IL MANAGER SILVERI: ''OK DI CHIODI A SPERIMENTAZIONE INTRAMOENIA COL CUP''

L’AQUILA: VISITE PRIVATE IN OSPEDALE, ”UNA DEROGA PER CHI RESTA NEGLI STUDI”

di Marianna Galeota

28 Dicembre 2013 08:08

Regione -

L’AQUILA – Dovrebbe arrivare per la fine dell’anno, quindi entro pochi giorni, la soluzione per i medici abruzzesi che svolgono la libera professione “intramoenia” negli studi privati invece che in ospedale e che, secondo la legge Balduzzi, dovrebbero rientrare tutti all’interno delle strutture pubbliche, con possibili problemi logistici all’orizzonte.

Di qui a qualche giorno, infatti, la Regione Abruzzo potrebbe dare l’autorizzazione per attivare un’alternativa “sperimentale” alla normativa, secondo la quale i medici potranno continuare a effettuare le visite nei propri studi, ma le prenotazioni dovranno passare tutte per il centro unico prenotazioni dell’azienda (Cup).

Il regime “intramoenia” prevede prestazioni effettuate privatamente e a pagamento dai medici in ospedali, presìdi territoriali e spesso allargata agli studi privati per via della carenza di strutture, con una quota del compenso che finisce nelle casse della Asl di competenza.





“Tutto avverrà sotto l’assetto organizzativo della Asl, che avrà contezza del numero di visite effettuate e del pagamento delle parcelle – afferma ad AbruzzoWeb il manager della Asl numero 1 Avezzano Sulmona L’Aquila, Giancarlo Silveri –  Ho parlato con il presidente della Regione, Gianni Chiodi, ed è d’accordo con questa procedura sperimentale prevista, tra l’altro, dalla legge stessa. Abbiamo richiesto l’autorizzazione all’ente e speriamo di ottenerla entro la fine di dicembre”.

Con l’utilizzo del Cup informatizzato, inoltre, tutte le prestazioni saranno registrate e le relative fatture dovranno essere effettivamente emesse, con enormi benefici economici per l’erario e per i conti aziendali.

Le visite effettuate dai medici “intramoenia”, infatti, prevedono che una quota del compenso dei professionisti finisca direttamente nelle casse della Asl di competenza: alla sola azienda provinciale dell’Aquila, per esempio, permettono di fatturare quasi 4 milioni di euro all’anno con un saldo attivo di 700 mila euro circa.

A livello nazionale, inoltre, secondo studi effettuati nel 2010 dal ministero dell’Economia, il volume d’affari fatturato dai medici che svolgono l’attività intramuraria è pari a oltre 1,1 miliardi, con un aumento costante negli anni.





Una cifra che andrà a salire con le nuove forme di controllo, considerato che si prevede il recupero di quasi tutte le somme in “nero” che, dalle tasche dei pazienti, andavano a finire “esentasse” direttamente in quelle dei professionisti.

D’accordo con una regolamentazione e con la pulizia della professione medica dagli abusi sono anche i segretari provinciali dei sindacati dei medici Anaao e Fesmed, rispettivamente Alessandro Grimaldi e Claudio Zoccoli che, però, specificano “non va neppure criminalizzata”.

I sindacalisti, negli scorsi mesi, hanno denunciato il “caos” che avrebbe generato il provvedimento regionale e l’insufficienza di spazi e apparecchiature mediche all’interno delle strutture ospedaliere abruzzesi, in particolar modo in quelle della Asl aquilana.

Il rischio, infatti, potrebbe essere quello di un “esodo dei medici verso il privato con un inevitabile aumento dei costi per i professionisti e, soprattutto, per i pazienti”, sottolineano.

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