MAXXI L’AQUILA: ARTISTA DEL PERFORMATIVE 05 CONTRO MUSEO: “PARTNER COINVOLTI NEL GENOCIDIO DI GAZA”

19 Settembre 2025 17:39

L'Aquila - Cultura

L’AQUILA – Doveva essere una performance nell’ambito di Performative 05, manifestazione del Maxxi L’Aquila, ma si è trasformata in una protesta contro il museo stesso, prendendo di mira la “casa madre” Maxxi di Roma.

La performer milanese Sara Laghissa aveva ricevuto l’invito a partecipare con “Will you marry me”, una performance che invita a concentrarsi “sulla relazione tra illegalità e spazio pubblico”, ed esplorare il “come poter agire la disobbedienza sotto gli occhi di tutti”, come è scritto sul sito web dello stesso Maxxi L’Aquila.





Ma una volta arrivata in piazza Santa Maria Paganica, proprio di fronte al museo, la perfomance si è trasformata in una protesta proprio contro lo stesso Maxxi di Roma, accusato di “avere relazioni con l’azienda di armi Leonardo spa, agenzia spaziale italiana e E-geos “, e dunque “direttamente coinvolta nel genocidio del popolo palestinese”.

A raccontarlo è la stessa artista attraverso un post diventato virale: “Quando sono stata invitata a portare il mio lavoro al Maxxi L’Aquila, il mio primo istinto è stato rifiutare, in adesione al boicottaggio del museo. Poi ci ho ripensato”.

L’invito era fare un’affissione nello spazio pubblico di fronte al museo: “Questa pratica si presta per veicolare contenuti anche a partire dai contesti. Mi è sembrata un’occasione per parlare al pubblico sui motivi per cui il Maxxi debba essere boicottato”. Laghissa l’ha così ribattezzato “Museo delle armi del XXI Secolo”, sia nelle sue parole che sui manifesti stessi.

E ancora scritte sulla mostra “Mediterranea: visioni di un mare antico e complesso” giudicata come direttamente coinvolta nel genocidio dei palestinesi, perché organizzata con Leonardo Spa, tra i più grandi produttori d’armi in Europa.





C’è stato spazio anche per una protesta sul “genocidio culturale” nelle parole affisse dall’artista, e sulla “normalizzazione della narrativa sulla occupazione coloniale dello stato israeliano”.

Ovviamente la performance non è passata inosservata, essendo stata involontariamente autorizzata dalla stessa struttura oggetto della critica. Un furgone parcheggiato di fronte ai manifesti, ne ha però impedito a lungo la lettura, e il Maxxi L’Aquila non ha fatto menzione della performance nella sua comunicazione degli eventi del Performative 05. (f.t.)

 

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