L’AQUILA – Un’azione istituzionale “sempre fuori tempo massimo” che oltre a creare “angoscia costante dell’incertezza” tra “provvedimenti adottati all’ultimo minuto”, prospetta “un unico scenario immaginabile, in caso di mancate celeri soluzioni: il blocco dei cantieri con la certezza di contenziosi tra proprietari, imprese e tecnici”.
È un duro richiamo alla responsabilità politica ed istituzionale l’allarme lanciato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia dell’Aquila che, al termine della seduta del Consiglio dello scorso 25 settembre, ha messo nero su bianco tutte le criticità emerse in relazione all’addendum superbonus, ovvero all’emendamento per l’estensione sia per il cratere 2016 che per il cratere 2009, presentato dai senatori abruzzesi di FdI Etel Sigismondi e Guido Liris, e approvato lo scorso luglio al termine di una maratona notturna in Commissione Bilancio, inserito nel Dl Economia.
“Disattese le istanze del territorio”, viene sottolineato nella delibera dell’Ordine degli Ingegneri – di cui AbruzzoWeb è entrato in possesso – che porta la firma del presidente Pierluigi De Amicis e del consigliere segretario Maria Teresa Todisco, inoltrata al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ai sottosegretari aquilani Luigi D’Eramo e Fausta Bergamotto, ai già citati senatori abruzzesi Sigismondi e Liris, Michele Fina, Gabriella Di Girolamo, ai deputati, al presidente della Regione Marco Marsilio, ai consiglieri regionali, al commissario straordinario Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli, al direttore Ufficio Speciale 2016 Vincenzo Rivera, al titolare dell’Ufficio Speciale Ricostruzione del Comune di L’Aquila (USRA) Salvatore Provenzano, al titolare dell’Ufficio Speciale Ricostruzione Comuni Cratere (USRC) Raffaello Fico, al sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, al coordinatore delle Aree Omogenee Gianni Anastasio, ai sindaci dei Comuni dei Crateri sismici, all’Ordine degli Architetti della Provincia dell’Aquila, al Collegio dei Geometri della Provincia dell’Aquila, al Collegio dei Periti Industriali e dei Periti Laureati della Provincia dell’Aquila, agli Ingegneri iscritti all’Albo della Provincia dell’ Aquila.
Una delibera che l’Ordine non ha diffuso, limitandosi a pubblicare un comunicato stampa molto tecnico che alleghiamo integralmente al termine dell’articolo, nel quale gli ingegneri intervengono, in parte sostituendosi alle associazioni di categoria delle imprese, dopo essere stati spesso accusati di rallentare la ricostruzione a causa dei troppi incarichi accettati.
Nella delibera del Consiglio sulla quale questo giornale ha lavorato – dai toni meno concilianti rispetto al successivo comunicato -, viene spiegato che per quanto riguarda l’addendum, “il testo non contempla l’estensione al 31 dicembre 2026 dell’utilizzo del cosiddetto Superbonus con lo sconto in fattura o cessione del credito per le pratiche di ricostruzione post-sisma in corso. L’estensione al 31 dicembre 2026 è stata individuata, sia per il sisma 2009 che per il sisma 16-17, solo per le pratiche presentate dopo il 30 marzo 2024”.
Per l’ultimazione della quasi totalità dei lavori di ricostruzione, l’appello è quello che venga emesso un Decreto di Urgenza che contempli:
“l’estensione al 31 dicembre 2026 anche per i cantieri attivi, ancora in esecuzione ed esclusi dalle indicazioni” o in alternativa l’erogazione “di un contributo straordinario fino alla decorrenza delle somme rimaste a carico dei beneficiari in ragione del mancato completamento delle opere interessate dall’esercizio delle opzioni per la cessione dei crediti”.
Gli Uffici Speciali per la Ricostruzione (USRA e USRC), scrive l’Ordine, “hanno, ad oggi, posto attenzione solo agli appalti ancora da avviare” e “pur condividendo la volontà di consentire la consegna di nuove pratiche e l’avvio di nuovi cantieri, per i quali viene ad essere riconosciuto di fatto un maggior importo per i lavori di ricostruzione proprio nella considerazione che le somme erogabili non sono più sufficienti, appare oltremodo fondamentale – e non più procrastinabile – trovare soluzioni per tutti gli appalti in corso, per gli appalti già in essere, la quasi totalità, dove, a meno di 3/4 mesi dalla fine del superbonus, l’unico scenario immaginabile, in caso di mancate celeri soluzioni, è
il blocco dei cantieri con la certezza di contenzioni tra proprietari, imprese e tecnici, già peraltro costretti a destreggiarsi tra mille difficoltà con un apparato normativo in continua evoluzione, chiamati costantemente a rispondere con immediatezza alle scadenze di volta in volta indicate dal legislatore, avendosi la consequenziale criticità nella programmazione e nell’esecuzione dei lavori”.
