AGRIGENTO – La Dia ha notificato la misura degli arresti domiciliari a Filippo Piritore, ex funzionario della Squadra Mobile di Palermo ed ex prefetto. Lo ha reso noto la Procura di Palermo. Piritore è indagato per il depistaggio delle indagini sull’omicidio del 6 gennaio 1980 a Palermo, dell’ex presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella, fratello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Piritore, 75enne, è stato questore anche all’Aquila, dal 2009, l’anno del terremoto, per poi andare a ricoprire l’incarico a Genova nel gennaio 2010.
Sentito dai pm sul guanto trovato il giorno del delitto a bordo della Fiat 127 utilizzata dai killer, mai repertato né sequestrato, secondo i magistrati Piritore “ha reso dichiarazioni rivelatesi del tutto prive di riscontro, con cui ha contribuito a sviare le indagini funzionali (anche) al rinvenimento del guanto (mai ritrovato)”.
Per i pm “le indagini sull’omicidio dell’ex presidente della Regione Mattarella furono gravemente inquinate e compromesse da appartenenti alle istituzioni che, all’evidente fine di impedire l’identificazione degli autori del delitto, sottrassero dal compendio probatorio un importantissimo reperto, facendone disperdere definitivamente le tracce”.
Il guanto, ritenuto un tassello importantissimo per risalire agli autori dell’omicidio, è sparito nel nulla. Ai pm, che l’hanno sentito come testimone a settembre del 2024, Piritore ha raccontato – mentendo secondo la procura di Palermo – di aver inizialmente affidato il guanto all’agente della polizia Scientifica Di Natale, che avrebbe dovuto darlo a Pietro Grasso, allora sostituto procuratore titolare delle indagini sul delitto.
Il magistrato, sempre secondo il racconto di Piritore, avrebbe poi disposto di fare riavere il reperto al Gabinetto regionale di polizia Scientifica e Piritore, a quel punto, lo avrebbe consegnato, con relativa attestazione, a un altro componente della Scientifica di Palermo, Lauricella, per lo svolgimento degli accertamenti tecnici. L’indagato ha anche sostenuto che la Squadra Mobile era in possesso di una annotazione da cui risultava la consegna.
Secondo l’accusa, però, quella raccontata dall’ex funzionario sarebbe “una storia inverosimile e illogica da cui verrebbe fuori che una prova decisiva, tanto che della sua esistenza fu informato anche l’allora ministro dell’Interno Rognoni, sarebbe stata sballottata per giorni senza motivo da un ufficio a un altro”.
Le parole dell’ex funzionario, inoltre, cozzano con le testimonianze dei protagonisti della vicenda come Grasso e l’agente Di Natale, con la prassi di repertare e sequestrare quanto ritenuto utile alle indagini seguita all’epoca in casi analoghi e col fatto che al tempo, alla Scientifica, non c’era nessun Lauricella.
“Filippo Piritore, consegnatario del guanto sin dal momento del suo ritrovamento, pose in essere un’attività che ne fece disperdere ogni traccia”, gli contestano i pm. “Essa iniziò probabilmente a partire dall’intervento sul luogo di ritrovamento della Fiat 127, ove indusse la polizia Scientifica a consegnargli il guanto, sottraendolo al regolare repertamento e contrariamente a ciò che di norma avveniva in tali circostanze”.
OMICIDIO MATTARELLA: ARRESTATO PIRITORE PER DEPISTAGGIO, E’ STATO QUESTORE ALL’AQUILA NEL 2009AGRIGENTO - La Dia ha notificato la misura degli arresti domiciliari a Filippo Piritore, ex funzionario della Squadra Mobile di Paler...









