L’AQUILA – La pianificazione della gestione forestale in 15 comuni dell’Aquilano, al fine di tutelare la biodiversità e il paesaggio a “mosaico”, ma anche per prevenire gli incendi, incrementare la produzione naturale dei preziosi tartufi, favorire il rilancio dell’artigianato artistico del legno, e ancora la mappatura dei grandi alberi secolari, che già sono diventati meta di itinerari turistici, studi sulla fertilità dei suoli, e della varietà vegetale, il sostegno ai piccoli agricoltori sostenendo la commercializzazione dei loro prodotti.
Questo in sintesi il lavoro sul territorio dell’associazione Foresta Modello Valle Aterno (Fmva), istituita nel 2018 con l’adesione della Regione Abruzzo alla International Model Forest Network (Imfn), con l’obiettivo di coinvolgere le comunità locali per la gestione condivisa di vaste aree rurali e naturali, a cominciare dai 18.000 ettari di boschi, che occupano in media il 56 % del territorio, costituiti da querceti di roverella, carpino e orniello e per il 7% da faggete.
L’occasione per aggiornare il bilancio dei singoli progetti messi a terra ed itinere è stata la oramai tradizionale Festa foresta, celebrata a Goriano Valli, frazione di Tione degli Abruzzi, presso il Circolo Vallese e l’azienda agricola Vigna di More, con escursioni, mercato artigianale ed agricolo e momenti di convivialità, laboratorio dedicato al tartufo a cura di Maurizio Ciccone, della MicoPlants Tartuficoltura sull’utilizzo di strumenti come il plants play per sentire la “musica” delle piante, fototrappole, timelapse camera e microscopio a cura della cooperativa Ambecó, l’intervento del botanico Giampiero Ciaschetti su uno studio sulla biodiversità dei boschi e di Agostino Letardi, rappresentante del progetto “Echo”, di Citizen science per il monitoraggio della fertilità dei suoli, co-finanziato dalla Unione Europea.
Commenta il presidente dell’associazione Foresta Modello Valle Aterno Alessio di Giulio.
”L’obiettivo ultimo del nostro impegno è quello di mettere a disposizione dei Comuni aderenti un piano di gestione forestale dettagliato e frutto di un approfondito studio per una corretta e proficua gestione del patrimonio boschivo che interessa buona parte del territorio. In passato la foresta è stata sfruttata in modo intensivo ed eccessivo fino al denudamento di buona parte dei nostri monti, negli ultimi decenni, al contrario, lo spopolamento e l’abbandono di queste valli hanno fatto sì che le foreste si siano molto ampliate in superficie e questo non è un fenomeno del tutto positivo perché minaccia di far sparire il paesaggio del “mosaico rurale” con la sua biodiversità, per esempio invadendo pascoli e terreni agricoli”.
”Una foresta ha bisogno dell’uomo e viceversa, ad esempio per prevenire il rischio incendi, con la riduzione di eccesso di legna e piante morte che sono un innesco formidabile per il fuoco -prosegue di Giulio -. Stiamo coinvolgendo gli agricoltori e artigiani locali per far sì che sia in primis affidata a loro la gestione attiva del bosco, la sua manutenzione, con l’individuazione di filiere economiche come ad esempio l’artigianato del legno. Agricoltori che intendiamo sostenere anche con l’acquisto diretto e in loco dei loro ottimi e genuini prodotti”.
In tal senso, intervento già messo in opera è stato il diradamento di piccole porzioni[AD4] di bosco in alcune aree, con conseguente aumento della luminosità, per favorire la produttività naturale dei tartufi, diminuita di molto negli ultimi anni a causa dei cambiamenti climatici, con il monitoraggio dei risultati che sarà effettuato, in collaborazione con l’Università dell’Aquila nei prossimi anni.
A primavera partirà poi il progetto finanziato dalla Fondazione Carispaq per la divulgazione scientifica presso la cittadinanza sul patrimonio forestale e botanico.
