COVID: SENZA VACCINI 7.700 MORTI IN PIU’ IN AGOSTO. GRIMALDI, “NO BUFALE, FIDUCIA SCIENZA”

PRIMARIO MALATTIE INFETTIVE L'AQUILA SU RICERCA DELLO STATISTICO RETTORE SU SCENARI CON E SENZA IMMUNIZZAZIONE. REPLICA A GIURISTA MATTEI SU RISCHI NEL LUNGO PERIODO E PERICOLO PER GIOVANI. "AFFERMAZIONI PRIVE DI FONDAMENTO, CON QUESTO MODO RAGIONARE AVREMO ANCORA LA POLIOMELITE ENDEMICA E NON DOVREMMO ASSUMERE NESSUN FARMACO"

di Filippo Tronca

30 Settembre 2021 07:00

Regione - Abruzzo, Sanità

L’AQUILA  – “Lo studio di Rettore è pregevole, e  quello che emerge è che se noi oggi non avessimo i vaccini, ci saremmo trovati in condizioni drammatiche. C’è un preciso rapporto tra numero di contagi e vittime. Ebbene, con i contagi di variante delta del Covid, che si sono verificati quest’estate, senza vaccini ci sarebbe stato un numero molto, ma molto più alto di vittime. Ricordo che in questo periodo, l’anno scorso, le terapie intensive erano già sature. Se oggi i ricoverati gravi in Abruzzo sono solo 5,  questo lo dobbiamo grazie esclusivamente ai vaccini”.

A prendere posizione è Alessandro Grimaldi, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale dell’Aquila. Il riferimento di Grimaldi è allo studio di Enrico Rettore, professore di Econometria nel dipartimento di Economia e Management dell’Università di Padova, che ha pubblicato numerosi saggi in riviste internazionali come The Journal of Econometrics, The Review of Economics and Statistics e The Journal of the Royal Statistical Society.

Dal suo studio emerge che dal 13 agosto al 12 settembre si sono registrati  974 ingressi in terapia intensiva,  ma senza inoculazioni sarebbero stati 4.988.

Dal 30 luglio al 29 agosto si sono verificati 1.443 decessi, mentre senza vaccino sarebbero stati 9.176. Ovvero i vaccini hanno salvato la vita a 8500 persone.





L’altro dato interessante è quello dei contagi: “dal 20 agosto al 19 settembre, senza i vaccini, 346.000 persone avrebbero contratto il Covid-19. In buona sostanza si sarebbero avuti 145 contagi settimanali ogni 100.000 abitanti”. E tutta l’Italia sarebbe in zona rossa.

Grimaldi coglie l’occasione  anche per replicare a distanza a Ugo Mattei, professore di Diritto internazionale e comparato all’Hastings College of the Law dell’Università della California a San Francisco, che proprio ad Abruzzoweb, interpellato per una materia senz’altro di sua competenza, quella della legittimità del green pass in termini giuridici e costituzionali, è arrivato ad affermare quanto segue: “Perché i medici dovrebbero ascoltare altre ‘ragioni’, visto che per loro l’emergenza sanitaria si affronta e si risolve con i vaccini? Io dico che dal punto di vista medico stanno commettendo un’infamia, perché costringono le persone a terapie e trattamenti sanitari che sappiamo benissimo essere sperimentali e per i quali ci sono molti dubbi sugli eventuali impatti negativi nel lungo periodo. Tentare un vaccino e non puntare sulle cure, poi, fa riflettere”.

E ancora: “Il principio di precauzione è importante. Per questo sconsiglierei ai più giovani di vaccinarsi. L’effetto a lungo latente di questi vaccini non lo conosciamo, per cui vaccini un adolescente che tra qualche anno potrebbe ritrovarsi con un tumore. E non sarebbe la prima volta nella storia, tra l’altro, che ci si ritrova con dei danni imprevisti”.

Affermazioni, sostiene  il virologo Grimaldi, che lasciano il tempo che trovano, dal punto di vista medico e scientifico.

Per quanto riguarda i danni che potrebbero provocare in un imprecisato futuro i vaccini: “Negli anni ‘40 se avessimo fatto questo ragionamento con i vaccini messi a punto da Jonas Salk e Albert Sabin ci  troveremo ancora con la polio endemica, non avremmo salvato milioni di persone. I loro  vaccini hanno eradicato una malattia drammatica, che a volte portava le persone a finire in un polmone d’acciaio. Anche allora nessuno poteva escludere a priori effetti collaterali, nel lungo periodo, ma ci siamo fidati della scienza, come del resto ci fidiamo tutti i giorni quando andiamo a fare la spesa al supermercato, quando andiamo in farmacia e prendiamo altri farmaci, che un giorno magari si scoprirà essere responsabili di complicanze che nessuno aveva potuto prevedere prima. Con questo modo di ragionare, però, per essere coerenti, non dovremmo assumere nessun farmaco, oltre a non vaccinarci”.

