L’AQUILA – Scongiurare l’ipotesi di cementificazione del territorio aquilano già messo a dura prova dalla realizzazione delle new town e dei moduli abitativi provvisori.
A lanciare l’appello è l’assessore regionale Gianfranco Giuliante, che torna sulla vicenda delle cosiddette “aree bianche”, ovvero quelle porzioni di territorio non normate dal Comune e per la destinazione urbanistica delle quali i proprietari si sono rivolti al Tar che, a sua volta, ha nominato dei commissari ad acta.
“Il territorio del Comune dell’Aquila sta per essere ulteriormente stravolto, a causa dell’inerzia dell’amministrazione comunale, dalla mancata risoluzione delle problematiche relative alle cosiddette ‘aree bianche’ con la possibile immissione di circa 1 milione di metri cubi di edificabile distribuito in maniera eterogenea” afferma Giuliante per il quale ogni singolo provvedimento dei commissari ad acta, destinato a modificare gli attuali assetti del Prg, dovrebbero essere inquadrati in un unico strumento urbanistico da sottoporre a Valutazione Ambientale Strategica, esclusa invece per i singoli provvedimenti adottati dal commissario ad acta.
Evitare, insomma, che sulle aree bianche si costruisca un nuovo piano regolatore generale slegato dagli assetti della nuova città e dalle esigenze nate dopo il terremoto del 6 aprile 2009.
LA NOTA COMPLETA DI GIULIANTE
Il territorio aquilano a seguito del sisma del 6 aprile 2009 è stato oggettivamente stravolto dal punto di vista urbanistico (nuovi insediamenti edilizi di tipo residenziale – progetto C.a.s.e., M.a.p. e costruzioni temporanee e non, Musp, delocalizzazioni delle attività produttive e commerciali), tutto giustificato dalla “fase di prima emergenza”.
Oggi, il territorio del Comune dell’Aquila sta per essere ulteriormente stravolto, a causa dell’inerzia dell’amministrazione comunale, dalla mancata risoluzione delle problematiche relative alle cosiddette “aree bianche” con la possibile immissione di circa 1 milione di metri cubi di edificabile distribuito in maniera eterogenea.
L’azione dei commissari “ad acta” si inserisce in un contesto che rischia di vanificare le indicazioni del Commissario Chiodi laddove nelle “Linee di indirizzo strategico per la ripianificazione del territorio” indica l’esigenza di evitare “la dispersione insediativa e il consumo di suolo”, nonché il richiamo al fatto che debbano tenersi in giusto conto gli aspetti ambientali attraverso le procedure di impatto (Vas).
La decisione del Tar ha comportato che in capo ad un solo soggetto (il Commissario ad Acta) è stato posto l’onere di valutare il futuro del Comune di L’Aquila, sostituendosi con assoluta discrezionalità all’Amministrazione inadempiente e silente su scelte che, per la loro diffusione ed estensione quali-quantitativa, potrebbero identificare, se non un vero e proprio piano regolatore, una consistente ed importante parte di esso che andrebbe ad aggiungersi alle scelte effettuate nell’immediatezza del sisma e che darebbe luogo ad un surrettizio, quanto inopportuno, strumento urbanistico la cui portata “generale” è ben evidente.
E se tale strumento nasce come somma indefinita di una serie di varianti specifiche, proposte su ambiti di varie dimensioni, è altrettanto vero che ciò non può non dare origine ad un vera e propria variante generale del PRG. E se si considera variante generale (e non una serie puntiforme di varianti), in quanto variante generale non può che essere assoggettata alla completa procedura di Vas.
È, pertanto, chiaro che ipotizzare che tale sommatoria di opzioni pianificatorie non venga assoggetta alle necessarie e preventive verifiche di compatibilità ambientale e di sicurezza sia una scelta, quantomeno, perversa. Si pensi, ad esempio, agli aspetti infrastrutturali che tale moltiplicazione di azioni dovrebbero contemplare: al carico sulle reti tecnologiche (acquedotti, fognature, impianti di depurazione, ecc.) o alla possibile alterazione degli equilibri della viabilità e della mobilità urbana.
Tutte le valutazioni devono essere effettuate prioritariamente all’attivazione di processi di densificazione edilizia su aree che, per loro definizione, sono ricomprese nel tessuto urbano esistente o limitrofe ad esso.
Se ciò dovesse essere fatto senza gli “accorgimenti” necessari, senza le valutazioni auspicate, senza le analisi basilari, senza l’acquisizione dei pareri dovuti, il processo posto in essere comporterebbe il raggiungimento di finalità diametralmente opposte agli indirizzi che pure sono stati individuati ed impartiti dallo steso soggetto istituzionale che lo ha delegato.
Si giungerebbe al paradosso di veder denegate le stesse finalità per le quali si è attivata l’intera procedura commissariale finalizzata alla ricostruzione della città e si vedrebbero smentite le teorie e gli obiettivi del Commissario alla Ricostruzione e della sua struttura di supporto tecnico.
È, quindi, indispensabile, che l’azione del o dei Commissari ad Acta sia improntata alla massima attenzione e cautela.
Soprattutto è necessario che si passi dall’adozione di molteplici varianti al Prg all’adozione di un unico strumento urbanistico (anche finalizzato a dare più risposte) preceduto alle necessarie analisi sul dimensionamento complessivo e specifico del piano, dalle analisi sui cc.dd. standard e dei servizi in generale, dalle valutazioni sugli aspetti ambientali ed infrastrutturali (con particolare riferimento alla mobilità) e, in particolare, sottoponendo la proposta alle procedure formative preliminari imposte dalle vigenti disposizioni comunitarie e statali.
La proposta così formata deve essere assoggettata a Valutazione Ambientale Strategica, coinvolgendo tutte le Amministrazioni con Competenza Ambientale, e deve essere sottoposta agli accertamenti inerenti la sostenibilità della stessa in termini di sicurezza, adottando la microzonazione sismica come strumento di giudizio delle scelte operate e provvedendo alla individuazione delle indispensabili microaree con comportamento sismico omogeneo.
Solo in tale maniera l’azione del Commissario potrà ritenersi coerente con il mandato del Presidente della Regione Abruzzo, cosa che oggi non avviene perché si rimanda ad una valutazione caso per caso, ed è evidente che il criterio di assoggettabilità puntiforme, senza tener presente l’impatto del complesso dei singoli commissariamenti rischia una seconda “distruzione” di una città che stenta a ritrovare se stessa.
- L’AQUILA: CASO AREE BIANCHE; GIULIANTE, NON CEMENTIFICARLE
L'AQUILA - Scongiurare l'ipotesi di cementificazione del territorio aquilano già messo a dura prova dalla realizzazione delle new town e dei...









