TERAMO – Spunta una supertestimone che sconfesserebbe il racconto di Salvatore Parolisi sulla scomparsa della moglie Melania Rea, ritrovata morta con 32 coltellate nel bosco delle Casermette a Ripe di Civitella (Teramo).
Lo rivela sul suo sito internet il settimanale Oggi, in edicola da mercoledì, che cita fonti della Procura e anticipa il contenuto di una testimonianza che, finora, era rimasta riservata.
Si tratta di una trentenna di Ascoli e, secondo gli stessi inquirenti, le sue parole sarebbero “la carta più importante nelle mani dell’accusa”.
La donna avrebbe riferito di essere giunta a Colle San Marco alle 14 del 18 aprile e di non essersi mossa da lì fino alle 15.30. In quel lasso di tempo, la teste ha escluso di aver visto nel parco giochi la famiglia Parolisi.
L’attendibilità della trentenne sarebbe confermato dai riscontri effettuati sui tabulati telefonici e dalle riprese di una telecamera di sicurezza.
Nello stesso servizio Oggi anticipa altri dettagli dell’inchiesta finora rimasti sotto traccia.
Il settimanale ha riferito anche che il 18 aprile la strada tra Ascoli e Teramo era franata in più punti.
La provinciale era occupata dai detriti e, per impedire il transito alle autovetture, il bivio che si trova a meno di un chilometro dal bosco delle Casermette era stato chiuso con transenne mobili.
L’assassino, quindi, avrebbe potuto percorrere la stradina fino al luogo del ritrovamento del corpo senza vita della 29enne di Somma Vesuviana (Napoli) senza correre il rischio di essere visto.
Infine, un altro particolare inedito è rappresentato dal mistero della telefonata fatta al 112 per denunciare la scomparsa della donna.
La chiamata parte dal cellulare di Parolisi ma a parlare con i carabinieri è la moglie del titolare del ristorante Cacciatore, cui ha lasciato l’apparecchio.
Nel frattempo Parolisi si è chiuso in bagno, da cui esce poco dopo: a quel punto prende in mano il suo telefono e dà ai militari le indicazioni minime per avviare le ricerche che la signora non può fornire, non consocendo Melania.
DISPOSTO SEQUESTRO DELL’AUTO DI SALVATORE
TERAMO – La procura di Ascoli Piceno ha chiesto il sequestro dell’auto di Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore dell’esercito indagato a piede libero per l’omicidio della moglie, Melania Rea, trovata uccisa con 32 coltellate nel Bosco delle Casermette, nel Teramano, il 20 aprile scorso.
La vettura era già stata ispezionata nelle settimane scorse. Il militare, ancora in licenza, si trova ora a Frattamaggiore, nel napoletano.
DIFESA PAROLISI: “CERCARE VERITA’, NON SCEGLIERE COLPEVOLE”
TERAMO – “La memoria difensiva contro la nostra richiesta di incidente probatorio? È un’attività legittima che noi però non condividiamo, perché vogliamo che si arrivi alla verità nei tempi giusti come per tutti gli indagati, e con gli accertamenti tecnici che sono necessari. Le persone offese non devono scegliersi un colpevole ma devono anche loro cercare la verità dei fatti”.
Lo afferma l’avvocato Nicodemo Gentile, che insieme a Walter Biscotti difende il caporalmaggiore dell’esercito Salvatore Parolisi nell’inchiesta per l’omicidio di Melania Rea, moglie del militare.
Parolisi è l’unico indagato a piede libero per omicidio volontario aggravato, nel caso in questione.
“La famiglia di Melania non dovrebbe temere l’accertamento dei fatti – sostiene Gentile – perché arrivare a un contradditorio con tutte le parti che si confrontano di fronte ad un giudice terzo significa cercare di arrivare alla verità di quanto accaduto”.
“Il tradimento poi – aggiunge – non è penalmente rilevante, e anche se Salvatore è in difficoltà dal punto di vista etico, questo non vuol dire che su questo si debba fondare l’accusa”.
In relazione alle dichiarazioni di nuovi testimoni che hanno smentito ancora il racconto fatto dal militare della scomparsa di Melania dal pianoro di Colle S.Marco, il 18 aprile scorso, sostenendo che ne la donna uccisa ne il caporalmaggiore fossero presenti nell’area giochi tra le 14 e le 15.30 di quel giorno, il legale risponde : “Siamo abituati a testimoni a scoppio ritardato che altre volte, in altri processi abbiamo anche sbugiardato e fatto incriminare per falsa testimonianza”.
DIFESA PAROLISI: “INDAGINE E’ ANCORA ALL’ANNO ZERO”
TERAMO – “L’indagine sul caso di Melania Rea è ancora all’anno zero”.
È la clamorosa affermazione dell’avvocato Nicodemo Gentile, che insieme al collega Walter Biscotti difende Salvatore Parolisi dall’accusa di omicidio volontario.
“Ancora devono arrivare i risultati dei Ris e molte questioni debbono essere chiarite – sostiene il legale. Siamo ancora di fronte ad un rompicapo e bisogna ricordarsi che Salvatore è un presunto innocente, non un colpevole perché lo afferma molta stampa”.
Biscotti e Gentile hanno depositato appena ieri la richiesta di un incidente probatorio sul caso, da tenersi davanti al Gip ascolano, e già oggi la difesa della famiglia Rea, che si è costituita parte civile nell’inchiesta della Procura ascolana, ha risposto presentando una memoria contro la richiesta avanzata dai legali di Parolisi.
Oggi intanto i genitori e il fratello di Melania sono arrivati a Folignano, alla periferia di Ascoli, per recuperare alcuni effetti personali della loro congiunta, nell’abitazione dove la donna viveva con il marito e la figlia di 18 mesi.
LA PROCURA HA NEGATO L’INCIDENTE PROBATORIO
La Procura di Ascoli Piceno ha dato parere negativo alla richiesta di incidente probatorio avanzata dai difensori di Salvatore Parolisi nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Melania Rea.
L’istanza era stata presentata ieri, dagli avvocati Walter Biscotti e Nicodemo Gentile.
Per la Procura si tratta di una richiesta inammissibile.
Oggi anche la difesa della famiglia Rea si era opposta con un memoriale all’istanza.
Ora sarà il Gip di Ascoli Carlo Calvaresi a decidere sulla questione.
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