LE RELIQUIE RIMASERO QUATTRO GIORNI AL CIMITERO REATINO DI ROCCAPASSA

L’AQUILA, 23 ANNI FA FU ”RAPITO” CELESTINO: UN MISTERO IRRISOLTO

di Alberto Orsini

18 Aprile 2011 07:45

L'Aquila - Gallerie Fotografiche

L’AQUILA – Ventitre anni fa, la mattina del 18 aprile 1988, L’Aquila si svegliò in preda a un incubo: qualcuno aveva trafugato dalla Basilica di Santa Maria di Collemaggio i resti del pontefice incoronato nel capoluogo, Papa Celestino V, quello della Perdonanza e, tesi su cui si discute da anni, forse anche quello del “gran rifiuto” descritto da Dante Alighieri nella Divina Commedia.

Un fatto incredibile e inedito per una città da sempre molto legata alle reliquie del santo, che riposano nell’edificio di culto che lui stesso volle far costruire, oggi distrutto dal sisma e che è stato visitato anche dal “collega” pontefice, Benedetto XVI, poche settimane dopo il 6 aprile 2009.





La notizia finì sui notiziari di tutto il mondo. La città rimase con il fiato sospeso per quattro, lunghi giorni. Chi cercava le spoglie all’Aquila, chi le cercava lontano dalla città. Alla fine spuntarono fuori in punto impensabile, nel camposanto di un piccolo centro del Reatino: Rocca Passa, frazione di Amatrice.

Come ci erano arrivate? Chi ha indirizzato gli inquirenti fino là? Su questo è rimasta sempre una divergenza di ricostruzione dei fatti, tra la storia ufficiale, raccontata dalla polizia alla stampa, e alcune obiezioni alle quali nessuno ha saputo né voluto rispondere.

Secondo la versione passata alla storia, il furto sacrilego fu compiuto da due giovani pregiudicati aquilani, uno dei quali aveva il “fiato sul collo” da parte dei poliziotti per la sua corposa attività illecita.

Pedinati e seguìti i colpevoli fino a Rocca Passa, le spoglie erano state ritrovate ma i responsabili erano sfuggiti alla cattura, come spiegò ai cronisti il questore dell’epoca, Michele Napolitano.





Ma già secondo i resoconti giornalistici del tempo (come si può vedere nella fotogalleria) la versione ufficiale non convinceva: possibile, in effetti, che gli scooter potessero sfuggire a un inseguimento delle “pantere” della Volante?

Ecco il diffondersi della tesi complottista, di un “patto” con uno dei ladri, in nome dell’interesse superiore del ritrovamento della reliquia, in cambio della sua impunità. Una tesi che mai nessuno ha voluto confermare. E la verità resta un mistero, anche ventitre anni dopo.

Della vicenda, che molti ignorano, resta una testimonianza proprio al cimitero di Roccapassa: una lapide marmorea, posta lì decine di anni fa, che recita:

“A ricordo di Papa S.Celestino V, Pietro da Morrone 1215-1294. Uomo umile le cui spoglie mortali trafugate dalla Basilica di Collemaggio dell’Aquila hanno riposato in questo luogo Sacro nei giorni 17, 18 e 19 aprile 1988. I cittadini di Roccapassa e Cornelle”.

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