“E’ stata poi effettuata una mappatura dei grandi alberi – spiega ancora Alessio di Giulio [AD5] -, in particolare roverelle che erano presenze importanti per le comunità locali, punti di riferimento, luoghi d’ombra per chi lavorava nei campi e per gli animali domestici, a connotare luoghi di rilevanza religiosa, visto che molti di questi alberi si trovano vicino ad edicole e cappelle. La cooperativa di comunità Cuore delle valli ha dunque creato un itinerario turistico, molto apprezzato, dove tappa dopo tappa, viene raccontata la biologia, la mitologia e i vari aneddoti legati all’albero”.
In questo ambito di azione si inserisce poi il fitto programma delle Passeggiate Patrimoniali “Conosci i nostri boschi?” con il supporto delle guide di Orsa Maggiore Trekking e Ambiente, nei borghi e negli altipiani, incontrando amministratori locali, agricoltori, artigiani, operatori turistici e culturali, operatori forestali, naturalisti, artisti, semplici cittadini e tanti altri.
Organizzata dall’associazione Le Officine ets, e promossa da Foresta Modello Valle dell’Aterno e Orsa Maggiore Trekking e Ambiente, è stata poi la performance site specific “La cerqua reposatora”, delle artiste Martina Riescher e Debora Frasca, che hanno rievocato e “riportato in vita” un elemento scomparso del paesaggio abruzzese, un’antica quercia secolare, di cui è rimasto solo il toponimo come punto di riferimento per il confine territoriale tra le “Università” di Secinaro e Rocca di Mezzo.
A riferire sul progetto Eco Soil sulla fertilità dei suoli è stato poi Agostino Letardi, rappresentante del progetto “Echo”.
“Il suolo per lungo tempo è stato considerato quasi una materia inerte – spiega l’esperto -, ora, finalmente è vigente una direttiva europea che prescrive la conservazione e tutela della fertilità. E per far questo abbiamo distribuito kit agli stessi agricoltori e cittadini, per avere conoscenza diretta delle caratteristiche e [AD8] della composizione organica dei singoli terreni dove si svolge una attività agricola, sia professionale che amatoriale, anche insomma nel semplice orto di casa”.
Sempre per conto di Foresta Modello Valle dell’Aterno, il botanico Giampiero Ciaschetti ha condotto uno studio sugli gli indicatori di biodiversità.
“Nei circa trenta siti selezionati, sparsi in undici comuni dell’ambito di competenza di Foresta Modello, abbiamo effettuato rilievi forestali, dendrometrici, con un censimento della flora vascolare, quindi di tutte le piante sia legnose che erbacee, dei muschi e dei licheni come pure degli artropodi che vivono nel suolo. E quello che è emerso è che questo territorio è custode di una ricchissima biodiversità, anche se dal punto di vista floristico ad esempio non ci sono specie particolarmente rare. Una biodiversità che troviamo in particolare nei boschi che sono sempre stati tali, non soggetti a taglio, mentre è minore in quelli che si sono formati solamente negli ultimi decenni, riconquistando le aree che fino a mezzo secolo fa erano agricole”.
Questi i 15 comuni dove si sta dispiegano la progettualità di Foresta Modello valle dell’Aterno, per una parte significativa nel territorio del Parco Naturale Regionale del Sirente-Velino: Secinaro, Molina, Acciano, San Benedetto in Perillis, Tione degli Abruzzi, Caporciano, Fontecchio, Fagnano Alto, Prata d’Ansidonia, San Demetrio ne’ Vestini, Poggio Picenze, San Eusanio Forconese, Villa Sant’Angelo, Ocre e Fossa.
FORESTA MODELLO: IN 15 COMUNI PIANO GESTIONE BOSCHI, PREVENZIONE INCENDI, PRODUZIONE TARTUFIL'AQUILA - La pianificazione della gestione forestale in 15 comuni dell'Aquilano, al fine di tutelare la biodiversità e il paesaggio a "mosaico", ma ...








