BLITZ M5S: D’AMICO RICANDIDATO CSX 2029. PD E CIVICI: “NON E’ LEADER”, CONCLAVE FINISCE IN RISSA

ASSENZE DI RILIEVO E SPACCATURA PROFONDA "PATTO PER L'ABRUZZO", NESSUN RESOCONTO UFFICIALE, SEDUTA AGGIORNATA ALLA PROSSIMA SETTIMANA

23 Settembre 2025 01:02

Regione - Politica

L’AQUILA – Nato come un’occasione per ritrovare l’auspicata compattezza, è finito in rissa il conclave del campo largo di centrosinistra, una crepa netta per quello considerato un “blitz” da parte del Movimento 5 Stelle.

Riuniti a Capestrano (L’Aquila) nell’agriturismo di Alfonso D’Alfonso, imprenditore agricolo e coordinatore del movimento progressista e cattolico Demos, i gruppi di opposizione nella Regione guidata da Marco Marsilio, di FdI, si sono spaccati sull’ipotesi di una ricandidatura alle Regionali del 2029 di Luciano D’Amico, ex rettore dell’Università di Teramo ed ex presidente della Tua, la società del trasporto regionale, candidato presidente nel 2024, quando è stato invece riconfermato il centrodestra per lo storico secondo mandato.





Una riunione accesa che si è infuocata proprio quando gli esponenti del M5S, primi tra tutti i consiglieri regionali Erika Alessandrini e il capogruppo Francesco Taglieri, insieme al coordinatore abruzzese Gianluca Castaldi, hanno comunicato di non essere disposti a cedere sulla ricandidatura dell’attuale leader del Patto per l’Abruzzo, lo stesso D’Amico su cui buona parte della minoranza ha espresso in più occasioni perplessità, a causa di alcune posizioni non condivise, come quelle della riforma del collegio unico elettorale e il dietrofront sui fondi a pioggia.

Molto critici, tra gli altri, i consiglieri Giovanni Cavallari, di “Abruzzo insieme”, intervenuto in videocollegamento, e Pierpaolo Pietrucci, del Pd, che tra le numerose contestazioni hanno sottolineato come una materia così delicata non possa diventare oggetto di confronto in una riunione del genere ma che richiederebbe un tavolo nazionale.

Una decisione prematura, è stato inoltre evidenziato, visto che all’appuntamento mancano tre anni e mezzo, un'”era geologica”.

Una “spallata” alla leadership di D’Amico dalle varie anime di una formazione che comprende oltre al Movimento 5 stelle, partiti come Avs, Azione, Partito democratico e la civica di D’Amico, Abruzzo Insieme.





Un summit che ha registrato anche assenze importanti, tra tutte spiccano quelle di Sandro Mariani, presidente della Commissione Vigilanza, del Pd, di Enio Pavone, capogruppo in Consiglio regionale di Azione, e del deputato Giulio Sottanelli. Presenti tutti gli altri, anche i parlamentari del Pd Luciano D’Alfonso e Michele Fina, e del M5S Gabriella Di Girolamo.

Qualche informazione per ricostruire il bilancio di una giornata movimentata è arrivato solo in tarda serata quando, con difficoltà, sono venuti fuori i dettagli fin qui riportati.

Contattati senza successo, tra gli altri, Mariani – che ha subito tagliato corto asserendo di non saperne niente in quanto impegnato nella sua attività di veterinario – e il capogruppo del Pd Silvio Paolucci, come altri, alle prese con diversi impegni tra Sulmona, dove si è tenuto il Consiglio comunale straordinario con al centro la salvaguardia produttiva e occupazionale dello stabilimento Marelli, e l’assemblea dei sindaci della provincia di Chieti. Anche per questo, la seduta è stata aggiornata alla prossima settimana.

Nessun comunicato stampa diffuso alla fine dell’incontro, nessuna dichiarazione ufficiale rilasciata: in questo senso, il centrosinistra segue la scia del centrodestra nel non voler informare gli abruzzesi su temi di paerticolare rilevanza, preferendo non riferire su questioni interne alla coalizione.

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