L’AQUILA – È passato mezzo secolo da quando Giorgio Cavalli, con i suoi collaboratori, si presentò al tribunale del capoluogo di regione per depositare gli incartamenti per la nascita di Tv l’Aquila- Radio l’Aquila. Cavalli, già autore a Sanremo nel 1958 con la canzone “Nozze d’oro”, fu il promotore assoluto dell’iniziativa che permise all’Aquila di essere tra le primissime città in Italia ad avere una emittente libera.
Va subito detto che Tv L’Aquila non prese mai il volo ma Radio L’Aquila ebbe un successo tale da stupire gli stessi animatori dell’emittente visti i 30mila ascoltatori potenziali attestati dalla Doxa e dal numero incredibile di telefonate che venivano fatte dagli ascoltatori durante le trasmissioni. Al punto che talvolta, per avere un po’ di respiro, le cornette venivano staccate. Insomma all’Aquila, nel 1975, ci fu il primo passo di una svolta epocale che poi partorì a livello nazionale tante altre iniziative con evoluzione del costume.
Tutto iniziò grazie alla Playphone uno studio di registrazione e pubblicitario che aveva sede in via de Navelli 25, luogo che poi divenne prima sede dell’emittente che fu creata intorno al 1970. “Arnaldo Ettore, eccellente musicista, bravissimo negli arrangiamenti e noto partigiano”, racconta Cavalli ricordando il suo caro amico di sempre scomparso di recente, “aveva già un ufficio in quella strada e poi si trovarono altri locali adatti e nacque lo studio”.
Per realizzarlo e avere spunti si rivolse a tale Savina a Roma che aveva un grande studio.”Poi mi mossi per fare le prime registrazioni e vennero il Coro Gran Sasso, il quartetto di Camillo Berardi e altri ancora. Le cospicue risorse furono trovate da me raccogliendo pubblicità come, ad esempio, creando un programma musicale e pubblicitario da ascoltare sui bus che tornavano da Roma e altre iniziative similari”.
Ma torniamo alla nascita della radio fermo restando che all’epoca, metà anni 70, solo la Rai poteva trasmettere e soltanto dopo la Corte costituzionale si pronunciò contro il monopolio. “Lessi sul Sole 24 ore”, racconta Cavalli, “che la pretura di Biella aveva riaperto la tv locale che fu la prima in Italia a trasmettere. Nei parlai subito con Lillo Angelini e poi con Ettorre. Non vidi grande entusiasmo ma li convinsi, e gli dissi: prima che arrivino gli altri muoviamoci noi visto che abbiamo la parte fonica già pronta. Con Arnaldo andammo a Biella e io presi la parola in un convegno con tanti oratori tra cui Enzo Tortora che avevo già conosciuto all’Aquila per uno spettacolo. Al convegno, che ebbe risalto su tutte le testate nazionali, partecipo per Pescara Veniero De Giorgi, noto artista.
Cavalli seppe che ad Avezzano (L’Aquila) era già attiva Telemarsica. “Li contattai e presi un appuntamento”, ricorda il musicista, “e si pensò di operare insieme. E pensammo di propagandare le trasmissioni sperimentali, all’epoca possibili solo via cavo, posizionando decine di televisori sotto i portici. Quando facemmo la prima trasmissione, con un Tg presentato dal compianto Franco Giancarli ci fu un mare di folla e se ne parlò tanto ma sui giornali dell’epoca non comparve una sola riga”.
“A quel punto venne un responsabile di Telemarsica e facemmo un incontro organizzativo con Ettorre, Angelini, e l’avvocato Francesco Silvestri, aquilano, che nel frattempo si era inserito nel gruppo, mentre la direzione dell’emittente fu affidata a Dante Capaldi: la prima voce nell’etere aquilano con Radio L’Aquila fu di Carlo Gizzi e subito dopo quella di Giampo Spada.
Ma l’uomo di Tele Marsica, durante la riunione disse a Cavalli: “lei da oggi farà solo la pubblicità!”. A quel punto Cavalli, che fino ad allora aveva fatturato ben 4,5 milioni di lire, ma che voleva,e giustamente, incidere sulla conduzione dell’emittente avendone la competenza, andò via insieme ad Angelini per poi chiedere e ottenere i danni. Ettorre restò ma solo per un breve periodo.
La Tv non decollò mai ma la Radio nel frattempo stava avendo un successo notevole oltre ogni aspettativa. “Prima di andare via mi impegnai anche per la messa in onda per comunicati pubblicitari”, commenta Cavalli per rimarcare il suo impegno a tutto campo.
La radio, pur con il vento in poppa con trasmissioni seguitissime come il quiz sportivo e quello culturale o Pop art, chiuse dopo un paio di anni per la poca pubblicitàe per una gestione approssimativa ma per fortuna, intorno alla fine degli anni settanta, fu ricostituita senza soluzione di continuità, da un gruppo di giovani collaboratori della vecchia emittente cui si aggiunsero altri usciti da Radio Luna e andò avanti con rinnovato successo, con la direzione affidata a Giampaolo Arduini fino al 1993.
Non che le cose andassero male, tutt’altro, ma in quel periodo gli animatori, divenuti adulti e con famiglia e tanti impegni non se la sentirono più di portarla avanti e la cedettero a persona che si disse disponibile a gestirla ma, costui, probabilmente, sottovalutò l’impegno, e tutto finì lì.
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