INCHIESTA CASALESI: SEQUESTRATI 1,8 MILIONI ALLA FAMIGLIA DI DI TELLA

25 Aprile 2015 10:26

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – Beni per un valore di 1,8 milioni di euro sono stati sequestrati dai Finanzieri del Comando Provinciale dell’Aquila nell’ambito dell’operazione “Dirty Job”, in applicazione della normativa antimafia, a imprenditori edili casertani.

Si tratta di beni riconducibili ad Alfonso Di Tella, di origine casertana ma da anni residente nel capoluogo abruzzese, e ai suoi familiari, finiti al centro dell’inchiesta portata a termine a giugno 2014, che ha consentito di riscontrare un’infiltrazione nel tessuto aquilano di imprese edili aventi elementi di possibile contiguità con il clan dei Casalesi.





Gli imprenditori coinvolti sono accusati di contiguità con il clan per accaparrarsi appalti per la ricostruzione e intermediazione illecita nel lavoro con sfruttamento degli operai.

Il sequestro ha riguardato terreni, immobili, beni mobili registrati, quote societarie, capitale sociale e l’intero patrimonio aziendale comprese le disponibilità finanziarie detenute anche per interposta persona in valore sproporzionato al reddito dichiarato da ritenersi frutto o reimpiego di illeciti guadagni.

Il Gruppo investigazione criminalità organizzata del nucleo P.T. dell’Aquila, coordinato e diretto dal procuratore della Repubblica Fausto Cardella e dal sostituto procuratore David Mancini, ha eseguito ulteriori indagini finalizzate all’accertamento del tenore di vita, delle disponibilità finanziarie e, più in generale, della consistenza patrimoniale dei soggetti indagati, esaminando le attività economiche esercitate, al fine di individuare le lecite fonti di reddito e verificare le sussistenze delle condizioni di applicabilità della normativa antimafia.

“Al termine dello screening patrimoniale è emersa la disponibilità, anche indiretta – si legge nella nota della Finanza –  in capo ai suddetti, di numerosi cespiti di valore sproporzionato rispetto al reddito lecito dichiarato, da ritenersi quindi frutto e/o reimpiego degli illeciti guadagni”.





Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal Tribunale dell’Aquila – Sezione misure di prevenzione, a seguito di richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica del capoluogo ed è stato eseguito da parte del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria in collaborazione con i Comandi provinciali di Parma, Roma, Napoli, Benevento e Caserta.

Gli imprenditori coinvolti nella vicenda sono Alfonso, Cipriano e Domenico Di Tella, i fratelli Dino e Marino Serpetti, l’ex presidente dell’Aquila Calcio ed ex amministratore unico, Elio Gizzi, tutti e tre aquilani e Michele Bianchini, di Avezzano.

In carcere finirono i tre Di Tella e Bianchini, mentre agli arresti domiciliari andarono i due Serpetti e Gizzi. Ado oggi sono tutti tornati in libertà.

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