RICERCATORI CRATERI SISMICI: VICINI A SVOLTA,
NORMA PRO STABILIZZAZIONE IN COMMISSIONE CULTURA

25 Settembre 2025 12:22

Regione - Scuola e Università

L’AQUILA – Si riaccende la speranza della tanto agognata stabilizzazione per i ricercatori universitari di tipo B e a termine, residenti nei crateri sismici dell’Aquila, dell’Emilia Romagna e del Centro Italia, che si ritengono fortemente danneggiati nella loro carriera, frenata dai disagi e dalla situazione emergenziale negli anni del post terremoto, carriera che avrebbe dovuto portarli invece dopo un triennio alla possibilità di essere assunti come professori associati senza l’applicazione di criteri ordinari.

Dopo il respingimento dell’emendamento a firma dei senatori di Fratelli d’Italia, Guido Liris ed Etel Sigismondi, essendo stata considerata materia ultronea rispetto al Dl Economia, il testo è approdato infatti in Commissione Cultura del Senato con un emendamento pressoché identico, questa volta nel disegno di legge “Disposizioni in materia di accesso alla docenza universitaria”, con relatore il senatore di Forza Italia Mario Occhiuto.





La Commissione Cultura ha istituito un Comitato Ristretto di Senatori per valutare gli emendamenti: la prima riunione si è tenuta ieri, e le senatrici Daniela Ternullo di Fi e Carmela Bucalo di Fdi, avrebbero garantito che la norma non può rappresentare un precedente che allarghi le maglie delle selezioni del personale dell’università, come temuto da altri esponenti di maggioranza e che non comporterà alcun costo per lo Stato e quindi per la collettività.

Gli emendamenti, si legge nella relazione ai lavori, sono stati inviati al Capo Gabinetto del Ministro Anna Maria Bernini per le dovute analisi, è lì che potrà misurarsi la sensibilità nei confronti del loro status e l’applicazione della necessaria perequazione rispetto alle altre misure che negli anni si sono susseguite per altre categorie di lavoratori terremotati.

Sono una trentina i ricercatori B residenti nei crateri sismici interessati all’emendamento, delle università dell’Aquila, di Teramo, di Macerata e Camerino ecc., innanzitutto, ma tendenti a crescere con la evoluzione dei concorsi, che chiedono da tempo che vengano messi nelle condizioni di poter ottenere l’agognata stabilizzazione, tenuto conto che, nel post sisma, per altre categorie di lavoratori del cratere si è proceduto a stabilizzazioni a gogo, vedi Uffici speciali della ricostruzione, Comuni, Asl e vari enti pubblici.

Proprio per il loro status di terremotati, che li vede penalizzati nell’acquisizione dell’abilitazione nazionale necessaria per la loro stabilizzazione a tempo indeterminato. In particolare per il requisito della “continuità scientifica” al cospetto dei diversi criteri voluti dalla norma, ovvero della loro attività accademica, anche prima ancora di diventare ricercatore di tipo b, vincendo il concorso, ovvero nella precedente fase di assistenza e dottorato.





Negli atenei del cratere sismico ci sono stati infatti spesso lunghi “buchi”, a causa del terremoto, con la sospensione di corsi e attività e la loro vita post sisma non gli ha permesso di curare appieno le necessità di ricerca e accademiche anche nelle altre università ove si cimentavano.

L’introduzione dell’emendamento del resto è in linea con lo spirito del disegno di legge che sostanzialmente elimina l’abilitazione scientifica nazionale, lo strumento che ha frenato fino ad oggi la stabilizzazione dei ricercatori residenti nei comuni dei crateri del sisma del 2009, 2012 e 2016. In ogni caso, essendo la norma non retroattiva, non riguarderebbe i ricercatori del cratere sismico, da qui la necessità di approvare l’emendamento che altrimenti li vedrebbe esclusi dalla stabilizzazione seppur dopo aver vinto un regolare concorso pubblico.

 

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