MEDICI RESTITUISCONO I CAMICI: “TRATTATI COME BANCOMAT”.
ASL CHIETI, “CONTROLLARE E’ UN DOVERE”

FLASHMOB QUESTA MATTINA DAVANTI ALLA DIREZIONE STRATEGICA. FIMMG, "CI VIENE CHIESTO DI CURARE I BILANCI, NON I PAZIENTI"; PALMIERI: "AGGRESSIONE A FREDDO, BASITO DA PROTESTA"; PAOLUCCI (PD): "NON POSSONO PAGARE PER DISASTRO SANITA'"; D'ALESSANDRO: "COSTRETTI A TAGLI PER FARE CASSA E RIPIANARE BUCO'"

23 Settembre 2025 16:30

Chieti - Gallerie Fotografiche, Politica, Sanità

CHIETI – Da un lato i medici che lamentano: “Siamo diventati il salvadanaio dell’azienda sanitaria”, dall’altro la Asl che parla di “un’aggressione a freddo”.

È scontro in provincia di Chieti tra i medici di famiglia, oggi scesi in campo “per difendere il diritto alle cure e la dignità della professione”, e la Direzione dell’azienda sanitaria.

Nel corso del flash mob di solidarietà di questa mattina, i medici hanno restituito simbolicamente i propri camici alla direzione strategica.

Come spiegato dalla Fimmg: “È una protesta contro l’ennesima convocazione da parte della Asl, che ha chiamato oltre la metà dei medici della provincia a rispondere di presunti errori prescrittivi risalenti al 2023: torna all’attacco a distanza di due anni nonostante, dopo un accordo raggiunto, i dati abbiano mostrato un miglioramento significativo grazie alla collaborazione basata sulla formazione e sul confronto tra medicina generale e servizio farmaceutico territoriale”.

“Siamo diventati il salvadanaio dell’azienda sanitaria – ha dichiarato la segretaria provinciale Fimmg, Mariapaola Di Sebastiano –. Ai medici di famiglia viene chiesto di curare i bilanci aziendali e non i pazienti. Questo clima di continue contestazioni e decurtazioni rende sempre più difficile lavorare con serenità e mantenere un rapporto di fiducia con chi assistiamo quotidianamente”.

Secondo Fimmg, “i medici sono ormai sottoposti a una pressione costante: ogni giorno ricevono Pec con contestazioni per una prescrizione, una scatola di farmaco in più, una priorità non riconosciuta o un vaccino somministrato”.

“A fine mese – ha aggiunto Di Sebastiano – iniziano a comparire i segni meno sul cedolino, il malcontento cresce e la professione diventa sempre meno attrattiva per i giovani, che si allontanano dalla medicina generale”.





Durante il flash mob i medici, in silenzio hanno riconsegnato i camici: “un gesto simbolico per dire che la Asl di Chieti, più che luogo di cura, è diventata un luogo in cui è sempre più difficile essere medici”.

“Ci scusiamo con i pazienti per i disagi che potranno subire ma questa battaglia la combattiamo anche per loro: per difendere il Servizio sanitario nazionale e il diritto universale alle cure. Se non torneranno serenità e fiducia reciproca, saremo costretti a un autunno caldo di scioperi e manifestazioni. In quel caso, siamo certi che i pazienti saranno al nostro fianco”, ha concluso.

ASL CHIETI: “CONTROLLARE E’ UN DOVERE”

“Un’aggressione a freddo, senza che ci sia stato un conflitto, una divergenza, un contraddittorio, o richieste negate e respinte al mittente. Per questo la protesta inscenata dalla Fimmg mi lascia a dir poco basito”, commenta il direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti  Mauro Palmieri in merito alla dura posizione assunta dai medici di medicina generale “per presunte ‘vessazioni’ da parte degli uffici delegati ai rapporti con i professionisti dell’assistenza primaria”.

“Non mi risulta la pressione a cui i medici si dicono sottoposti da parte dell’Azienda – prosegue Palmieri – . Se poi la normale e doverosa attività di vigilanza sull’appropriatezza prescrittiva viene vissuta come vessatoria, allora vuol dire che non è chiaro, o non si vuol comprendere, il senso della nostra azione e gli obblighi di legge che la ispirano”.

