ECONOMIA ABRUZZO: RAINALDI, “31MILA GIOVANI CHE NON STUDIANO E NON LAVORANO, E IN TROPPI EMIGRANO”

25 Settembre 2025 09:36

Regione - Lavoro

L’AQUILA – “In Abruzzo ci sono più di 31mila giovani che non studiano e non lavorano. Un dato allarmante, quello diffuso dall’Inps nel Rendiconto sociale 2024, che richiede l’intervento sinergico di istituzioni e mondo imprenditoriale. Preoccupano anche i numeri negativi delle piccole imprese, che sono il segno evidente di un indebolimento del mercato produttivo”.





E’ quanto affermato dal presidente di Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno, Ezio Rainaldi, che ha preso parte alla presentazione dei dati Inps relativi allo scorso anno.

“La presenza, nella nostra regione, di 31.242 Neet, giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non si formano, va in controtendenza rispetto alla media nazionale, dove si registra una diminuzione del 5,9% contro il +12,3% dell’Abruzzo. Dati su cui va aperta un’ampia riflessione che deve coinvolgere la politica, le associazioni di categoria e le imprese per fornire, ai nostri ragazzi, strumenti adeguati per l’inserimento nel mondo lavorativo creando quel “ponte” tra scuola e aziende che trova nella formazione specialistica un elemento chiave. In tale direzione ben stanno operando gli Its, Istituti tecnici superiori, su cui occorre puntare sempre di più anche in termini di orientamento scolastico”.





Il dato dei Neet, tra l’altro, “si lega a doppio filo con il calo demografico che, da anni, caratterizza la nostra regione come tutte le zone interne, con un saldo naturale della popolazione che continua a scendere e che è più che raddoppiato nell’ultimo decennio. Come anche il saldo migratorio che evidenzia l’aumento dei giovani tra i 18 e i 39 anni che lasciano l’Abruzzo, con un’incidenza del 57% sul totale delle emigrazioni regionali. Quella che viene definita “fuga di cervelli”: neolaureati e neodiplomati che, evidentemente, non trovano sblocchi e possibilità d’impiego nel nostro territorio e si spostano dove le possibilità risultano maggiori”.

Rainaldi, nell’analizzare i dati, mette in evidenza le criticità del tessuto produttivo “che in Abruzzo è composto soprattutto da micro e piccole imprese”, ricorda il presidente di Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno, “che rappresentano il 99,4% del totale delle aziende attive. Sono proprio le micro imprese, fino a dieci addetti, a segnare il passo con una diminuzione del -2,4%, a fronte di un incremento del 4,8% della grande industria. Parliamo di piccolissime imprese, spesso a conduzione familiare, che rappresentano quell’indotto fondamentale per la cresciuta del nostro tessuto economico e industriale. E a cui guardare con attenzione. I grandi investimenti nelle zone interne dell’Abruzzo, dalla ricostruzione post sisma ai progetti del Pnrr, hanno avuto e stanno avendo importanti ricadute economiche che, stando ai numeri diffusi dall’Inps, non riguardano le imprese di piccole dimensioni, quelle più deboli, che vanno accompagnate nel processo di crescita. Su questo Confindustria è pronta a lavorare attivando tavoli sinergici e di monitoraggio con le istituzioni per verificare le reali ricadute sul territorio e i settori che necessitano di un sostegno e di una progettualità più ampia”.

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