RESTART 2: ANCORA NIENTE ACCORDO, 83 MLN FERMI.
INCERTA RIPARTIZIONE 60-40 L’AQUILA-CRATERE

SISMA 2009: DA MESI MANCA FIRMA SU DOCUMENTO DA INVIARE ALLA STRUTTURA TECNICA DI MISSIONE PER SBLOCCARE FONDI. CIRCOLA IPOTESI RIPARTIZIONE DEL 65% AL CAPOLUOGO E 35% AGLI ALTRI COMUNI. RISPEDITA AL MITTENTE DAL COORDINATORE ANASTASIO, "GIA' TROVATA INTESA NEL SEGNO DELL' EQUITA', PROCEDIAMO CHE TEMPO STRINGE"

24 Settembre 2025 20:10

L'Aquila - Cronaca, Politica, Terremoto e Ricostruzione

L’AQUILA – Passano le settimane, passano i mesi, ma ancora non si scioglie il nodo della ripartizione tra L’Aquila e gli altri comuni del cratere sismico 2009, dei fondi del Restart 2, a valere sul 4% per cento dei costi della ricostruzione edilizia, e di cui rimangono 83 milioni di euro rispetto agli inziali 110 milioni. Utili a finanziare progetti di sviluppo economico, culturale, ambientale e sociale, di valorizzazione delle risorse locali per la crescita sostenibile.

Non c’è ancora infatti la firma di un documento congiunto, con la ripartizione messa nero su bianco, firmato dal dem Gianni Anastasio, sindaco di Pizzoli, capo del Tavolo di coordinamento dei sindaci del cratere sismico 2009 e il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, responsabile nazionale Enti locali di FdI e presidente dell’Anci Abruzzo, che sulla ripartizione si sono scontrati duramente, da inviare a Roma alla Struttura tecnica di missione della presidenza del Consiglio dei ministri, diretta da Mario Fiorentino.





E la novità è che tra i sindaci del cratere continua a circolare l’indiscrezione secondo la quale in realtà la ripartizione non sarà quella del 60% all’Aquila e il 40% agli altri comuni, che dopo tanti tira e molla sembrava assodata, ma del 65% e 35%.

Abruzzoweb, per avere conferme, ha tentato più volte ma invano di interpellare a tal proposito il sindaco di Villa Sant’Angelo, Domenico Nardis, cugino di Biondi, che proprio di Villa Sant’Angelo è stato due volte primo cittadino.

Ha risposto invece Anastasio, che aveva accusato Biondi di bloccare tutto perché continuava a pretendere per L’Aquila l’80% della somma, lasciando il 20%, tutti gli altri comuni del cratere e questo ha finora bloccato l’accordo. Biondi ha però assicurato il contrario, confermando che la quota di ripartizione sarà del 60%-40%. Il tutto in due interviste distinte ad Abruzzoweb.

“Anche se non è stato chiuso l’accordo – conferma infatti Anastasio -, intorno all’intesa di suddividere quelle risorse al 60% al capoluogo e al 40% agli altri comuni del cratere, tutti hanno manifestato un assenso, mi sembra assurdo ora un ripensamento. Si tratta semplicemente di formalizzarlo nel più breve tempo possibile”.





Va precisato che dei 110 milioni iniziali dell’originario budget di Restart 2, una parte è stata già utilizzata, per i vari progetti integrati territoriali, i Pit, e anche per L’Aquila capitale della cultura 2026. Restano da ripartire circa 83 milioni di euro, dunque in gioco c’è una quota del 60% di 25,8 milioni e una del 40% di 17,2 milioni. Se invece la percentuale per il Comune dell’Aquila dovesse aumentare al 65%, la ripartizione sarebbe di 27,9 milioni contro 15 milioni, ovvero 2,2 milioni in meno per i comuni del cratere, che non sono comunque bruscolini.

Anastasio annuncia anche che convocherà a breve un incontro, sperando che sia quello risolutivo.

“Ribadisco: si è già arrivati, anche su spinta di tanti sindaci del cratere sismico 2009, a più miti consigli e ad una decisione di maggiore equità. L’importante è ora fare presto, quei soldi sono fatti per essere spesi, ci sono tanti progetti già definiti, ma fermi perché non abbiamo certezza dei fondi disponibili per i nostri comuni, e siamo oramai a ridosso di L’Aquila capitale della Cultura, che da gennaio, ovvero tra meno di quattro mesi vedrà protagonisti anche i comuni del cratere”, conclude Anastasio.

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