ASL L’AQUILA: REGIONE RIPROVA SU RIMOZIONE TESTA, OGGI ATTO IN GIUNTA E ROMANO COMMISSARIO?

21 Giugno 2021 08:09

L'Aquila - Sanità

L’AQUILA – Oramai da giorni, anche sentendo rumors e decisori regionali che però pubblicamente non si sbilanciano, il destino del manager della Asl provinciale aquilana, Roberto Testa, prima scelto poi rinnegato, sembra essere segnato: ma la delibera di Giunta, che oscilla come una spada di Damocle e che dovrebbe sancire la sua decadenza anticipata, a conclusione di un percorso disciplinare innescato da un dossier sulle sue presunte omissioni in particolare nell’emergenza covid, ancora non arriva, rimandata già due volte, l’ultima lunedì scorso, e non è stata ancora messa all’ordine del giorno delle sedute dell’esecutivo.

Una nuova riunione è stata fissata per oggi pomeriggio, senza che all’ordine del giorno ci sia il documento che scotta, visto che non c’è certo la fila di dirigenti ed assessori per firmare le carte, per il timore di essere coinvolti, in primis dalla Corte dei conti, in una eventuale causa di risarcimenti intentata da Testa.

Intanto, da quanto si apprende, nella delibera ci sarà la decadenza, ed anche la nomina del commissario chiamato a sostituire Testa: tranne clamorose sorprese, sarà il professor Ferdinando Romano, ex docente all’università D’Annunzio Chieti-Pescara ed ex direttore dell’Agenzia sanitaria regionale, nome assai gradito alla Lega, che lo ha sostenuto, invano, nell’agosto del 2019, proprio nella corsa alla direzione della Asl provinciale aquilana che si è conclusa con la scelta di Testa, appoggiato dal presidente Marco Marsilio, di Fdi, che ora è pentito della scelta e si schierato contro il manager.

Ma non solo: ci saranno a caduta anche le nomine dei due sub commissari, uno sanitario e l’altro amministrativo, che dovrebbero prendere il posto dei due direttori nominati da Testa, visto che la legge prevede la decadenza degli stretti collaboratori del manager, se si nomina un commissario e non un dg.





Tra le ire del centrodestra, visto che il manager ha ignorato desiderata ed indicazioni dell’esecutivo regionale, in sella ci sono ora il direttore sanitario in carica è Alfonso Mascitelli, medico pescarese, ex direttore dell’Agenzia sanitaria regionale, stimato tecnico, ma di area centrosinistra ed ex senatore e consigliere regionale dell’Italia dei valori.

Nomina che è stata preceduta dalla mancata conferma della facente funzione, il primario di Cardiologia dell’ospedale dell’Aquila, Sabrina Cicogna, che è anche capo dipartimento di Medicina, professionista di area Lega in sella per sette mesi, un epilogo al quale il partito, soprattutto con il coordinatore regionale, il deputato Luigi D’Eramo, ha reagito in modo furente contro Testa. Come direttore amministrativo è stato invece scelto il dirigente marsicano Stefano Di Rocco, nomina per i salviniani illegittima per la mancanza di requisiti.

ll sub commissario della parte sanitaria potrebbe essere quindi il dirigente della Asl Lora Cipollone, responsabile sanitario dell’ospedale di Avezzano. Il sub commissario per la parte amministrativa, si è appreso, sarà deciso direttamente da Marsilio.

Va da sé che l’atto di revoca di Testa, il quale ha già allertato i suoi legali, sarà impugnato con ogni probabilità anche da Mascitelli e Di Rocco.

Tornando al clima in seno al centrodestra, secondo quanto si è appreso, la maggioranza in Regione è intenzionata, a scanso di equivoci, ad andare fino in fondo, nonostante ci sia la coscienza che la vicenda non è certo esente da rischi di ricorsi e conseguenti risarcimenti danni: la maggioranza vuole dare il benservito al 57enne manager, nominato dal centrodestra, in quota Fratelli d’Italia, e poi caduto in disgrazia, il cui mandato scade nel 2023 e con la prima verifica di metà mandato in programma nel prossimo mese di settembre.

Ecco perché gli uffici continuano ad approfondire la documentazione da allegare dalla scottante delibera. Del resto, nessun dirigente né assessore vuole rischiare di essere chiamato a risarcire il manager, se qualcosa dovesse andare storto.





Nel dossier della Regione, a supporto della necessità della revoca, sono elencate le presunte omissioni nella gestione della lunga emergenza pandemica da parte di Testa, come pure nell’organizzazione degli ospedali, con l’accusa, grave, di conseguenze in termini di danni riportati da alcuni pazienti. Contestato poi il caos che si è generato nelle scorse settimane per la vicenda dei tamponi covid comunicati in forte ritardo, problema che ha interessato in particolare Avezzano, e che ha  portato anche ad un intervento dei Carabinieri del Nas. Recentemente, Testa è nuovamente finito nel mirino della politica per la vicenda della dipendente a cui non era stato rinnovato il contratto perché in stato di gravidanza.

Nei giorni scorsi, però sono arrivati anche i dati di un monitoraggio nazionale sui costi sostenuti dalle Asl per ricoveri e prestazioni erogate. Ebbene quelli della Asl provinciale aquilana sono postivi, e rispettano gli standard e obiettivi ministeriali.

I dati sono stati snocciolati dal dirigente del servizio programmazione economico-finanziaria Ebron D’Aristotele in una riunione all’ospedale San Salvatore, alla presenza di Testa, Mascitelli e Di Rocco.

Risultati che potrebbero essere allegati ad un eventuale ricorso dei tre vertici della Asl in caso di rimozione, a conferma della bontà del loro operato.

C’è poi un precedente a loro favore: a metà maggio la Corte di Appello ha respinto il ricorso della Regione Abruzzo, confermando la decisione del Tar che ha dichiarato illegittima la decadenza anticipata a ottobre 2019, dell’ex dg in quota centrosinistra Armando Mancini, a seguito della bocciatura del Nucleo di valutazione, nel giudizio di metà mandato. La Regione Abruzzo ha fatto ricorso in Cassazione, ma rischia ora pesanti risarcimenti.

Intanto a lanciare bordate contro Testa è anche il centrosinistra con il consigliere regionale  del Partito democratico, Pierpaolo Pietrucci, che in una recente nota ha osservato che “la provincia dell’Aquila, che purtroppo ha avuto il maggior numero di positivi ed è prima per numero di casi in rapporto agli abitanti, ha visto un investimento complessivo quasi quattro volte inferiore a quello di Pescara”. Attingendo dai dati riferiti da Abruzzoweb, elaborati da un monitoraggio nazionale effettuato dalla fondazione Open polis, prosegue Pietrucci, “il dato più significativo sul piano politico è la ‘classifica’ delle stazioni appaltanti Prima in assoluto con 52,4 milioni di euro è la l’Asl di Pescara, recentemente scossa dall’inchiesta su presunti appalti truccati per l’affidamento di residenze per disabili che vede inquisito anche il direttore generale Vincenzo Ciamponi.  A seguire la Asl di Teramo con 48,6 milioni, l’Aric – Agenzia regionale di informatica e committenza con 48,3 milioni, la Asl di Lanciano-Vasto-Chieti con 19,4 milioni, la Asl di Avezzano-Sulmona-L’Aquila con 16,8 milioni, poi l’Istituto Zooprofilattico con 11,1 milioni, e infine direttamente la Regione Abruzzo con 5,1 milioni”. (f.t.)

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