VOTO AVEZZANO: ROMA, CASELLA A UDC, DI PANGRAZIO AL BIVIO. CAOS E POLEMICHE: CIVICO O CANDIDATO CDX?

NEL TAVOLO NAZIONALE, SU VOLONTA' DI GIORGIA MELONI L'IPOTESI CHE LA CITTA' MARSICANA VENGA ATTTRIBUITA ALLO SCUDO CROCIATO, PARTITO A CUI SI E' RECENTEMENTE AVVICINATO IL SINDACO

12 Settembre 2025 08:42

L'Aquila - Politica

AVEZZANO – A meno di un anno dal voto, nuovi sviluppi ad Avezzano: da fonti bene informate, nel tavolo nazionale del centrodestra, che si sta ancora arrovellando per trovare una quadra per le prossime elezioni regionali, si è parlato anche delle amministrative nella città marsicana, e sarebbe emersa la volontà, direttamente dal leader di Fdi e del presidente del consiglio Giorgia Meloni, di assegnarla, nella scelta delle candidature, all’Unione di centro.

Si riapre, dunque, e si rafforza, l’ipotesi già rivelata da Abruzzoweb: la corsa per il terzo mandato del 70enne sindaco ex direttore generale della Provincia dell’Aquila, Giovanni Di Pangrazio, non più con la consueta e rodatissima armata di liste civiche, infarcite di candidati grandi portatori di voti, di destra, centro e sinistra, ma per l’intero centrodestra, alzando il vessillo scudocrociato.

L’indiscrezione rimescola ancora di più le carte di una vicenda elettorale già molto complessa e conflittuale, in cui c’è la figura sempre più forte del sindaco uscente che non si fida del centrodestra e dei leader di Fdi, il presidente della Regione, Marco Marsilio, il senatore e vicecoordinatore regionale Guido Liris e Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila e quella, sempre più debole, della coalizione avezzanese di centrodestra che, almeno pubblicamente si segnala per la lunga lista di candidati a sindaco, più che per il lavoro politico ed istituzionale sul territorio per tentare di riprendersi il Comune.

Tornando alla buona nuova da Roma, alla candidatura per l’Udc, Di Pangrazio del resto lavorava da tempo, ma come ripiego, vista l’incertezza, lasciando di gran lunga come prima opzione quella del civismo, tanto che pare stia lavorando a costruire ben otto liste, e assicura l’entourage, sente anche la vittoria in tasca.





L’ipotesi partorita a Roma, dove poco contano le beghe locali, è destinata però a dilaniare lo stesso centrodestra, a cominciare da Fratelli d’Italia dove da tempo divampa lo scontro tra il capogruppo in consiglio regionale, l’avvocato ed ex parlamentare Massimo Verrecchia e l’assessore regionale al Bilancio, Mario Quaglieri, ex sindaco di Trasacco e medico chirurgo, campione di preferenze, oltre 12mila, alle regionali del marzo 2024.

Il primo, imponendo del resto la sula linea anche agli alleati, di Di Pangrazio e del suo civismo non ne vuole sentir nemmeno parlare, e vuole scalzarlo con una coalizione di centrodestra finalmente ortodossa, tanto che già si è al lavoro per individuare un candidato forte e vincente.

Quaglieri al contrario, nella Marsica battitore libero, con Di Pangrazio ha invece stretto un’alleanza e conseguente mutuo aiuto alle comunali del 2020 e poi alle regionali del 2024. In maggioranza del resto siede Nello Simonelli, collaboratore politico dell’assessore, eletto con una civica di Di Pangrazio nel 2020. Di Pangrazio sindaco del centrodestra è una opzione a cui avrebbe lavorato anche Biondi, responsabile nazionale enti locali di FdI, ex commissario provinciale del partito e presidente dell’Anci Abruzzo, per mettere a segno un bel tiro mancino al suo rivale interno Verrecchia e pure al senatore Liris, che ora dominano il partito a livello provinciale  segretari piazzati nelle tre città principali L’Aquila, Avezzano e Sulmona.