“Applicare le norme non è una colpa, e nemmeno una scelta: è nostro preciso dovere, così come lo è richiamare l’attenzione dei professionisti ai criteri dell’appropriatezza, sia nella prescrizione di farmaci che di prestazioni, senza che se ne sentano oltraggiati. In tempi di magra come questi, le risorse assegnate vanno spese in modo corretto, che non vuol dire né tagliare né risparmiare: semplicemente il nostro è un richiamo a dare ai pazienti ciò di cui hanno realmente bisogno per una determinata patologia o per un sospetto diagnostico. E il controllo sul rispetto dell’appropriatezza da parte dell’Azienda ci sta.  Ma nell’eventualità di un eccesso di zelo mostrato dai nostri uffici, con contestazioni ritenute esagerate, ci saremmo potuti confrontare nel merito, se solo lo avessero chiesto o segnalato. È quello che ho detto proprio questa mattina alla riunione del Comitato aziendale di medicina generale, dove rivolgendomi al loro rappresentante ho sottolineato il senso dei nostri controlli, che non sono mai a danno di un professionista, ma a vantaggio di tutti i cittadini. Parlarsi sarebbe servito a questo. La Fimmg ha preferito la protesta plateale a favore di telecamere e rispetto la scelta, che certo non aiuta: non serve a chiarirsi, né a costruire, tantomeno a trovarsi su un percorso comune”.

“Sono abituato a confrontarmi sempre, a mettere intorno a un tavolo tutti gli interlocutori, perché le divergenze non mi spaventano e non rappresentano un ostacolo, semmai uno stimolo a cercare soluzioni condivise. Non mi pare di rintracciare la stessa intenzione nelle scelte della Fimmg. Io resto aperto al dialogo, ma questa non è la modalità di cercarlo”.

PAOLUCCI (PD): “TRATTATI COME BANCOMAT DELLA SANITA'”

“Solidarietà e vicinanza ai medici di famiglia della ASL di Chieti che oggi hanno dovuto dare vita a un flash mob per difendere il diritto alle cure e la dignità della professione. Anche su di loro si abbatte uno degli effetti più forti del deficit della sanità, i tagli non solo alle prestazioni, non solo i farmaci, ma anche alle spettanze del personale che ogni giorno è in trincea”, commenta il capogruppo del PD Silvio Paolucci dopo la manifestazione.





“La protesta dei medici è motivata dall’ennesima convocazione da parte della ASL per presunti errori prescrittivi risalenti al 2023, nonostante i dati abbiano mostrato un miglioramento significativo grazie alla collaborazione tra medicina generale e servizio farmaceutico territoriale – spiega Paolucci – . È inaccettabile che i medici siano sottoposti a una pressione costante e che vengano utilizzati come ‘salvadanaio’ dell’azienda sanitaria, con la richiesta di curare i bilanci aziendali anziché i pazienti. Situazione che si aggraverà con le scellerate scelte contenute nel Programma Operativo di Marsilio che prevede un taglio di ulteriori 8 milioni di euro. Tutto questo mentre la Regione Abruzzo è in coda alle spese del Pnrr – sanità territoriale – e non si è a conoscenza se si riusciranno a spendere le risorse assegnate, si continua a disinvestire sul territorio e sulle figure che, come quelle dei medici di Medicina generale, tanto sotto di numero che oltre 60.000 cittadini non hanno ad oggi il medico curante, che dovrebbero appunto rappresentare professionalità centrali della sanità di prossimità”.

“Una situazione che incide sul loro diritto a lavorare con serenità e soprattutto a mantenere un rapporto di fiducia con i pazienti”.

D’ALESSANDRO: “COSTRINGONO MEDICI A TAGLI PER FARE CASSA E RIPIANARE BUCO SANITA'”

“A oltre la metà dei medici di base della Provincia di Chieti viene contestato dalla Asl, e non è la prima volta, il fatto che i medici fanno i medici: cioè prescrivono prestazioni sanitarie e medicinali ai propri pazienti, nell’esercizio del loro dovere di cura. I medici non hanno la facoltà, ma il dovere e la libertà deontologica di prescrivere ciò che ritengono necessario per la cura e la prevenzione del loro paziente.

Così, in una nota, Camillo D’Alessandro, presidente regionale Italia Viva.

“Si tratta di un clima infame, quello di fare passare i medici di famiglia come centri di spesa. Ma con quale serenità possono continuare a fare il loro lavoro? Cresce la protesta dei cittadini che si vedono negare il loro diritto alla salute e se la prendono con i medici sul territorio. E non è un caso che non ci siano più giovani medici disponibili a svolgere questo lavoro, intere aeree territoriali sono scoperte”.

“La verità è che l’Asl impone di fare cassa, di curare il buco di bilancio e non i pazienti. E per Verì e Marsilio va tutto tremendamente bene. Noi siamo al fianco dei lavoratori della salute, i medici sul territorio, che rappresentano l’ultima difesa al nostro diritto alla salute”.

 

 

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