L’AQUILA – Finisce con una assoluzione piena dall’accusa di atti persecutori per l’ex presidente dell’Azienda per il diritto agli studi universitari dell’Aquila (Adsu) Eliana Morgante, 61 anni di Celano, l’aspro scontro giudiziario con l’ex direttore dello stesso ente, Paola Di Salvatore, aquilana, 58 anni, che aveva presentato una denuncia per mobbing. I fatti risalgono al 2023 e la sentenza è stata pronunciata nelle passate settimane dal giudice del tribunale Giulia Colangeli.
Morgante, attuale consigliere comunale a Celano, professoressa di Lettere, si era dimessa dall’incarico nell’ottobre del 2023 per presentarsi alle elezioni regionali del marzo 2024 senza però essere eletta. Di Salvatore, in seguito alla revoca dell’incarico, è tornata alla Regione dopo un periodo, dal 16 marzo al 23 settembre del 2023, nel quale ha ricoperto il ruolo di direttore all’Adsu dove era stata comandata dalla Regione.
Gli accadimenti si riferiscono ad una fase turbolenta per l’ente spesso al centro di polemiche politiche e di tensioni, nonostante le quali il Cda diretto da Morgante ha posto le basi ed avviato i percorsi amministrativi per un ambizioso piano di rilancio dell’Azienda che si stanno gradualmente concretizzando con il nuovo Cda guidato dal presidente, Marica Schiavone, con la macchina amministrativa affidata al direttore, Michele Suriani, funzionario all’epoca della bufera giudiziaria, ora direttore del’Ente dopo aver vinto il concorso bandito dall’allora commissario nominato dalla Regione, Paolo Costanzi, ex direttore amministrativo del consiglio regionale e dal primo settembre dg della Asl provinciale dell’Aquila.
Nel corso del dibattimento l’avvocato Massimiliano Placidi ha smontato tutte le accuse, presentando anche una voluminosa memoria, e, al termine del rito abbreviato, ha ottenuto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”, peraltro chiesta dallo stesso pm Roberta D’Avolio.
“Il Tribunale ha riconosciuto l’insussistenza dei fatti contestati”, ha commentato con soddisfazione l’avvocato Placidi, “si tratta di una decisione limpida dopo un approfondito esame istruttorio che restituisce dignità e serenità a una persona e una brava amministratrice che ha sempre agito con correttezza e nel rispetto del suo ruolo istituzionale”. La denuncia per conto di Di Salvatore era stata presentata dall’avvocato Massimo Manieri che ha difeso l’ex direttore.
Secondo quanto contestato dall’accusa, “con condotte reiterate poste in essere in ambito lavorativo, sia con provvedimenti formali che con atti intimidatori e vessatori l’imputata, nella veste di presidente Adsu, molestava la Di Salvatore cagionando nella medesima un perdurante stato di ansia e paura nonché ingenerando nella stessa un fondato timore per la propria incolumità psichica, creando in ambito lavorativo un clima insostenibile tale da costringerla ad allontanarsi dal lavoro e a rinunciare alla proprie prerogative professionali e a modificare le proprie abitudini di vita”.
Nello specifico, tra le contestazioni non comunque mai provate, si fa riferimento a una frase pronunciata dalla Morgante, in relazione alle pratiche sulla ricostruzione della casa dello Studente, per cui si sarebbe rivolta a un politico lì presente per una riunione, l’allora assessore regionale al ramo Pietro Quaresimale, dicendo di lei, in sua presenza, “vedi non collabora”.
Morgante le avrebbe contestato a sua volta la mancata partecipazione a una riunione con dei legali per la stipula di una polizza assicurativa con Unipol, fatto contestato dalla parte civile. In relazione a presunti inadempimenti nell’ambito del suo lavoro, Morgante le avrebbe detto, con toni molto critici, “a tutela dell’ente lei risponderà di tutti i danni”. Di Salvatore ha contestato, inoltre, di essere stata esclusa dalle riunioni del Cda senza che ve ne fosse una ragione e ciò sarebbe stato motivo di umiliazione.
La stessa denunciante avrebbe riferito di essere stata spodestata dal suo ufficio dopo che le era stato intimato di liberarlo dalla stessa Morgante “battendo le mani sul tavolo e con toni forti”. Avrebbe poi contestato di aver avvertito la costrizione di dover sottoscrivere un atto, a suo dire illegittimo, pur facendo presente il suo disaccordo. Questi e altri episodi simili l’avrebbero costretta anche al ricovero al pronto soccorso del San Salvatore per stress. Ma durante il dibattimento, ogni addebito è stato smontato e l’ex presidente è stata assolta con formula piena.
ADSU L’AQUILA: ASSOLTA EX PRESIDENTE MORGANTE, NON CI FU MOBBING SUL SUO DIRETTORE DI SALVATOREL'AQUILA - Finisce con una assoluzione piena dall'accusa di atti persecutori per l'ex presidente dell'Azienda per il diritto agli studi universitari d...