L’ipotesi di Di Pangrazio come candidato sindaco, sarebbe poi a dir poco indigesta anche per Forza Italia, di cui è segretario provinciale l’ex primo cittadino Gabriele De Angelis, presidente della Tua, la società regionale del trasporto pubblico, e dove è approdato come capogruppo l’ex leghista Tiziano Genovesi, candidato alle ultime elezioni, battuto al ballottaggio e che non ha risparmiato cannonate al sindaco.

Diverso il discorso per la Lega, il cui unico rappresentante in consiglio, Antonio Del Boccio,  siede tranquillamente nella maggioranza di Di Pangrazio, anche contro la linea ufficiale del Partito, ribadita in un recente incontro dal  segretario provinciale, il consigliere comunale dell’Aquila Daniele Ferella.

Occorre dunque ora vedere se cambierà le carte in tavola la novità arrivata da Roma, ovvero l’attribuzione di Avezzano al partito di Lorenzo Cesa, ultima ruota del carro del centrodestra, e che in Abruzzo non ha eletto consiglieri alle ultime regionali, in appoggio al riconfermato Marco Marsilio.





Detto per inciso, una significativa anomalia è quella di aver parlato di Avezzano, che non è un capoluogo di provincia, negli incontri dove, sul tavolo del centrodestra nazionale, c’erano questioni ben più urgenti e pesanti.  Ovvero le candidature alle prossime regionali d’autunno, a cominciare dal Veneto, dell’uscente Nicola Zaia, leghista ma critico nei confronti del leader Matteo Salvini, nonchè il presidente di regione più gradito d’Italia, dove si registra un estenuante braccio di ferro tra Lega e Fdi, e in Campania dove il candidato in pectore, il viceministro degli Affari esteri, Edmondo Cirielli, trova resistenze dentro Forza Italia e anche in parte dei meloniani. Con partite, nessuna con la vittoria in tasca, da giocarsi poi in Toscana, Puglia, Marche, Calabria e Val d’Aosta.

Tornando dunque a Di Pangrazio, il suo avvicinamento all’Udc è conclamato e testimoniato dalla sua presenza ad eventi del partito, come quello del novembre dell’anno scorso all’inaugurazione della nuova sede della segreteria provinciale dell’Udc a Benevento,  a braccetto di Lorenzo Cesa. C’è stata poi la nomina a vicepresidente del Consiglio nazionale dell’Anci, proposto dall’Udc.

E poi soprattutto a febbraio è arrivata la nomina a segretaria cittadina di Avezzano e della Marsica dell’Udc di Federica Collalto, consigliera comunale di maggioranza, fedelissima, di Di Pangrazio, come del resto lo è il coordinatore provinciale, Carlo Giolitto.

Di Pangrazio ha però sempre negato di voler aderire all’Udc, e ha affermato a novembre dell’anno scorso papale papale: “ma chi crederebbe se non qualche dilettante che io possa scegliere un partito alle soglie delle prossime elezioni amministrative ad Avezzano, dopo essere stato iscritto per tanti anni al partito della città, ovvero al suo servizio? Sarei un politico dilettante, e almeno questo concedetemelo, non lo sono”.

Una valutazione politica che ha una logica ancora attuale: per Di Pangrazio mettersi a capo, poco conta con la benedizione dei vertici nazionali, di una coalizione di centrodestra, potrebbe rivelarsi un calvario, addirittura al fianco del suo acerrimo nemico Verrecchia, con parte degli esponenti del centrodestra ostili. Con il rischio che alla fine dei conti parte del centrodestra se ne andrà per conto suo, rinnovando la tradizione tutta avezzanese della divisione e del liberi tutti alle urne.

In questi giorni agostani c’è da scommetterci, Di Pangrazio medita dunque sul vecchio adagio secondo il quale “chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova”. (f.t.)

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