L’AQUILA: PALAZZO CARLI NON RICOSTRUITO, “UNA VERGOGNA”, SCATTA FLASH MOB LANCIATO DA DI ORIO

1 Novembre 2025 15:53

L'Aquila - Terremoto e Ricostruzione

L’AQUILA – “Un abbandono grave, è  in gioco la storia, l’identità ed il futuro della città”.





Con queste motivazioni il comitato per Palazzo Carli, lanciato su fb dall’ex rettore Ferdinando Di Orio, a cui ha aderito anche l’ex parlamentare Pd  e consigliera comunale Stefania Pezzopane ha dato vita ad un flash mob in piazza Vincenzo Rivera, davanti all’ex sede del rettorato, gravemente danneggiata dal terremoto del 6 aprile 2009 in attesa ancora dei cantieri della ricostruzione.

“Palazzo Carli deve essere restituito alla cultura, alla formazione, alle giovani generazioni. Partiranno da questa mattina iniziative per sollecitare tutte le istituzioni a riconsegnare alla città gli spazi storici e simbolici della città, a partire da Palazzo Carli”, si legge nella nota.

Spiega Pezzopane: “grazie  al Prof Di Orio che ha dato la sveglia alla  città e che questa mattina ha ricostruito la storia di questo straordinario palazzo, sede della nostra università. Palazzo  Carli, da 16 anni è un cumulo di macerie.  Oggi con cittadine e cittadini affranti per lo stato di abbandono, abbiamo rilanciato la necessità  del restauro della culla dell’istituzione più importante della nostra Città, la  grande Università dell’Aquila. Vincenzo Rivera è stato il lungimirante fondatore della nostra Università e la piazza di Palazzo Carli è giustamente a lui intitolata. Ci siamo riuniti in questo luogo simbolico per segnalare alle istituzioni l’importanza di ricostruire e riconsegnare a cittadine e cittadini, alle giovani generazioni  i luoghi della storia della nostra Città”.





Il centro storico dell’Aquila deve riappropriarsi dei luoghi pubblici, spazi da sempre della cultura e della conoscenza, scuole ed università, spazi delle istituzioni  che hanno fatto grande la nostra Città. Abbandonare alla decadenza ed alla dimenticanza queste vestigia del passato (l’università dell’Aquila è stata la prima università d’Abruzzo) contribuisce al triste  ridimensionamento del nostro Capoluogo di Regione che recentemente con il declassamento dell’Ufficio delle Dogane a vantaggio di Pescara, ha subito un duro colpo dal governo Meloni”.

“Se saremo davvero capitale della cultura 2026 non dipenderà da qualche spettacolo in più, ma dipenderà soprattutto dal saper offrire una identità culturale forte e radicata nei suoi luoghi e spazi. Perché invece i luoghi dove la cultura e la formazione sono nati, vengono lasciati in uno stato di devastante abbandono?”, conclude la nota.

 

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