L’AQUILA – “Ancora una volta si tenta di assicurare un sostegno equo e uniforme a tutte le famiglie colpite dai terremoti. Sono anni che ci si prova senza riuscire ad ottenere ciò che invece, ad esempio, alle famiglie delle vittime di Rigopiano è stato riconosciuto rapidamente e senza problemi. Non sono bastati battaglie, appelli e nemmeno lo sciopero della fame di un padre che ha perso il figlio ad Amatrice: veniva rassicurato, invitato a interrompere la protesta e poi, alla fine, tutto è rimasto fermo”.
È quanto torna a denunciare, in una nota, l’avvocato Maria Grazia Piccinini, di Lanciano (Chieti), madre di Ilaria Rambaldi, tra le 309 vittime del terremoto dell’Aquila del 2009, che lancia l’ennesimo appello ai parlamentari abruzzesi per un intervento di legge che ricalchi quello disposto per i superstiti e dei familiari delle 29 vittime della tragedia dell’hotel di Rigopiano, travolto da una valanga a Farindola nel 2017, con il quale sono stati stanziati dieci milioni di euro dal Ministero dell’Interno. (Qui il link)
“Un intervento – spiega Piccinini, che ha dato vita all’Associazione Ilaria Rambaldi Onlus -, atteso da oltre quindici anni, a favore dei familiari delle vittime dei sismi che hanno colpito l’Abruzzo e altre regioni d’Italia, potrebbe finalmente trovare spazio nella Finanziaria in discussione in questi giorni. L’emendamento numero 112.20 alla legge di bilancio, presentato dai senatori Michele Fina e Walter Verini, propone, infatti, l’istituzione di un Fondo di sostegno per i familiari delle vittime di calamità naturali, con dotazione finanziaria annua a partire dal 2026″.
“Il nuovo Fondo, collocato nello stato di previsione del ministero dell’Economia e delle Finanze – aggiunge -, interverrebbe in sede di prima applicazione per riconoscere un contributo ai familiari di persone morte a seguito di eventi sismici verificatisi in Italia dal 6 aprile 2009 (data del terremoto dell’Aquila) fino all’entrata in vigore della legge, includendo quindi L’Aquila, Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e altri territori colpiti in Italia a seguire, come ad esempio l’Emilia Romagna nel 2012 o Casamicciola Terme di Ischia nel 2017”.
“L’emendamento prevede che un decreto del ministro dell’Economia, di concerto con il ministro per la Protezione civile, definisca entro 90 giorni criteri e modalità di accesso al Fondo, procedure di erogazione, categorie dei beneficiari, misura dei contributi con riduzioni in base all’ISEE, modalità di presentazione delle domande, documentazione necessaria e cause di esclusione. Per garantire la copertura finanziaria del nuovo strumento, la norma rimodula lo stanziamento previsto dall’articolo 132 della legge di bilancio, riducendo la dotazione complessiva da 100 a 95 milioni di euro annui a partire dal 2026”.
Piccinini ricorda anche il tentativo dello scorso anno di sbloccare un disegno di legge fermo da tempo in Commissione al Senato: “Ho coinvolto il senatore Guido Liris, il senatore Fina, ho cercato di raggiungere il senatore Nazario Pagano tramite il sottosegretario alla Giunta regionale Daniele D’Amario, ma quella proposta non si è mai mossa dal cassetto. Mi domando perché. Che colpa hanno questi morti? Per quale ragione a loro non viene riconosciuto ciò che per altri è già legge da tempo? Ringrazio il senatore Fina per aver riproposto il contenuto del disegno di legge come emendamento alla manovra. Ma ora chiedo a tutti, dal senatore Etel Sigismondi al senatore Liris, dal senatore Pagano a chiunque possa sostenere questa battaglia, di impegnarsi davvero”.
“Mi auguro che lo Stato smetta di trattarci come figli di serie B e che, per una volta, i politici che il 6 aprile non mancano mai alle commemorazioni, trovino la stessa determinazione nel far approvare questa misura. È tempo di mettere fine a un’ingiustizia che dura da troppo”, conclude Piccinini.
19 nov. 2025
SISMA L’AQUILA: “BASTA DISPARITA’ TRA MORTI”, PICCININI, “POLITICA SI MUOVA PER FONDO FAMILIARI”L'AQUILA - "Ancora una volta si tenta di assicurare un sostegno equo e uniforme a tutte le famiglie colpite dai terremoti. Sono anni che ci si prova s...








