L’AQUILA – All’ingresso della classe, una scatola di cartone e decine di buste bianche con sopra scritto, in stampatello, nome e cognome dell’alunno. È qui che finiscono i cellulari, uno per uno, ogni mattina.
E’ questa anche in Abruzzo un novità dell’incipiente anno scolastico, che nelle scuole di ogni ordine e grado avrà inizio lunedì 15 settembre. Gli studenti saranno 158.432, distribuiti in 8.352 classi. Il dato conferma la flessione demografica in corso: rispetto allo scorso anno si registra infatti un calo di circa 2.400 alunni.
I cellulari, una volta depositati, restano lì fino al suono dell’ultima campanella. In altri casi, i ragazzi sono tenuti a spegnere il telefono e riporlo nello zaino, oppure a inserirlo in armadietti appositamente disegnati con i box individuali, con le chiavi da passare da docente a docente. Sono alcune delle pratiche attivate in Abruzzo per recepire il divieto ministeriale sull’uso dei cellulari a scuola.
Il nuovo anno scolastico si apre con l’entrata in vigore della circolare ministeriale che estende alle scuole superiori il divieto di utilizzo degli smartphone durante l’orario scolastico.
Ogni istituto si sta regolando in autonomia. Ma non ovunque si è scelto di blindare gli smartphone. “Qualche ‘falco venditore’ si è presentato da noi proponendo armadietti con chiave da passare da docente a docente, ma abbiamo preferito di no”, racconta all’Ansa Antonio Lattanzi, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo ‘Cesira Fiori’ di San Demetrio – Rocca di Mezzo (L’Aquila).
“Chiediamo ai nostri alunni di lasciare i telefoni spenti negli zaini, come da regolamento. La sola repressione serve a poco, se non accompagnata da un lavoro culturale con i ragazzi, per evitare anche episodi spiacevoli come riprese nei bagni”.
Solo qualche mese fa, ad esempio, è circolata sui social una foto scattata in un’aula del Liceo ‘Cotugno’ all’Aquila, dove un giovane, col volto coperto, mostrava uno striscione con la scritta “Antifascismo = Mafia”.
Lattanzi sottolinea anche un punto centrale nel dibattito attuale: “Nessuna circolare impedisce l’uso didattico degli smartphone. Anzi, in alcune discipline come la musica o per interagire con studenti stranieri, può essere uno strumento utile”. Un punto ribadito qualche tempo fa dalla stessa preside del ‘Cotugno’, Serenella Ottaviano, che però ha posto l’accento sull’opportunità di limitare la connessione della rete. A Chieti, al classico ‘Vico’, sono stati predisposti armadietti in vetro chiusi a chiave. In alcuni istituti di Pescara e Teramo è prevista la consegna dei dispositivi e un sistema di sanzioni progressive.
- CELLULARI SOTTO CHIAVE, SCUOLE ABRUZZESI SI DIVIDONO, ISTITUTI SI ADEGUANO, “SERVE LAVORO CULTURALE”L'AQUILA - All'ingresso della classe, una scatola di cartone e decine di buste bianche con sopra scritto, in stampatello, nome e cognome dell'alunno...