CHIETI: UN PROGETTO PER UTILIZZARE POTABILIZZATORE DI SAN MARTINO

11 Gennaio 2012 12:15

Chieti - Cronaca

CHIETI – Un’incompiuta venuta a costare milioni di euro che ora potrebbe trovare finalmente un utilizzo. Stiamo parlando del potabilizzatore di San Martino, il cui primo impianto fu costruito nel 1995 ma che non entrò mai in funzione, così come non entrò mai in attività neanche il secondo impianto, ben più potente del primo, realizzato dall’Aca nel 2005.

Lo scandalo del potabilizzatore è finito anche sotto inchiesta. Si è scoperto così che la struttura non poteva funzionare perché le acque del Pescara erano talmente inquinate da non poter essere rese potabili.

25 milioni di euro, tanto è costato l’impianto, buttati al vento. Inservibili tutti i macchinari, allora all’avanguardia, che avrebbero dovuto far sì che l’acqua del Pescara potesse essere bevuta.





Adesso, però, c’è un progetto per far sì che il potabilizzatore possa essere utilizzato, sebbene non per lo scopo per cui era stato costruito.

A prospettare l’iniziativa è stato l’assessore regionale di Chieti Mauro Febbo che ne ha parlato pubblicamente nel corso di un incontro avuto qualche giorno fa nella sede del consorzio di bonifica Centro per presentare la nuova legge regionale che assegna la gestione dell’acqua pubblica non potabile ai consorzi di bonifica. 

Tenendo conto, infatti, che l’impianto era destinato ad alimentare anche una rete duale (per acqua potabile e non potabile) già in parte realizzata a servizio di grandi aziende, si è pensato di sfruttarlo almeno per utilizzare l’acqua non potabile.

Il direttore del consorzio di bonifica Centro Roberto Roberti, appena approvata la legge che passa ai consorzi al gestione delle acque non potabili, si è reso subito disponibile a gestire il potabilizzatore di San Martino, naturalmente per quanto riguarda il solo uso inerente alle reti duali e lasciando all’Aca la gestione dell’acqua potabile.





“A questo scopo l’Assessorato regionale ai lavori pubblici – ha fatto sapere Febbo – ha invitato il consorzio di bonifica Centro e l’Aca-Ato a trovare un accordo sulla gestione dell’opera e nei prossimi giorni si dovrebbe arrivare ad una soluzione concreta”.

“Personalmente – ha assicurato l’assessore regionale – mi impegnerò affinché questa convenzione venga stipulata al più presto perché da essa le popolazioni dei comuni della vallata potranno trarre innumerevoli benefici e vantaggi”.

“Le nuove risorse idriche non potabili – conclude Febbo –  potranno essere utilizzate per l’irrigazione di aree destinate al verde, giardini, e attività ricreative e sportive, il lavaggio strade, l’alimentazione di sistemi di riscaldamento e raffreddamento, l’utilizzo negli edifici per impianti di scarico nei servizi igienici; gli impianti antincendio, di lavaggio e cicli termici nei processi industriali; le apparecchiature di servizio di ospedali e mercati, il lavaggio vagoni ferroviari e navi nel porto turistico e commerciale e gli impieghi consentiti negli insediamenti industriali”.

E finalmente anche lo scandalo del potabilizzatore di San Martino potrà essere in parte sanato. (ar. ia.)

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