Stefano Di Salvatore, Massimo Santarelli, Francesco Camerini, Antonella Taraborrelli, Augusto La Morgia, Goffredo Tatozzi e Fabiano Desiderio.
L’AQUILA: CRAC M&P, FINANZIERE CHE INDAGO’ SU FALLIMENTO, “OPERAZIONI CONTABILI ABNORMI”L'AQUILA - "Tante operazioni contabili eseguite in modo abnorme". Questa la sintesi della deposizione di un investigatore della Guardia di finanza ...









