CORONAVIRUS: IEO, ”DOPPIA PROTEZIONE AI MALATI DI TUMORE”

14 Marzo 2020 16:19

Regione - Cronaca

MILANO – L’emergenza Coronavirus non fa passare in secondo piano la ricerca e le cure oncologiche per i pazienti che già stanno combattendo la loro ‘battaglia’. 

In attesa che la Regione Lombardia comunichi ufficialmente gli ‘hub’ dedicati ad accogliere i malati di tumore non positivi nell’ottica di recuperare letti, i due Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, l’Istituto dei Tumori di Via Venezian e l’Istituto Europeo di Oncologia, hanno riorganizzato i loro servizi. 

E questo – si legge sull’Ansa – tenendo conto che i loro pazienti hanno bisogno di una ‘doppia protezione’ perché esposti su due fronti. 





“È importante innanzitutto chiarire ai malati di tumore e alle loro famiglie -spiega Fabrizio Mastrilli, direttore sanitario dell’Ieo- cosa significa per un Irccs oncologico mettersi a disposizione del sistema sanitario regionale, per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Essere ‘hub’ di riferimento significa che accoglieremo e cureremo pazienti oncologici non infettati, provenienti da altri ospedali lombardi in prima linea”. 

Trasferimenti che verranno stabiliti sulla base delle priorità indicate dai medici che seguono i malati da ‘riproteggere’ in base alle direttive regionali. 

“Preciso che questo non vuol dire che i reparti oncologici degli altri ospedali chiuderanno, – prosegue – ma che progressivamente i loro malati non positivi verranno concentrati nei centri monospecialistici altamente specializzati “mentre i pazienti oncologici infetti verranno curati fuori dagli ‘hub'”. 

Ciò per preservare il più possibile chi è in cura per un tumore dal contagio avendo loro le barriere immunitarie molto basse se non azzerate e quindi da considerare ‘fragili’. 

Così, tenendo conto anche delle nuove direttive del Ministero della Salute, sarà “garantita la stessa filiera di diagnosi e cura di prima della pandemia”, dice sempre Mastrilli, che aggiunge: ognuno sarà “preso in carico passo per passo, come accadeva fino a gennaio scorso. Ciò che cambia sostanzialmente sono i tempi, a causa dei vincoli legati alle priorità regionali e a causa della comprensibile paura collettiva degli spostamenti da una regione all’altra”. 





Ovviamente la precedenza viene data a coloro che necessitano di cure ‘non differibili’ , cioè impossibili da rimandare: si tratta di coloro che, nel mese precedente all’epidemia, sono stati operati o sottoposti a chemioterapia e a radio. Una particolare attenzione poi viene riservata a chi ha un tumore al polmone perchè particolarmente a rischio. 

Coloro che, invece, hanno completato il percorso terapeutico, i cosiddetti pazienti ‘off-therapy’ – come li definisce il provvedimento ministeriale – e stanno seguendo monitoraggi di follow up, avranno un percorso diverso: per loro visite ed esami richiesti dai controlli (per esempio Tac, ecografie o marker tumorali) verranno posticipati. 

“Anzi, per la tutela dei pazienti abbiamo scelto di fare anche di più di quanto strettamente richiesto dai decreti regionali – sottolinea Roberto Orecchia direttore scientifico dell’Irrcs di via Ripamonti – . Come decidiamo le prestazioni differibili? Applichiamo una logica paziente per paziente: per ogni persona facciamo un bilancio fra possibilità di guarigione e probabilità di infezione. Viviamo quindi concretamente la medicina personalizzata: ogni paziente necessita di una valutazione clinica e umana, per prendere decisioni per lo più congiunte”. 

Certo qualche disagio o confusione legato ai rinvii é “inevitabile” data la situazione straordinaria a cui ospedali e personale medico e infermieristico stanno facendo fronte. 

“Ma nella sostanza – sottolinea il direttore sanitario – i nostri pazienti devono avere la certezza di ricevere un’ assistenza e una cura ai massimi standard di eccellenza”. Quanto alle procedure di accesso, all’Istituto Europeo di Oncologia di recente sono state introdotte regole ancora più rigide. Possono accedere all’Istituto, muniti di mascherina, solo gli accompagnatori di pazienti non autosufficienti. Le visite ai degenti sono consentite a un solo visitatore in una sola delle due fasce orarie dedicate ai pasti. Inoltre ai pazienti ed eventuali accompagnatori viene fatto un pre-triage telefonico per poi passare attraverso un check-point, con rilevazione della temperatura, prima dell’accesso alla struttura. Inoltre i pazienti da ricoverare verranno visitati da un medico prima dell’effettivo ricovero. “In conclusione vorrei poter dire a tutti i pazienti oncologici che anche in questo momento di concentrazione delle energie del Paese nella lotta al Covid-19, per noi – chiude Mastrilli – sono e rimangono sempre la priorità, al centro della nostra missione”. 

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