Anche perché, si accalora Grimaldi, “fino ad ora nessuno e in nessun modo  ha potuto dimostrare che questi vaccini facciano danni, mentre è certo che gli effetti collaterali, su miliardi di somministrazioni nel mondo, e 60 milioni in Italia,  sono in percentuali irrilevanti, quasi mai gravi, in un numero fisiologico per ogni farmaco. Semmai io potrei rovesciare il discorso: di fronte ad un’emergenza davanti alla quale, oramai è evidente, se non fai il vaccino hai una significativa probabilità di morire se contagiato, oppure di avere danni anche permanenti alla salute, anche se lo prendi in forma lieve, cosa dovremmo dovuto fare, aspettare, non fare nulla davanti ad una tragica pandemia?”.





Una vera e  propria “bufala” è poi quella secondo la quale, “i vaccini possono in qualche modo ridurre la fertilità, non c’è nessuna evidenza, nessuno studio che lo dimostri,  su miliardi di somministrazioni. Anzi, si è visto il contrario, è  il covid ad avere anche questa conseguenza”.

Per quanto riguarda lo “sconsigliare” i vaccini ai più  giovani, afferma Grimaldi: “una ricerca relativa alla situazione a New York ha evidenziato che la gran parte dei contagiati sono ora nella fascia di età dai 2 ai 19 anni, essendo la meno protetta, non essendo vaccinata. Molti di loro contraggono l’infezione, ma non hanno gravi conseguenze, non muoiono, non vanno in terapia intensiva, ma ci sono molti casi di complicanze anche severe a livello neurologico, di problematiche di tipo vascolare.

Io in prima persona ho constatato che ragazzi colpiti dal covid magari anche in forma lieve hanno avuto in alcuni casi una caduta delle performance scolastiche, e questo perché il covid influisce anche a livello intellettivo provoca la cosiddetta ‘nebbia mentale’, aspetti su cui ci sono studi in corso che confermano questo quadro. Dunque ragionevolmente si può affermare che il rischio di contrarre il covid è nettamente più grave, rispetto a ipotetici e in nessun modo  dimostrati effetti collaterali che si potrebbero presentare in futuro”.

Grimaldi intende poi fare chiarezza su un altro tormentone molto in voga nei canali social no-vax, ovvero che esistono efficaci cure alternative ai vaccini, ma che non vengono utilizzate per favorire proprio le case farmaceutiche che fanno business sui vaccini. Ovviamente con la complicità  dei medici corrotti.

“Posso assicurare che tutti noi medici che siamo sul fronte della pandemia da 2 anni, oramai stremati, faremmo i salti di gioia se si trovasse un farmaco di questo tipo – spiega il virologo -. Purtroppo, nonostante le numerosissime ricerche in corso, abbiamo farmaci o un mix di farmaci che possono sì contrastare la malattia, in determinati fasi, ma nessuna è risolutiva. Alcuni farmaci o associazioni di farmaci si sono invece dimostrati tossici, portatori di pesanti effetti collaterali. Abbiamo utilizzato l’idrossiclorochina, ma poi si e avuta la conferma che ha conseguenze a livello cardiologico. Al momento, ripeto, non abbiamo terapie farmacologiche efficaci, a differenza invece dell’epatite C, grazie ai farmaci che riescono a eradicare la malattia, somministrati per 8-12 settimane. Anche perché, semplificando, con il covid non si tratta solo di contrastare il virus, ma la reazione infiammatoria da esso determinato, che danneggia gli organi e gli apparati. A prevenire l’infezione ad oggi è solo il vaccino, perché prepara il sistema immunitario a riconoscere il virus e ad aggredirlo, prima che faccia danni. Non è una barriera invalicabile, ma questo è cosa nota, diciamo che su dieci persone vaccinate una o due di esse per varie ragioni non sviluppa una difesa efficace. E un dato di fatto però che anche ora nel mio reparto, i tre quarti di ricoverati in area medica non sono vaccinati, e i vaccinati sono persone anziane e con patologie pregresse, per le quali i vaccini hanno minore efficacia. Questi sono i fatti”.

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