L’AQUILA – Chiuse le indagini su altri due filoni nell’ambito della maxi inchiesta della Procura dell’Aquila sui crolli dopo il terremoto del 6 aprile 2009.
Gli inquirenti stanno indagando su quanto accaduto in via generale Francesco Rossi e via don Luigi Sturzo, in due palazzine nelle vicinanze della Villa comunale, dove il sisma ha fatto un’autentica strage, facendo in totale 37 vittime.
Quattro complessivamente gli indagati, tutti per omicidio colposo.
VIA ROSSI
Il condominio di via generale Francesco Rossi ha circa cinquant’anni. La Procura non ha identificato responsabili di errori di costruzione, mentre il sospetto è che siano stati commessi illeciti durante una ristrutturazione avvenuta nel 2000.
Per questo motivo, gli ingegneri Diego De Angelis, direttore dei lavori e amministratore del condominio, e Davide De Angelis, collaudatore, oltre al titolare dell’impresa che fece i lavori, Angelo Esposito, sono stati iscritti nel registro degli indagati.
L’ipotesi è che il tetto dell’edificio sia stato appesantito durante i lavori, ignorando che questo avrebbe aumentato i rischi in caso di una forte scossa di terremoto. I morti in questa palazzina sono stati 17. Attualmente gli indagati sono assistiti dall’avvocato di ufficio Angelisa Durastante.
VIA STURZO
A via Sturzo nel crollo sono morte 20 persone. A differenza dell’altra palazzina, in questo caso a essere indagato è uno dei progettisti, Augusto Angelini, che oggi ha 84 anni. Altre quattro persone che potevano essere identificate come responsabili, ma sono decedute.
Secondo la Procura, avrebbe compiuto errori di calcolo strutturale che avrebbero comportato, in seguito al sisma del 6 aprile 2009, il collasso dell’edificio.
- MAXI INCHIESTA CROLLI, ALTRI QUATTRO INDAGATI
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