L’AQUILA: CRAC M&P, CURATELA CHIEDE 5 MILIONI DI DANNI. PM: “FONDO TUTELA CREDITORI QUASI SPARITO”

OGGI SECONDA UDIENZA DEL PROCESSO SUL FALLIMENTO DELLA SOCIETA' CHE GESTIVA IL TERMINALE E I PARCHEGGI DI COLLEMAGGIO, ALLA SBARRA NOTI IMPRENDITORI E PROFESSIONISTI, TRA I 38 CREDITORI COMUNI DELL’AQUILA E DI TERAMO E L’AGENZIA DELLE ENTRATE

di Gianpiero Giancarli

11 Novembre 2025 08:47

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – La Curatela del fallimento della società consortile M&P, che gestiva il terminal di Collemaggio e i parcheggi a pagamento all’Aquila con oltre mille stalli, si è costituita parte civile e, nella prima udienza del processo, caduta il 4 novembre scorso, a carico degli amministratori dell’azienda, ha chiesto cinque milioni e mezzo di danni agli otto imputati, tra cui noti imprenditori e professionisti che, negli anni, hanno ricoperto ruoli gestionali di vertice della società.

La Curatela ha il compito di tutelare gli interessi dei creditori gestendo i beni del fallimento.

Sotto processo per bancarotta fraudolenta, con accuse tutte da provare, sono finiti Lorenzo Santilli, 69 anni, aquilano, ex presidente della Camera di commercio dell’Aquila ed ex amministratore della Bcc Roma all’epoca dei fatti; Mauro Santilli, 65 anni, commercialista; gli avvocati Pierluigi Marramiero, 47 anni, di Pescara, e Antonio Pimpini, 62 anni, di Chieti; Danilo Di Costanzo, 63 anni e Alfiero Marcotullio, 67 anni, di Chieti; Antonio Vittorini, 67 anni, e Raffaele Natuzzi, 64 anni, dell’Aquila.

Oggi è fissata la seconda udienza in cui verranno ascoltati dalla pubblica accusa funzionari comunali dell’Aquila dal momento che la istanza di fallimento è stata presentata dal Comune dell’Aquila, e militari della Guardia di finanza che hanno condotto gli accertamenti contabili.





Nella prima  udienza davanti al collegio presieduto da Romano Gargarella, sono stati ascoltati i testimoni del pubblico ministero, Andrea Bigiarini.

M&P, fallita nel 2022, era nata all’inizio degli anni Duemila in seguito a un bando comunale che affidava in concessione 1.690 stalli tra centro storico e terminal di Collemaggio, con un contratto che garantiva all’azienda l’80 per cento degli introiti e al Comune solo il 20.

Un sistema che concentrava in un unico soggetto l’intera mobilità cittadina, con margini di guadagno definiti dagli stessi tecnici “enormi e con spese ridotte al minimo”. Negli anni, la gestione avrebbe prodotto flussi di denaro costanti dai parcometri e dai locali commerciali del terminal, ma – secondo l’accusa “con una contabilità tale da rendere impossibile la ricostruzione completa dei movimenti di cassa”.

Nel corso del procedimento l’accusa avrebbe rilevato che il fondo consortile a tutela dei creditori sarebbe stato ridotto dagli amministratori della società, poco prima del fallimento, da 500mila euro a soli diecimila e che Lorenzo Santilli avrebbe operato in qualità di amministratore ma anche quando non lo era più.

Per l’accusa gli imputati, “avrebbero distratto fondi amministrando la M&P, provocando il dissesto della società e omettendo di annotare 2 milioni e 600mila euro dal passivo fallimentare”. Il solo Lorenzo Santilli avrebbe agito “in qualità di amministratore di fatto dell’azienda”, fallita nel 2022 con un passivo di 7 milioni 600 mila euro. Per l’accusa, “i fratelli Santilli, Vittorini e Di Costanzo avrebbero dissipato il credito di 190mila euro della società fallita nei confronti dei soci Geser, riferibile a Santilli Mauro, della Felici costruzioni, riferibile a Santilli Lorenzo, e Blu Parking, riferibile ad Alfiero Marcotullio, adottando una delibera di riduzione del capitale societario”.





Secondo il pm “i soli Lorenzo Santilli e Marcotullio distraevano dalle casse della società 200mila euro a favore della Ecoesse, senza causale e giustificazione commerciale”.

Le indagini hanno preso il via dopo la richiesta di fallimento avviata dal Comune dell’Aquila nei confronti della M&P.

La magistratura contabile ha aperto un’inchiesta parallela per “danno erariale quantificabile in 218mila euro ai danni del Comune dell’Aquila”.

Tra i 38 creditori figurano, tra gli altri, il Comune dell’Aquila (1,4 milioni di euro), quello di Teramo (1 milione 36mila), l’Agenzia delle entrate (1 milione 34mila) e persino la Camera di commercio dell’Aquila (circa 1.000 euro) di cui Lorenzo Santilli era presidente in quel periodo.

Gli imputati sono assistiti dai legali Massimo Santarelli, Francesco Camerini, Antonella Taraborrelli, Augusto La Morgia, Goffredo Tatozzi e Fabiano Desiderio.

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