“Le criticità sopra descritte – viene aggiunto – stanno già determinando gravi ricadute sui cantieri in lavorazione, con il concreto rischio di una paralisi diffusa delle attività e con l’elevata probabilità di un incremento esponenziale dei contenziosi tra imprese esecutrici, professionisti incaricati e cittadini beneficiari. La situazione di incertezza normativa e procedurale, come detto, genera un clima di forte tensione e di ansia generalizzata, che impedisce a tutti gli attori coinvolti di operare con la necessaria serenità e di garantire ordinato svolgimento delle lavorazioni. Ne derivano difficoltà crescenti nella gestione dei rapporti contrattuali, con il pericolo di fratture insanabili tra le diverse parti e
con conseguenti ripercussioni economiche e sociali che rischiano di compromettere irreversibilmente la fiducia della collettività nella capacità delle Istituzioni di indirizzare e governare il processo di ricostruzione”.
“A ciò si aggiunge la sostanziale impossibilità di una programmazione affidabile dei cantieri, che si traduсе in una indesiderabile caduta della qualità del processo edilizio. La mancanza di strumenti certi e condivisi priva infatti progettisti e imprese della possibilità di pianificare correttamente tempi e risorse, lasciandо cittadini e comunità in una condizione di ulteriore precarietà. In tale contesto, i cantieri rischiano di
trasformarsi da luoghi di rinascita e ricostruzione a scenari di conflitto, con il risultato paradossale di allontanare, anziché avvicinare, l’obiettivo della ripresa, minando le basi stesse del percorso di rigenerazione sociale ed economica delle aree colpite dal sisma”.
E ancora: “Si evidenzia inoltre come ogni intervento del legislatore – sia esso una proroga dei termini o un mutamento delle procedure – debba necessariamente essere emanato con congruo anticipo rispetto alle scadenze fissate. L’esperienza maturata in questi anni
dimostra infatti che provvedimenti adottati a ridosso di date sensibili generano indeterminatezza, impedendo agli operatori di adeguarsi per tempo e di riorganizzare in modo efficace la programmazione dei lavori. Ogni modifica normativa richiede un periodo di metabolizzazione tecnica e organizzativa che non può essere istantaneo senza ricadute pesanti sulla gestione dei cantieri e sulla serenità di cittadini, imprese e professionisti coinvolti”.
“A quando il ‘successivo atto regolatorio’ promesso? Non è più accettabile vivere nell’angoscia costante dell’incertezza e nella contraddizione di provvedimenti adottati all’ultimo minuto, (l’atto regolatorio per i cantieri attivi – di cui alla legge п. 111 – comma 1-bis, art. 7 – arriverà il 30 dicembre? Il giorno prima della scadenza?), sempre fuori temро massimo, e che vengono recepiti, peraltro, in maniera non omogenea dagli Uffici per la Ricostruzione”.
Anche per questo, nella nota, vengono sollecitati “l’omogeneizzazione delle procedure per la consegna delle varianti, la relativa e indispensabile presa d’atto, e le modalità di trasferimento dei Sal”. (a.c.)
LA NOTA DELL’ORDINE
L’Ordine degli Ingegneri della Provincia dell’Aquila, in vista della scadenza delle procedure relative all’addendum Superbonus 110%, ha convocato lo scorso 3 settembre, presso la sede in via Saragat, una riunione degli iscritti per approfondire le criticità riscontrate nei cantieri della ricostruzione.
A seguito dell’incontro è stata istituita la Commissione Ricostruzione dell’Ordine degli Ingegneri, composta dal Consigliere Segretario Maria Teresa Todisco e dagli ingegneri Maria Grazia D’Ascanio, Paolo De Santis e Gabriele De Simone, con il compito di predisporre un documento tecnico-politico da sottoporre al Governo e alle Forze Parlamentari.
Tale documento, approvato dal Consiglio dell’Ordine nella seduta del 25 settembre 2025, analizza i nodi principali e avanza proposte per garantire la continuità degli interventi.
Le pratiche di ricostruzione relative agli aggregati colpiti dai sismi dal 2009 in poi hanno previsto, oltre al contributo ordinario, l’attivazione dell’addendum 110% per far fronte all’aumento dei costi dei materiali e consentire la chiusura dei cantieri. La previsione di interrompere tale meccanismo al 31 dicembre 2025 rischia tuttavia di determinare l’arresto di numerosi lavori, l’insorgere di contenziosi e un ulteriore rallentamento della ricostruzione.
Per superare questa criticità, l’Ordine ritiene indispensabile un decreto di urgenza che proroghi al 31 dicembre 2026 l’addendum 110% per i cantieri in corso.
In alternativa, si propone l’adozione di un provvedimento urgente che introduca un contributo straordinario capace di coprire le somme necessarie al completamento delle opere.
“La ricostruzione post-sisma non può essere interrotta da scadenze che non tengono conto delle reali condizioni dei cantieri – sottolinea il Consiglio dell’Ordine –. Occorre un intervento normativo rapido e concreto per garantire certezze a cittadini, imprese e professionisti coinvolti nel processo”.
SUPERBONUS CRATERE: INGEGNERI SCRIVONO A MELONI, “VERSO BLOCCO CANTIERI, DECRETO URGENTE”L'AQUILA - Un'azione istituzionale "sempre fuori tempo massimo" che oltre a creare "angoscia costante dell'incertezza" tra "provvedimenti adottati all...









