CAFFE’ VERSO I 2 EURO A TAZZINA, ANCHE IN ABRUZZO RISCHIO IMPATTO NEGATIVO SUI CONSUMI?

11 Settembre 2025 09:00

Italia - Commercio, Cronaca

L’AQUILA – Il prezzo del caffè al bar continua a crescere e secondo le stime di Unimpresa potrebbe raggiungere i due euro a tazzina entro la fine del 2025.

Un aumento che non riguarda soltanto i grandi centri, ma che rischia di avere ricadute significative ovviamente anche su territori come l’Abruzzo, dove il consumo di caffè rappresenta un’abitudine quotidiana e diffusa in tutte le fasce sociali come nel resto d’Italia.





Negli ultimi cinque anni il costo medio nazionale è passato da 87 centesimi del 2020 a oltre 1,20 euro attuali, con punte che già oggi superano 1,40 euro al Nord.

A pesare sulla percezione dei consumatori ci sono anche i prezzi ormai fuori controllo negli autogrill lungo le autostrade, dove una semplice tazzina può già costare ben oltre 1,70 euro, trasformando quella che era una pausa abituale in una spesa quasi proibitiva, considerando gli aumenti enormi anche di panini, acqua e bibite.

Le ragioni dei rincari sono molteplici: l’aumento dei costi energetici e logistici, i dazi doganali imposti dagli Stati Uniti sul caffè brasiliano che hanno fatto schizzare le quotazioni internazionali, la speculazione finanziaria legata alle materie prime e, in parte, gli effetti dei cambiamenti climatici sui raccolti nei Paesi produttori come Brasile e Vietnam.

A questi fattori si aggiungono normative europee più stringenti sulla tracciabilità che gravano soprattutto sui piccoli coltivatori.





La conseguenza è un rincaro che si trasferisce a cascata fino ai bar, incidendo direttamente sulle tasche dei consumatori.

Insomma, se fino a poco tempo fa un caffè rappresentava una spesa quasi simbolica, oggi rischia di diventare un piccolo lusso quotidiano, soprattutto in un contesto di inflazione e salari fermi.

Per una regione come l’Abruzzo, dove la tradizione del caffè al bar accompagna momenti di socialità e incontri di lavoro, come nel resto della nostra nazione, l’impatto potrebbe non essere trascurabile: la domanda che molti si pongono è se l’aumento dei prezzi spingerà parte della clientela a ridurre i consumi o a orientarsi verso alternative domestiche.

Una tendenza che, se confermata, potrebbe avere ripercussioni economiche non solo per il settore della ristorazione, ma anche per la filiera commerciale locale che ruota attorno a una bevanda simbolo dello stile di vita italiano.

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