ROMA – La vendemmia 2025 promette un’annata ottima dal punto di vista qualitativo delle uve.
Inoltre torna a crescere la produzione italiana, +8% sul 2024, per una raccolta che dovrebbere raggiungere i 47,4 milioni di ettolitri nelle previsioni illustrate da Assoenologi, Unione italiana Vini (Uiv) e l’Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare.
Confermato il primato produttivo dell’Italia – riporta l’Ansa -, seguita nella classifica globale da competitor del vecchio continente: la Francia con 37,4 milioni di ettolitri e la Spagna co 36,8 milioni di ettolitri.
“L’Italia – ha precisato il direttore generale dell’Ismea, Sergio Marchi – è al primo posto per volumi produttivi, al secondo per valore (dopo la Francia), al terzo posto per consumi. Inoltre l’export del vino resta in salute. Dal governo un buon assist al settore: se sommiamo le risorse del Pnrr ai fondi già stanziati attraverso il Piano nazionale per gli investimenti complementari abbiamo a disposizione quasi 350 milioni di euro di agevolazioni che fanno un effetto leva di oltre 600 milioni”.
Per quanto riguarda la stagione 2025, a caratterizzare questa vendemmia è la crescita produttiva di vino e mosto al Sud, con +25% sia in Abruzzo che in Molise, +17% in Puglia, +20% in Sicilia e addirittura +40% in Basilicata. La Toscana è l’unica con stime in decremento (-13%) mentre al Nord hanno valori in crescita Piemonte (5%), Valle d’Aosta 8%, Trentino Alto Adige 9%, Veneto 2%, Friuli Venezia Giulia 10%. Stabili la Liguria e l’Emilia Romagna, e le regioni centrali mentre le Marche registrano +18%”.
E le giacenze, fa sapere l’analista dell’Ismea Tiziana Sarnari, sono in linea con lo scorso anno.
“Guardo al presente con ottimismo”, ha commentato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida nell’osservare che “se per anni i francesi ci hanno insegnato a promuovere il vino, ora non abbiamo da imparare da nessuno. E il primato produttivo qualifica un settore che fa da traino a tutta l’economia”.
Ma è il nodo dell’incontro tra offerta e domanda del vino che deve guidare le politiche di filiera, ha ricordato il presidente di Unione Italiana Vini, Lamberto Frescobaldi.
“Brindiamo ad un’annata qualitativamente eccellente. Tuttavia, – ha osservato lo storico imprenditore toscano – alle attuali condizioni di mercato sarà difficile garantire la giusta remunerazione di filiera. La qualità del nostro vino è indiscussa, ma anche il buono, se è troppo, fa perdere valore al comparto, persino nelle rendite fondiarie”.
In un giorno di celebrazione della buona annata la politica commerciale degli Stati Uniti da’ però la sensazione agli imprenditori italiani di guidare a fare spenti.
“Il vino italiano sta affrontando una fase complessa che vede una vendemmia positiva ma un mercato saturo e dazi Usa penalizzanti”, ha osservato il presidente di Agenzia Ice, Matteo Zoppas, ricordando che nel primo semestre dell’anno sono state 20 le iniziative promozionali realizzate e dedicate al vino “mentre altre 35 sono in valutazione ed è alle porte Vinitaly Chicago”.
“Stiamo lavorando a poltiche di esenzione del vino dai dazi Usa”, ha ribadito il ministro Lollobrigida ricordando l’impegno assunto, insieme alla premier Giorgia Meloni ed al ministro Urso, un mese fa a Palazzo Chigi.
Nel frattempo, plauso di Assoenologi e Uiv ai Consorzi che hanno già abbassato le rese e richiesta di contenere le autorizzazioni, pur salvaguardando la libertà di impresa.
Per Lollobrigida “gli estirpi sarebbero una misura innaturale”, tanto più a carico dei contribuenti. Meglio semmai, secondo il ministro, “intraprendere una riduzione delle autorizzazioni per mantenere il Vigneto Italia. Per noi la viticoltura è anche la manutenzione del territorio, la bellezza dei luoghi in cui vediamo i vigneti che fanno parte di un bene culturale”.
“Il vino non morirà mai, abbiamo già attraversato mille difficoltà, anche questa volta sapremo rilanciarci”, ha detto il presidente nazionale di Assoenologi, Riccardo Cotarella, proponendo alla “filiera unita” un patto di solidarietà: “Serve un passo indietro, che in realtà sarà un passo avanti – ha detto – ridurre la produzione laddove possibile e accettare in alcuni casi un abbassamento dei prezzi al consumo, significa lavorare per la tenuta complessiva del sistema”.
- VENDEMMIA DA 47 MILIONI DI ETTOLITRI:
ITALIA PRIMA AL MONDO, PIU’ 25% IN ABRUZZOROMA - La vendemmia 2025 promette un'annata ottima dal punto di vista qualitativo delle uve. Inoltre torna a crescere la produzione italiana, +8% s...